venerdì 23 maggio 2014

Puericultura.

 
















Il vero scopo delle scie chimiche era separare gl'ignoranti dagli stolti. Bastava studiare le reazioni sui social network.
Gl'ignoranti gnoravano. Continuavano a spammare le proprie attività effimere, o a postare citazioni poetiche nella speranza di rimorchiare; o quantomeno a far battute per far ridere i loro compagni.
Gli stolti nvece fremevano di sdegno e ribollivano di frustrazione. Le loro bacheche erano un coacervo di violenza solo verbale e rabbia mai espressa verso bersagli pertinenti.

Era una buona iniziativa, questa del Governo. Perlomeno funzionava. Con la Lira pesante e l'€cu il successo non era stato tanto netto. Una parte della popolazione ne era comunque infastidita. Piccola, ma chiassosa.
Anche quella volta in cui il Governo si era speso tutta la paghetta che gli passi ogni settimana per comprarsi degli aeroplanini F-35 tutti rotti. Perché protestare? Perché indignarsi?

Una volta, avrò fatto l'asilo, mi hanno dato una di quelle bellissime banconote verdi da Cinquecentolire, e mi hanno mandato al giornalaio a comprare Il Tempo e Il corriere dello sport. Questo in epoche in cui si permetteva di uscire ai regazzini senza stare a preoccuparsi della pretofilia odierna.
Insomma, come arrivo vedo un bellissimo giornaletto, tascabile ma spessissimo, dal titolo 'Gatto Silvestro pocket'. Scritto in alto - nero in campo bianco. In copertina c'era lui in persona: Gatto Silvestro. Teneva tra le zampe la gabbietta di Titti e si leccava i baffi, su sfondo tutto azzurro. Il copertinista non aveva ritenuto di dedicarsi ai particolari, dato il livello intellettuale dell'acquirente medio.
Lo guardo a lungo, e intensamente lo desidero. Ma le mie, di Cinquecento lire settimanali, erano destinate a Topolino. Non potevo saltare un numero, facevo la collezione.
Al che, quel provvidenziale giornalaio fa festoso: “Corriere dello sport e Tempo sono finiti!”. Il dado è tratto. Torno trionfante col mio doppio bottino fumettistico. Spiego a mio padre la meccanica dell'accaduto, e non mi stupisco del tutto del suo biasimo. “Potevi provare a un altro giornalaio, e comunque quei soldi non erano tuoi. Quelli tuoi li avevi avuti”. Non fa un piega. Quindi mi sequestra entrambi i giornaletti.

Prima di due ore, viene in camera e porgendoli mi dice “Puoi tenerli”.
Io faccio l'offeso, per appena due minuti. Poi li prendo, ma non sono soddisfatto. Il mio apparente successo ha un gusto amaro. Riesco a percepire il sentore dell'errore.
Capito? Elabora anche il peggio regazzino, o il Governo più monello. Anche se al momento non sembra. Questo è 1 paese a sfondo cattolico. C'è sempre il tempo per 1 ravvedimento.

Tu, popolazione sparuta e infastidita, mi ricordi quelle coppie di mezza età che non hanno mai avuto figli. I Governi, si sa, sono come bambini piccoli. Sono chiassosi e capricciosi. Pretendono da te attenzioni spesso ingiustificate. Ti salgono sui divani colle scarpe, non se le puliscono bene sullo zerbino, e fanno chiasso col pallone durante la tua pennichella pomeridiana.

Ma richiamarli in continuazione, o peggio ancora reprimerne le manifestazioni, è un sistema educativo sorpassato. Un Governo deve esprimersi, anche se in modi fastidiosi. Esso vuole capire sessei gnorante o stolto perché ama sondaggi, questionari e censimenti, che sono
i suoi giocattoli. Non devi biasimarlo perché non lo capisci: un tempo bramavi anche tu trottole e cavallucci. E poi, se reprimi 1 Governo da piccolo, ne farai 1 adulto insicuro e privo di equilibri. E 1 adulto può incasinarti molto più di quanto possa un bambino piccolo. Ad esempio, un sacco delle tue tasse serviranno a pagargli lo psicologo; e allora era meglio essere più tolleranti prima.

Non so te, ma sin da da piccoli i miei cuginetti e io ci rendevamo conto benissimo di questa differenza. Gli zii che avevano generato cuginetti erano più simpatici degli altri che invece no. Così come i miei nipotini sostengono che, fra gli amici del papà, i più simpatici siano quelli che fumano tuttinsieme certe sigarette fatte da loro.
Quindi, non ti lamentare per i centrini decentrinati sui tuoi tavoli. Il Governo ha bisogno di spazi per colorare i suoi disegni di legge. Non invidiarne i privilegi e l'inoperosità, mentre tu ti alzi tutte le mattine e affronti il traffico. Sei stato piccolo anche tu, e le pulsioni che avevi non erano tanto distanti dalle sue.

O forse no? Tu mi dici che a te qualche schiaffone te lo davano, e con questo lassismo educativo chissà dove andremo a finire?

Ti capisco. Anch'io, in effetti, a volte.
C'era questo fratellino piccolo di una mia amica. Aveva una decina di anni meno di noi, frutto evidente di precauzioni mal riuscite. Ma non se ne aveva a male, ed era l'entità più molesta che si potesse per sbaglio concepire.

Da dolescenti non ci lasciava giocare. Qualsiasi cosa facessimo, lui si metteva in mezzo. Ci rovesciava il tabellone del Monopoli. Era il più pericoloso degli Mprevisti. O
gni volta su quel grugno schifoso mi aspettavo una pioggia di schiaffi, la cui portata non riuscivo manco a immaginare visto che io non avevo fatto mai niente del genere, e pure di certe piogge m'ero inzuppato bene.

Invece niente. Non una zia, una sorella, una nonna, un padre, una madre. “No-no; non si fa”. Oppure: “Insomma, sei proprio impossibile!”, quando la cosa era proprio grossa. Era evidente che quel moccioso pestifero se ne beava. Anzi: avevo l'impressione che con provocazioni sempre più grandi e reazioni appena meno modiche questa esecrabile marionetta impazzita si tarasse il fondoscala, esplorando i limiti del suo universo conosciuto.

Da più grandi, il Monopolio che aveva su di me quella mia amica passò oltre.
La pubertà aveva ridisegnato gli equilibri. Lei adesso era detentrice di FREGNA,
traendo da ciò superpoteri nuovi. Era femmina, eppure mi cagava. Mi telefonava a casa, addirittura. Quello su cui adesso in equilibrio precario camminavo era un filo talmente sottile che per non rischiare di spezzarlo non osavo nemmeno farmici le seghe. Chiacchieravamo per delle ore. Sembrava provarne anche piacere. Certe volte rideva anche di brutto. Boh.
Quel pezzo di merda di scimmia
madornale ascoltava le nostre conversazioni su un'altra linea. Mandava a memoria le mie sternazioni più goffe, e al rivedermi le virgolettava tutte davanti ai genitori.

Io ti capisco. Anch'io a volte vorrei prendere il Governo a calcioni nel sedere facendogli salire le scale quattro a quattro. E, arrivati al quinto piano, arrampicarlo sulla terrazza condominiale, appendermelo per le orecchie tra le mani, stancarmele dondolandolo sul vuoto sottostante, guardarmelo negli occhi e dirgli: “Tu adesso cambi, capito? Non rompi più i coglioni. Mai più. Perché altrimenti io tornerò qua con le tue recchie, e col tuo moto ondulatorio metterò a prova più dura le mie maldestre dita di pianista”.

Non vergognarti di quello che provi. Avrai avuto anche tu, le tue suore alle Lementari. Colle loro cure-Ludovico, hanno provato a estirparti la cattiveria e i bassi istinti. Ora che sei grande, non negarli più. Essi esistono. Non è ignorandoli che ti migliori. Cerca piuttosto di tollerare. Se non di amare, addirittura.
Ama il Governo, ora ch'è piccolo: da grande lui saprà ricompensarti.

Quel regazzino orribile è cresciuto. L'ho incontrato nella metro, tempo fa.
Mi dice che è chirurgo. Nel suo praticantato, il professore gli ha preso le mani e gliele ha messe sul cuore aperto del paziente addormentato. V
iene un brivido, pensando a cosa poteva combinare la scimmia non ammaestrata di una volta. “Non affonderai mai il bisturi, se hai paura di toccare. Ecco, premi bene e guarda: non succede niente”.

Hai capito? Incredibile, non è vero?
Calmo, maturo, equilibrato. Piacevole a tratti, addirittura. Giusto un tantino un po' prolisso.
Pensa come mi avrebbe operato male, trovandomi a sterno sollevato su di un tavolo peratorio, se lo avessi davvero scosso per le recchie.
Non ti piacerebbe che anche i più immaturi fra i Governi ti effettuino 1 giorno perazioni favorevoli?

Stempera il tuo odio con le riserve giuste. I Governi, poverini, hanno la mortalità infantile più elevata. Non credere che i paesi che ne detengono il primato siano i soliti, i più esotici. L'Africa sub sahariana. L'Asia occidentale. L'America latina. Sorprenditi pensando che certe città europee sono non da meno. La disoccupazione galoppante. Il debito pubblico. La sanità privata.
 
Non so se è tempo perso, questo in cui ti spiego. Più ci penso, più mi sembri uno di quei cittadini insofferenti e di mezza età che non ha mai avuto un Governo. O se ce lo ha vuto, gli è morto fin da piccolo.

1 commento:

GiovaneDentro ha detto...

Ma è proprio bello. Per davvero. Commuovente, fantapolitico ma senza troppa aranciata, generazionale... non trovo altri aggettivi per un commento dignitoso. Mannaggia. Peccato pure che i Virzì e i Muccini se ne restino chiusi nelle loro cerchiette di merda, 2ndo me qui ci usciva pure un film.

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