venerdì 21 ottobre 2022

La mediocrità della politica attuale è incontestabile.

Il Partito democratico, ad esempio. Rifondare dalla base? Svecchiare, svoltare a sinistra, volgere prudentemente al centro? Scelte difficili. Soprattutto impegnative.

Un bel cambio di nome: "i Sei Stelle". Solo uno sciocco continuerebbe a votarne cinque.

E i Cinque stelle allora? Diamine: Cinquanta, Cinquecento, Cinquemila. "Le stelle sono tante, milioni di milioni", lo cantavano cinquant'anni fa.

Con "Infinite Stelle" si chiude la partita. Il primo che lo deposita può sistemarsi per sempre.

Si ignorano le sfumature. Cosa aspettano Calenda e Renzi a fondare un Centro-Centrodestra? Nello scacchiere si libererebbe la casella del Centro-Centrosinistra, ma soprattutto una logica differenziale, un Centro-Centro-Centro-Centroqualcosa, un Centro elevato alla n, con n che tende a infinito.

E cosa aspettano i democristiani nostalgici a rifondare un Centro-Centro?

Non c'è coraggio. Perché indugiare? Sotto con "Forza Universo" "Lega SalvOni", "Gemelli eterozigoti d'Italia" (gli omozigoti si presterebbero a equivoci gender).

Infine, si sorvola sul primo partito d'Italia, oggi al 37%: l'Astensionismo, che da metà anni '70 non fa che aumentare. Leggere "Saggio sulla lucidità" di Saramago per dettagli.


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