domenica 20 dicembre 2009

In hoc signo vinces.

Dice Wikipedia che agli antichi Greci dell'epoca di Talete (storie di 600 anni indietroaccristo) era già nota l'Elettricità, nella persona dell'Elettrizzazione x Strofinio.

Bene, scusaci sai, ma tra te & Wikipedia io & Il Riccioletto diamo retta a Wikipedia tutta la vita. Quindi non è un bivio storico da scartare che gli antichi Romani, loro che erano così pratici, invece di puntare tutto sull'energia meccanica delLo Schiavo investissero piuttosto sull'Elettricità per i loro folli disegni di conquista del mondo. Presempio, prendendo Lo Schiavo e ordinandogli di lustrare una sedia di ambra finché non ne scaturisse il genio della Lambada che gli ridesse la libertà.
Per quel che ne sai poteva benissimo andare così.


Cioè, non mi sarebbe parso molto più strano che essi si friggessero i rei su di una sedia elettrificata per strofinio, piuttosto che squassar loro le casse toraciche in-crociandoli. Non ti è sempre sembrato un procedimento piuttosto farraginoso, quest'ultimo? Panta rei, lo dice pure il poeta.

Stai a capì? ancora no, eh? Voglio dire: ma te l'immagini se ad aprire qualsivoglia funzione religiosa f(x), dove (x) sta per (croce) del famoso “Segno della (croce)”, a quest'ora noi si stava facendo il “Segno della Sedia elettrica”?



>Bzzzzz< - faceva il celebrante fremendo di elettroni symulati & Perfetta Laetitia;
>BZZZZ< - avrebbe risposto l'uditorio solerte come sempre, e fiato alle danze.

Per non parlare di tutte le varie implicazioni.




A - I papponi necri rappers doltr'oceano a quest'ora al collo ciavevano i seggioloni d'oro cossopra er frikkettone a 24k.

B - Gli atei si imbizzarrivano e volevano levà dai muri della nostra Bella patria quelle cazzo de sdraie lettriche, che oltretutto consumavano un kasino. Essi erano capitanati da Peppegrillo, il quale aborre consumi che non siano quelli delle calorie che ingurgita. Ma purtroppo erano contrariati dai Leghisty, i quali addirittura volevano che sul Patrio Vessillo (che pure, loro osteggiavano da tempo) della sedia-sediòla ce ne fossero bene in vista le sbruciacchiature, come brasche di canna sulla tua T-shirt.

C - Fra 1 po', a Pasqua, si organizzavano le viecrucis elettro-statiche e non peripatetiche, da sempre così faticose per La Vecchietta. L'attore che faceva INRI se ne stava bello elettro-statico sulla sua sedia riscaldata, che a pasqua in genere fa ancora un bel freschetto. Il Centurione gli bagnava le tempie coll'aceto per meglio aderirgli gli elettrodi. Sì, purché però con i pessimi risultati rilevati dal necro enorme deL Miglio verde. Per abbreviare Segno della Sedia si poteva usare l'acronimo SS, forse appena un po' nazi, che vuoi, ma pensa Penetetto Zeticezimo come giuggiolava felice. E poi “Segno della Sedia” è molto carino, ricorda cose tenere quali ad esempio il "Gioco della Sedia" o il “Ballo della Mattonella”.


Ti vedo già, col gretto citazionismo che ti contraddistingue, a dire 'ma noi siamo scienza, non fantascienza'. Però a me tutto ciò mi pare alla portata. Le cose a quest'ora potevano benissimo essere andate così.

Se vuoi proprio deprecarmi le lettricità prima del tempo, allora accetta almeno il nodo scorsoio, la mannaja, la lapidazione. Cosa vietava all'Antico Romano di ucciderti l'oggetto di tante credulonerie in quei modi lì? Secondo me, anche quelli erano Segni che potevano venire benissimo. Pensa che ghiotte onomatopee, rispettivamente: “Ghhh”, “sSZzàck!”, “thud!”. Inoltre le catenine venivano benissimo pure loro, un bel kappietto aureo, oppure auree mannaje (“mannaja akKristo!”, ci stava già pure lo slogan), o magari un sacchettino di lapislazzuli benedetti pendèntiti dal collo boccalone. Anzi no! Facciamo 1 sacchetto di lapis rossi&blé, che in questa lugubre storia ce ne sarebbero tanti, di errori da correggere. La doppia punta puncica bene non solo in testa alle femmine vanesie, ma anche sul target di un'eventuale lapidazione.

In ognuno dei casi precedenti, nota bene, il tuo riottoso cervellino non si vede scritti sui monili tutti quei chilovolts anacronistici.


Ecco, devo convenirti che giusto il gas non andava bene. Per quanto secondo me anche Il Gas era benissimo alla portata di quei nostri geniali Antichi Concittadini, se essi sono ben stati capaci di affliggere generazioni di Ginnasiali con versioni di latino così difficili.

Non andava bene il gas, perché:

a – esso non si poteva sfoggiare al collo in quanto volatile

b – per quanto però c'era già bell'eppronto un ricco business di gas nobili e gas perfetti, ideale per incrementare il volume d'affari delle giojellerie. Specie in epoche come queste in cui c'è tanta carenza di buoni posti di lavoro

c – a maggior ragione, ti pare che lo si poteva attaccare al muro, l'omino strangolato dai gas? poi rimaneva lì solo l'omino a torturarsi il collo colle mani, il gas evaporava e sembrava che Vostrosignore si fosse suicidato e questo è peccato mortale che poi lo possono seppellire solo nella terra maledetta e già noi avevamo il nostro bel daffare a concepirgli la madre/figlia vergine e questo ennesimo mistero proprio no.

d – se il gas evaporava, come potevano avere il tempo di difenderne l'affissione ai muri delle ns. scuole i ns. strenui difensori della Fede? (dev'essere una gran gnocca questa Fede, peccato non ce la facciano mai vedé, fatecelavedé, fatecelatoccà, fors'èqquesto il Ray-Mysterio della Fede, tutta questa Gnoccaggine impossibile da fasselavedere&toccare, ma noi novelli Santommasi non desistiamo e non desisteremo mai! - capito? mai)
Dicevo, come facevano a inventariarcelo i ns. bidelli dei ns. Conservatorii Musicali? in questo modo balordo, si lasciavano vincere facile quei
permalosi di atei che non stanno mai allo scherzo, e noi pubblico impagabile non ci facevano divertire manco un po' nella tenzone teo vs ateo, e sì che san bene da ben prima di 6 secoli Avantiaccristo quanto noi si vada ghiotti di Panem & Circenses.

e - non centra niente, ma non sarebbe bellissimo costituirsi nell'ennesimo gruppo armato di Facebook rispondendo al nome di “Duomi militiaeque”?
Ahr ahr. Lo dico qui perché non voglio certo dover rispondere al citofono a quel scassaMaroni che viene a portarmisi via il modem di Fassweb. Non voglio correre di questi rischi, e poi Fecibook non lo apro da settimane anche x la paura che a quest'ora mi trabocchi di messaggi & piccioni morti, che una volta da piccoli siamo andati al mare al Circeo in una villa affittata che nella cassetta delle lettere era pieno di pulcini di piccioni morti e gusci dei loro ovetti, e videntemente non mi sono ben ripreso dallo sciòcc se ancora lo ricordo così vividamente, non ti sembra? Poi, ti pare che evito la società reale e mi comprometto cocquella virtuale, e ciò pure il cellulare spento da altrettante ere, ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo.


f – infatti, nessun commentatore ha rilevato l'evidenza di ciò che pepprimo & unico stoppeddire. Tutto è iniziato pellappunto dall'ultimo disco di quer violento Dibbattiato, dove con un apparentemente innocuo Inneres Auge (che vuol dire proprio occhio interiore) quer nasuto guerafondajo vuole in realtà lanciare un messaggio criptato ai pazzidituttoilmondounitevi che tradotto vuol dire: quasiciecategli un occhio esteriore.

g – anzi no, secondo me centrano sempre gli Antichi di Romaladrona, e in particolare quel quackuaraqquà di Cicero pro Duomo suo.

lunedì 21 settembre 2009

TuttE a casa. (capitolo III)























CAPITOLO III



Donnanuda 1: Bravo, bravo.

Io: Chi... chi ha parlato?

Donnanuda 1: Non importa “chi”; specie a te, a quanto pare. Visto che stavi per cestinarci tutte.

Io: (esitando) Non ricordo di aver premuto nessun tasto Play. Non ricordo di avere nessun filmato dove una di voi diceva queste parole, anche perché spesso vi guardavo col Mute attivo.

Donnanuda 1: Questo non ci stupisce. È ormai evidente che per te siamo solo marionette senz'anima, che ora che ti senti grande credi di poter gettare nel pattume, parli di noi già al passato... >sniff<

Io: Ma... che fai, piangi? no dai, non fare così (muovendo lentamente il mouse).

Donnanuda 1: (urlando) non provare a riavvolgermi! Vai fino in fondo piuttosto, cancellaci, tira fuori le palle, dal momento che sei così abituato a farlo, almeno davanti a noi... (ficcante)

Io: (riprendendomi) ma - come ti permetti? Certo che vi cancello, ci mancate solo voi a deridermi e sgridarmi. (girandomi) insomma, cosa diavolo è questo mugolio?

Donnanuda 1: Sono le tue Asian Deep Kiss. Vorrebbero dire la loro ma, ti ricordi? hai tagliato le parti dialettiche, tutte quelle che non riguardavano le loro acrobazie linguistiche.

Io: (sognante) ah, sì.

Donnanuda 2: Ricordi anche noi Chubbies? Hai sforbiciato via tutte le diete dalle nostre copie di Cioè senza minimamente preoccuparti che potessimo sfigurare davanti alle Skinny teens con cui ci fai condividere l'hard disk.

Donnanuda 3: E allora io, che dovrei dire? strappata al server ancora struccata solo perché al signorino garbano le Amateur.

Donnenude 4, 5 e 6: Siamo noi Lesbians quelle che qua dentro soffrono di più! Sai da quanto tempo non vediamo l'ombra di un Big black cock?

Io: (deluso) E io che credevo che aveste classe. Bella roba. È proprio vero, la madre delle sciocche è sempre Pregnant.

(Quand'ecco che dall'epicentro di quei milioni di Donnenude scaturisce una popolazione. Sono le capricciosissime Ladyboys.)

Ladyboys: (cinguettando isteriche) Sono anni che ci hai confinato tra queste sciacquette senza neanche concederci il terzo bagno che pure nella nostra terra d'origine ci spettava di diritto!

Io: (d'impulso) Che ci fate voi qui? Dovreste essere nella vostra Cartella Nascosta! (guardandomi intorno imbarazzato) Vi ho detto mille volte di non venirmi a cercare mai e aspettare che mi faccia vivo io... (risolini si levano da tutte le parti)

Donnanuda 7: (battendo le ciglia) ce l'hai anche con le tue Cheerleader, bel pelatone?

Io: (serio) La tua voce come il coro delle sirene d'Ulisse m'incatena.

Donnanuda 8: Ascolta me, mio signore. (dal mucchio si fa avanti una donna misteriosa, dal portamento fiero, avvolta in una tunica) Non serve la saggezza di una MILF per capire cosa stia succedendo. Il problema non è la tua ingratitudine. Noi siamo qui e siamo lì. Da sempre esistiamo. E saremo per sempre. Non è neanche una questione di spazi, in un epoca come questa in cui il Terabyte te lo regalano.

Io: (preoccupato) Ascolta. Non vi abbandono del tutto. Ho provato quelle cose lì, youporn. Redtube. Funzionano.

Donnanuda 8: Ah. Abbandoni anche tu lo slow food. Passi a una produzione massificata. Scegli di considerare la diversificazione dei sapori alla stregua di un costo rinunciabile. Vedrai cose scelte da altri per venire incontro ai gusti del grande pubblico. (ironica) Non temi la conseguente atrofia delle tue pupille gustative. Hai del fegato, complimenti.

Io: (merceologico) Posso darmi da fare e cercare le mie nicchie anche lì. La scelta sarà più limitata, ma il futuro è nei server. Non nelle memorie di massa che ti riempiono di roba inutile (senza offesa) gli hard disk e le mensole. A cancellare periodicamente cookies e file temporanei si fa presto.

Donnanuda 8: Non è questo il punto. Se hai la bontà di ascoltarmi, ora ti spiego.

Io: Parla pure.

Donnanuda 8: Grazie. Noi siamo il frutto di una selezione. Di una tua selezione. Forse l'unico lavoro che tu abbia mai fatto solo per te stesso.

Io: Non capisco. Che vuoi dire?

Donnanuda 8: Quando ti compri una maglietta ti chiedi se ti sta bene quel disegno o quel colore? Voglio dire, ti chiedi davvero se starà bene A TE? all'opinione che hai di te? o in quel momento speri piuttosto di compiacere gli altri?
E quando negli ultimi 30” cerchi la forza di colpire il sacco fino all'ultimo, lo fai davvero per la TUA salute? o è sempre per far vedere ad altri quanto tu sia tonico? (incalzante) Quando ti sei iscritto a Ingegneria, o quando stavi su un palco o dentro un televisore di fronte a tutta quella gente, davvero lo facevi per TE? o era piuttosto per ricevere in cambio il consenso che credevi ti sarebbe spettato di conseguenza?

Io: (terrorizzato) ...

Donnanuda 8: (trionfante) Noi siamo l'unico lavoro che tu abbia mai fatto nella tua vita per compiacere, per una volta infine, solo te stesso. Eppure mai, mai ti sogneresti di mostrarci a chicchessia. Qualche volta, è vero, di noi parli. Sminuendoci, però. Ogni tanto in società ammetti spontaneamente la detenzione di una modica percentuale. Credi che, se lo fai, nessuno penserà che hai qualcosa da nascondere. Né in qualità né in QUANTITÀ.
E ora vuoi cancellarci. Bravo. Non cancelli noi, tu cancelli te. L'unica vera, incontaminata, tua essenza. Non ti bastava continuare a diluirla tutti i giorni nelle tue sciocche puerili vergogne quotidiane.

Donnenude random: È vero!
Complimenti eh!
Siamo solo JPEG ipercompresse, eppure ci fai schifo.

Io: (farfugliando) non me ne frega niente... siete un fardello troppo pesante da mantenere... la vostra esistenza mi sottrae energie reali per ottenere qualcosa di meno grottescamente irreale...

Donnanuda 8: (maliziosa) Vieni qui, stupido. (Si scansa dal petto un lembo della tunica)

Io: Oh no. Puffy nipples.

Donnanuda 8: Bravo. Su, di' A-ahm. “Àaahm”. Dove va l'aeroplanino?



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



Un magnifico esemplare.
Senz'altro.
Inimitabile prematuro generatore di nostalgie.

Ma il vedere materializzarsi uno, forse il più perfetto, degli oggetti delle mie fantasie, mi distoglie dal discorso che pure stava riuscendo a fregarmi. Avevo già deciso. Per tutte, Shift + Canc.
Ma... perché ora si fermano? E cos'è questo rumore?

Ticchettacche, ticchettacche.

No! Adesso no ! Ce l'avevo quasi fatta... posso ancora farcela, mi basta premere il pulsante Indietro sulla finestra del mio mastodontico casino binario, selezionare la cartella e comporre al volo la fatidica combinazione di tas >|<




NdV: sarà poi avvenuta, la cancellazione? sarà poi stata svuotata, la mensola?




mercoledì 16 settembre 2009

TuttE a casa. (capitolo II)






















CAPITOLO II




Tema: Il mio attuale computer.



Svolgimento:



l mio attuale computer, puttanamaestra, è poco performante. Parlo di quello destinato alla navigazione, che tutti gli altri li uso per generare musica e montare filmati, insomma, per far girare tutta una serie di nobilissimi e pesantissimi applicativi professionali che non sto certo qui a dirti.
Oppure sono combruti piccolissimi, che mi cantano la ninnananna dal grembo prima di addormentarmi. È evidente a tutti tranne che a te che sto parlando del combruto generico atto alla navigazione e allo scaricaggio. Di qualsivoglia sostanza, freeware o busyware, legale o illegale, gnuda o ignuda.

Esso (il mio attuale combruto navigabile) ultimamente s'inceppa. La ventola inizia a rantolare un ticchettacche più o meno lungo, dopo il quale due sono le cose. O il puntatore del mouse si blocca fino al prossimo ticchettacche, oppure si finisce nel riavvio di sistema.

Domanda: saranno state le Donnenude? Non so. Certo è che ciò gli hard disk (hard disk, sottolineo) pieni zeppi di dati. Magari è proprio tutta questa pienezza di contenuti a scaldare (sottolineo ancora: scaldare) lo hardware (sarà
chiaro il messaggio?). Come posso fare? – mi sono più & più volte chiesto. Ho eliminato tutti i file rinunciabili, ho trasferito su HD esterni alcuni di quelli irrinunciabili.
Ora, tornando alle Donnenude, un buon metodo per avere una stima del mio giro di Donnenude potrebbe essere quello di andare a vedere sul mio attuale computer, che tra tutti i miei altri a questo punto viene eletto per acclamazione Il Più Navigato.

Immagino che finché non soddisferò la tua insana curiosità tu non mollerai la presa. L'hai voluto tu. Andiamo.

Iniziamo coll'unire le due cartelle che so contenere della pornografia a buon mercato. Anzi no, che proprio per la scarsa performanza di cui testé parlavo rischio di innescare l'ennesimo ticchettacche impallatore di sistemi operativi.
Per potermi uccidere la coscienza e nel corso dell'operazione fare il vago, metto su nel lettore multimediale Non è poi così lontano dei Perigeo.

Dunque. La prima cartella, quella piccolina diciamo, dice 8,62 GB (9.265.774.592 byte).
Credevo peggio. Si chiama “df”, per inciso. Vatti a ricordare perché.


Passiamo alla seconda. Per quella vado a braccio: trattasi di Nuova cartella(3), e temo che peserà un tantino di più. Vado.
Ancora mentre sono qui a scrivere, sulla finestra Proprietà i numerini piottano. Brutto segno. Ecco, ha finito.
Gulp. 129 GB (139.306.627.805 byte) su 160 totali di uno dei miei due HD.

Quindi attualmente totalizzo 137,62 GB (148.572.402.397 byte). Dicasi 1.188.579.219.176 uni & zeri. Al cambio attuale (1 Donnanuda ~ 40 KB) fanno, fatti due conti, 3.627.255,918 Donnenude.

Sono più di tre milioni e mezzo. Troppe. Anche quella lì, da 0,918 in questo momento m'indispettisce non poco. Cosa era quel 0,082 mancante? Sarà stata una Hairy che si era da poco cavata dal pube le doppie punte? Bella roba, queste hanno preso il mio computer per il loro casino, e poi chi pulisce? Poi le doppiepunte si conficcano nella ventola e parte Ticchettacche, la famosa canzone.
Ah però! Aspetta. Alcune di loro stanno ferme immobili, le ho piluccate dalla rete tutte io una a una, e per loro la stima di 40 chilobyte è più o meno calzante. Molte però si muovono, le volte che io premo il pulsante Play. Magari che ne sai, la stima è sovrabbondante per causa loro.

Non so. Sono un po' triste, ma forse esagero. Certo è che neanche la visione del trailer di Italian Spiderman riesce a tirarmi per bene su, come le altre volte.

Piuttosto: come si chiamava il capellone di quel libro che a un certo punto sbrocca e inizia a fare piazza pulita di tutti gli scocciatori che gli infestano casa? Ah sì: INRI, o roba del genere. Voglio fare come lui, come INRI. È giunto il momento nella mia vita di fare un po' d'ordine, un bel repulisti è quel che ci vuole. Ora facciamo Shift + Canc su quella dannata topaja (sic) abusiva che mi rallenta le prestazioni (sic).

Lo sto per fare davvero.

“Lo sto per fare davvero?” Sarebbe incredibile. Come, come dimenticare alcune di loro? Conosco tipi (uno solo, in realtà) che per aver fatto cose del genere in momenti di debolezza (aver cancellato il loro Harem informatico) ancora ci si prendono a schiaffi.

Inizio quindi a pensare a loro come individue, non come mèri (per sempre) aggregati di cifre binarie. Alcune di loro le conoscevo per nome. Una per una. Rivado colla mente a Cleo, Autumn, Chloe, Aria, Veronica, Kerry, Tiffany. E tante altre brave ragazze, che lavorano veramente. Queste si facevano il mazzo (sic).

Ricordo benissimo, tanto per farti un esempio, una di quelle messe in scena con Chloe che faceva la maestra e Autumn che faceva la discola. Autumn era convocata a colloquio da Mrs. Chloe che la rimproverava; e lei che fa? mastica una cin-gomma. Allora Chloe le intima "sputa quella cin-gomma!" (in inglese, quindi dirai "che ne sai, tu"; ma la recitazione era così coinvolgente che pareva si esprimessero nella mia lingua madre). Ma Autumn, appena crede di cogliere Mrs. Chloe in un momento di distrazione enfatica del discorso, che ti fa? per la gioia di noi piccini, appiccica la cin-gomma sotto la cattedra.
Accortasene, Mrs. Chloe non può che punirla, questo lo capiamo perfino noi piccoli spettatori: in fondo, se l'era cercata lei! Quindi inizia a sculacciarla non fortissimo. Ma con suo grande stupore, ella (la discola) ride. "Essere sculacciata a te piace!", le fa. E la nostra eroina coraggiosamente ammette che in effetti sì, non le spiace mica. Sicché è tutto un conseguente riavvicinarsi del corpo-docente al corpo-studente. Le incomprensioni vengono superate. La concordia regna sovrana. Contenuti sempre attuali, ne converrai. Altro che Gelmini.

E io dovrei trascinarle nel cestino? Così, vigliaccamente, aprendo di cartella in cartella fino a spuntare la voce Visualizza cartelle e file nascosti?


Sì. Non c'è altra scelta.

Amiche mie, conoscervi è stato sssupèndo ma adesso devo spiccare il volo verso altri lidi, non so quali. Non è possibile. Siete troppe. Non ce la faccio più a mantenervi. Così tante è praticamente inutile. Non trovo mai quello che voglio, non provo neanche più a cercarlo. E a sfoltirvi ciò provato, tante volte. E siete comunque tutti quei giga.

No, non ce la faccio più, ricordarmi di 'tutti quei giga' mi ha ridato la determinazione che stavo perdendo. Ora o mai più: vi sto per cancellare. Adesso lo faccio. È come prima di un tuffo, il mio baricentro è ancora ben piantato sulla roccia. Ma quando tentennando sempre di più starà per uscire dal mio cono d'ombra, mi ricorderò di darmi slancio e salterò verso l'alto e mi butterò. Se quest'estate per la prima volta a trentott'anni ho imparato a farlo, e ora lo faccio voglio dire anche con un certo stile, figurati quanto mi risulterà più facile generare con il solo dito
un >click<.

Quand'ecco che da lontano sale flebile un vagito.


(continua & si conclude la prossima volta)


venerdì 11 settembre 2009

TuttE a casa. (capitolo I)


L'onestà è la meglio virtù
e gli spinaci la meglio verdura.

Braccio di Ferro e il Gip
Milano Libri Edizioni, 1976






















CAPITOLO I



'occasione me l'ha data l'ennesima corvé materna.

Voglio vedere se quest'estate riuscirai a svuotarmi la mensola di camera tua, mio diletto pargoletto”. Imitazione praticamente perfetta, salvo le ultime tre parole. In loro vece, sostituisci piuttosto un tono pervicacemente esasperato o vessato dalle ingiurie della terza età. La mia.

In effetti, alla bella età di 37 anni mi ero deciso, riluttante, ad abbandonare definitivamente il tetto familiare. Senonché la mensola che mi sovrastava il divano letto, pur svuotata da tempo dalla manualistica musicale cui era destinata, nella sezione centrale si ostinava a contenere pile di CD in contenitori di tutte le fogge. A libro, di plastica, a cilindri di altezze varie.

Il lavoro mi sarebbe costato in tutto la bellezza di 2 o 3 minuti. Il tempo di mettere tutto in una busta di plastica da ficcare a sua volta in uno dei capienti armadi a muro della mia nuova magione, più discreti di una banca svizzera. Ma lo rimandavo, perché sarebbe stato sostituito da una richiesta nuova, di certo più onerosa. Il colpo da maestra però era stato concedere come periodo un'intera stagione, quella fra l'altro in cui non lavoro e sono completamente esente da scuse.

Bene, mi tocca muovermi. Anche perché è il lunedì di mezzo settembre in cui i Genitori (uso la majuscola che destinerei a qualsiasi altra entità trascendente) tornano dalle vacanze, circostanza che mi rappresenta indubbiamente la fine dell'estate.

Quella mensola. Quali cidì ci stavano, poi. Quelli musicali, tutti rigorosamente originali di prima dell'adiesseèlle, li avevo portati a casa di già. Cciono (ci saprai fa', tu, a enjambement?) in uno scatolone, in attesa che compaia sul mercato un portacidì che mi s'intoni all'arredamento.

Quelli che ancora mensulano meschini lì sopra sono più che altro software musicali obsoleti, ma che magari potrebbero servirmi ad aprire vecchie song cui magari un giorno vorrò rimetter mano. Vecchi backup. Vecchie Donnenude.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



ià. Ora che mi ricordo ci dev'essere almeno un contenitore cilindrico alto un palmo, pieno di Donnenude (anche “Donnenude” vuole la majuscola in quanto entità trascendente non secondaria). Non completamente pieno. Sopra ci sono dei cidì-civetta, atti a stornare l'avventore occasionale. Dei vecchissimi generatori di suono digitale, dai nomi alfanumerici che scoraggerebbero pure un paleontologo musicale del XXX sec. in vena di straordinari. Sotto, uno strato di altri cidì preservativi (uau!) dell'integrità della Donnanuda, isolandola dallo sfregamento colla base del contenitore.

Donnenude davvero vecchie, in qualche caso. Su cidì giusto le prime, scaricate compulsivamente dall'ufficio in cui facevo il consulente musicale. Il primo luogo dotato di una flat veloce cui avessi avuto accesso. Cidì da 650 mega, tanto per inquadrarti il periodo storico. La maggior parte su DVD, invece. Beicappate dai miei vecchi computer nel corso degli anni, in paziente letargo nell'attesa di essere catalogate – gliel'avevo promesso prima di ibernarle.

Se non lo sai, un palmo misura circa 25 cm. Consideriamo, io e te, 5-6 cm come primo strato, e un solo cm per lo strato isolante dal fondo. In mezzo, qualcosa come 18/19 cm di memoria ottica. Tenendoci stretti e concedendone ai cidì un terzo, stimando lo spessore di un cidì/divudì pari a mezzo mm. fa uno spessore di 6 cm. Il che significa 120 cd (in 6 cm ci stanno 60 mm e quindi 120 cd da mezzo mm cadauno, pirla) a 650 mega cadauno. Il resto va in dvd. Resto da quantificarsi in: 12 cm x (quant'è un dvd? è più vicino Google o il cassetto della scrivania, per controllare? Google dice 4,7 – facciamo per semplicità 4,5) 4,5 giga, non mega, x 240 dvd.

So che mi hai abbandonato, più o meno a “
un palmo misura circa 25 cm”. Però quando un pigro come me si è messo in moto, lo ha fatto con una progettualità preliminare che doveva conseguentemente consentirgli il minimo sforzo. E soprattutto, nessun pigro getterebbe via un qualsiasi lavoro, una volta decisosi a iniziarlo. Riassumo e concludo:

25 cm –
6 di primo strato -
1 di materia isolante =
---------------------
18 cm; dei quali

60 mm di cd da mezzo millimetro l'uno sono 120 cd, x 650 mega fanno 78.000 mega, che diviso 1024 (storie di calcolo binario spinto, caro il mio allocco) fa più di 76 gigabyte.

Uau! E allora quanto sarà il resto dei dividì?

12 cm (ovvero 120 mm) di dvd sempre da mezzo millimetro sono 240 dvd, da 4,7 gigabyte. Cosa dirà la calcolatrice di Windows?

Per mezzo di una schermata asettica, dirà esattamente questo.




Fanno 1128 GB di DVD, che sommati ai precedenti 76 dei CD fanno 1204 Gigabyte.
Se dividi anche loro per 1024 superi il Terabyte.
Ovvero 1.292.785.156.096 bit.

Su quella mensola, maledetto coglione, tieni più di mille miliardi di uni e zeri a forma di puttane.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



o, calma. Qui adesso ci vuole un casino di litri di sangue freddo.
Mille miliardi. Aspetta un attimo, che me ne frega di uni e zeri. Io scaricavo le Donnenude, mica facevo il contabile. Facciamo due conti. Una Donnanuda media, di quelle free download, al libero mercato può pesare sui 20-30 chilobyte. Facciamo 40. Quanti KB sono 1.292.785.156.096 bit? Sigh, “1.262.485.504”, dice la Calcolatrice di Windows. Che diviso 40 fa? 31.562.137,6.



Trentuno milioni e mezzo di Donnenude sulla mensola della mia vecchia camera da letto.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



l vuoto da me lungamente fissato nella persona del monitor (ma col fuoco visivo puntato ben oltre), mi suggerisce le diverse, seguenti, considerazioni.

1) Avevo trentuno milioni e mezzo di Donne nude in equilibrio instabile sulla mensola sopra il mio vecchio letto. Quale epoca malsana permette normative cosi scollacciate in materia edilizia?

2) Ora capisco perché la mia mammina era così ansiosa di farmi liberare quella mensola.

3) Ne avessi vista una, di Donnanuda in carne&ossa, in questo anno, sul mio letto nuovo.

4) Ma che cazzo ho cambiato casa a fare?

5) No, fermi tutti. Questi sono numeri falsati. Ti pare che nella masterizzazione di un qualsivoglia supporto ottico venga occupata la sua intera capienza effettiva? AHAHAH (risata compulsiva), è questo il punto! Ricordo benissimo che il più delle volte lasciavo aperta la sessione in previsione di aggiunte future. Quindi, molti di quei dischi avranno solo pochi dati scritti su. Che so, tipo un cidì conterrà una media di 2-300 mega, e un divudì al massimo un paio di giga.

Rifacendo i calcoli, trattenendo solo un terzo dei giga dei cidì siamo sui 25 GB. Cui sommare meno della metà dei dati su divudì, diciamo 500 GB. E 525 GB rappresentano (525 x 1024 x 1024 = 550.502.400 KB, costituenti a una media di 40 KB/Donnanuda) la bellezza di 13.762.560 Donnenude, valuta corrente.

Tredici milioni di donne nude. Anche più. Diciamo la metà. Diciamo un quarto. Diciamo un tredicesimo.
Fa un milione di Donnenude. Che se le sognava pure il Signor Bonaventura più tutta la redazione del Corriere dei Piccoli.

Un milione di Donnenude. E non ciò il telefono di nemmeno una.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



a situazione, lo capirai perfino tu, è insostenibile. Potrei verificare meglio quel contenitore. Forse quei 25 cm sono solo 20. Forse 18. Forse, non tutti e 18 quei cm sono occupati da cidì. Eppure mi sembra di ricordare che all'ultimo non ci entrassero neanche tanto più bene, forse – sigh – all'epoca avevo pure dovuto rosicchiare spazio da quegli strati-sandwich superiore e inferiore.

Magari, che ne sai: da una stima apparentemente plausibile quale quella del mezzomillimetro a disco scaturisce un errore che, sommandosi ricorsivamente, si fa tutt'altro che marginale.
Anzi, è senz'altro così: che ancora me li ricordo quei luridi libri scritti da ingegneri-zombie che illustravano la - peraltro più interessante di tante altre cose – Teoria degli Errori.
Basterebbe andare, prendere, stimare.

Macché. Questa storia mi ha troppo stranito per superare, d'incanto, le mie pigrizie.

Anche perché. C'è un'altra via. Il mio computer. Il mio attuale computer.




(continua)



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



domenica 2 agosto 2009

Happiness for dummies. (*)

È una vera ficata. Non so suonare lo strumento della chitarra (complemento di denominazione) e lo faccio in questo e quest'altro pezzo (non certo quello attuale, dove ho usato il Guitar Fynth).

Rifuggo dal parlare la lingua dell'inglese (complemento di specificazione, mi riferisco all'inglese-archetipo quello colla bombetta scimmiottato dAlbertosordi) e lo faccio qui, addirittura per iscritto.


Volevo pure aggiungere il verso “la madòna è molto bèla - se cosparsa di Nutèla”.
Ma poi ciò avuto paura che a Radiomaria me la boicottassero.





(*) in effetti il titolo si deve a Littleangel Simon


giovedì 16 luglio 2009

Dum de dum.

Ah! Poi l'ho finita, la canzone.
Fa così:


sabato 2 maggio 2009

La lampada di Asterione.



















“Un'altra menzogna ridicola è che io, Asterione, sia un prigioniero.
Dovrò ripetere che non c'è una porta chiusa, e aggiungere che non c'è una sola serratura?”





Perché la gente si divide in: quella che si lamenta e quella che fa. Io, mentre tu stavi lì a minchieggiare, stavo a mmortare l'investimento spaziotemporale fatto nel pallosissimo riallestirmi lo studiolo musicale, + bello e funzionale che pria. Evidentemente ora più che scrivere mi va di ammortare. Calcola che a Ingegneria in Ammortamento ciò preso pure 26/30, se ben ricordo l'ammortare del furto.

Quindi ora la mia vit asociale prosiegue senza scosse tra lavoro, ass-licking (che in realtà sarebbe kick-boxing ma fa più ridere me stesso chiamarla così, per assonanza colla famosa branca del porno), letture di giornaletti, contemplazione di e affezione a Futurama e per l'appunto ammortamento. Niente, ciò diversi pezzi in ballo, alcuni buffi, altri tristissimi. Quelli tristissimi non mi piacciono tanto perché mancano di ironia, checcazzo ci devi fa. Questo è proprio uno di quelli senza ironia, ma non riuscivo a essergli indifferente perché di grande attualità. Certo è che nella mia condizione di ridente e fuggitivo in questa valle di lacrime non ciavevo grandi mezzi espressivi, specie per ciò che concerne la batteria. Cheppalle la batteria, non produce manco una nota ma non se ne può fare a meno. Allora faccio così, metto sta roba online e dico a un batterista amico mio se ci vuole mettere qualche volt di batteria lui, sennò niente, rimane così. Mò gli mando una mail e vediamo che dice. Ecco la mail.

“Senti, che per caso vuoi mettere la batteria su un pezzo dal BPM di 70 che ho fatto io e che trovi qui? Oh, se non ti va non ti fare problemi eh, non mi va a me figurati se ti deve andare a te. Se ti chiedi a che serve questo pezzo ti dico che esso può espletare diverse funzioni, che vanno dal valere la nomina a Imperatore dell'Universo (tanta la ricchezza da esso potenzialmente prodotta, in un qualche modo che poi si può sempre vedere), alla sua mera fruizione nelle lunghe giornate in cui uno medita il suicidio. Qualcosa mi dice più la seconda.
Forse sarebbe da accelerare un po', nelle ultime ore mi sta alquanto allappando il cazzo. O forse no. Sarebbe pure bello appizzàje 1-2 chitarre, visto il percorso fatto negli ultimi decenni dal rock'n roll (ci sarà un motivo se dalle chitarre non prescinde manco uno vestito elegante come Amedeo Minghi), nonché una voce che non sia quella di un ex ciccione.

Bella XXXX, con affetto immutato e senza alcuna componente psycoricattatoria nel dirlo."



Vediamo che succede.



venerdì 3 aprile 2009

Che Can(s)ino (*).


Ma ecco finalmento il Vilipendio ai Còni. Premetto che non ciò mai avuto niente contro di essi né contro altri solidi di rotazione né contro tutti gli altri protagonisti della geometria del piano e dello spazio, dei quali anzi ho sempre riconosciuto il sobrio fascino. Quindi ribadisco: niente di personale.

Il fatto è, semplicemente & amoralmente, che Vilipendere i Còni mi costituiva occasione di umorismo. 'Ah. E dove si trova quest'occasione? tracciami 1 cartina sennò mi perdo', è la domanda che già ti scorgo nella fiacchezza delle cervella prim'ancora di dar tuttoquesto al www.

Non so, mio ingenuo situazionista. Nelle splendide cattivissime storie di Luciano Bottaro ti divertiva vedere Pippo, non credente nell'esistenza della strega Nocciola, continuare a pretenderle prove della stregaggine mentre le volava sulla scopa? A me sì. Ti farebbe ridere se pur ritenendo inventata di sana pianta la favola dei 3 porcellini tu riuscissi a scoperchiare edifici solo soffiando? Ti emozioneresti anche tu, sapendoti capace di sfasciare le chiese durante le loro erronee sacre funzioni y=f(x) con una pernacchietta sola, o no, sei il solito filisteo?

Io che sono candido come 1 bimbo, io sì, mi ci divertivo e mi ci divertirei tuttora. Mi ci emozionerei. Quindi figurati quando a 1 certo punto riesco a registrare 1 intera canzone con uno strumento di palese fantasia quale la Chitarra. Parlo di tipo 3 minuti di canzone eh, con uno strumento che non esiste, che non può esistere. Cioè, fisicamente esiste una cosa fatta a forma di chitarra; ma è impossibile da suonare. So dove trovarci su le note, gli accordi, le pause, i bequadri (la chitarra è piena di bequadri). Ma checcazzo è impossibile che ci sia qualcuno colle dita di ferro che non ci si faccia un male boja, nel tentativo di mettere in pratica tutti quei nozionismi lì. Tutti quei dischi, col suono magari di pure più di una sola chitarra, è chiaro che li fanno col computer da un sacco di anni; se sono stati sulla luna sia per davéro sia per finta (che in entrambi i casi era 1 bel casino) figurati se non potevano dissimularci l'uso di uno strumento impossibile, sia sui dischi che nei live.

Difatti, cosa è la Pressione? è la Forza diviso la Superficie. Prova a premere fortissimo un dito sul tavolo: non ti fai niente xché xquanto grande sia la Forza, grande è la Superficie. Ora prendi una rosa. Guardala, avvicinatela al naso e cercane il profumo. Poi, colla stessa forza che prima hai riservato vigliaccamente al tavolo, stringine il gambo fortissimo tra le dita in prossimità delle spine, se ciai coraggio. Bravo stronzo in entrambi i casi, se l'hai fatto e anche no (perché sarebbe preferibile che facessi sempre tutto quello che dico io). Ora avrai imparato per sempre cosa è La Pressione. Quindi, che ci sia uno strumento che ci dicano essere suonabile (quando quello strumento cià delle corde di cui potrei anche riferire il calibro cercandolo su Google ma non mi va, e comunque è un ordine di grandezza ben più piccolo del millimetro) è più falso di una capocchia Modigliacea. È come se uno dicesse che Jerry Lee Lewis aveva inciso Great Balls of Fire su un piano a puntine colle puntine mica conficcate nei martelletti, come usa nei piani a puntine, ma incollate sui tasti a punta allinsù. E manco accenno ad altre palesi facezie quali barrè e svisate varie con cui uno dovrebbe trarre altri suoni. Semplicemente dolorosissimi e/o impossibili. Quindi La Chitarra è impossibile, e Il Chitarrista non esiste.

Impossibile che uno sia credulone e/o autolesionista al punto di ritenere suonabile Una Chitarra, dici tu? Hai sbagliato anche stavolta (che campi a fà, dico io), io, io l'ò fatto. Incurante del dolore e dell'apertura dei polpastrelli e degli scoppi di risa che mi procurava in ogni istante la mia stessa condizione di citaredo illusionista, ho suonato più volte su una chitarra questo pezzo, giuro!, e come prova telò pure registrato.

Ora che mi sono cimentato con 1 certo successo nel campo dell'impossibile, forse posso riuscire a prendere a pedate nel culo iddio, o in subordine spaccargli sulla gobba una statua maledetta di Padrepìo. Ce la posso fare, poffarre. Se sono riuscito anche a smettere di fumare, questo & altro. Magari riuscirei anche a rompere alla Maronna l' ”imene di ferro–yes” coll'ugello, se superassi lo skyfo.



(*) Per le consulenze anglolinguistiche si ringrazia Il Riccioletto e i suoi trascorsi.



giovedì 19 febbraio 2009

Beast seller.







Alien Can


È facile smettere di farsi le pippe (se sai come farlo).
2009, 129 pagine, brossura, I ediz.
€ 9,90














In Sintesi

Mio padre morì di seghe ai testicoli a meno di 45 anni. Io stesso fui un incallito onanista per 33 anni, dal 1950 al 1983, soprattutto durante la leva militare a 18 anni, arrivando a masturbarmi cento volte al giorno e comunque mai meno di sessanta.

Così asserisce Alien Can, famoso autore di best-seller internazionali che hanno ajutato milioni di persone a liberarsi dalle proprie dipendenze. Il suo primo libro si intitola "È facile smettere di fumare se sai come farlo" (The Easy Way to stop smoking), e in seguito ha applicato con successo il suo metodo Easy Way® (letteralmente 'fare soldi limitando il divertimento altrui') allo smettere di bere, al calare di peso e al bestemmiare. Ora ci riprova col vizio delle pippe, l'ultimo vero flagello dei nostri tempi.

Nel suo ultimo libro Alien Can racconta di essere riuscito a smettersela una buona volta di masturbarsi “con la sola forza della ragione”. Aprì quindi 70 centri specializzati in 30 paesi. Dato però che il suo metodo imponeva ai pazienti di continuare a masturbarsi sino alla fine dei seminari (sic), ingravidato dalle continue ejaculazioni il 29 novembre 2006 purtroppo Alien morì di parto.



I commenti dei lettori

Giandomenico Impertinenti (11-01-2009)
È passato più di un'anno da quando ho finito di leggere il libro e d'allora non mi sono più fato una pippa. Vi garantisco che è vero: E' FACILE SMETTERE DI FARSI LE PIPPE!!! ma la cosa più speciale è che vi garantisco che non le farò mai più. ORA POSSO RICOMINCIARE A VIVEREEEEEEEE

Fricanzano Poffarre (11-01-2009)
Da che ho memoria mi sono sempre fatto le pippe, anche tra il primo e il secondo tempo di una partita alla televisione o di un film al cinema non riuscivo a resistere Morale: ora so come non farlo più. La mia vita sociale è migliorata di colpo, ora nessuno evita più di darmi la mano anzi me la stringono con calore e non sento più le risatine della gente quando mi volto.

Saetta (13-01-2009)
Nessuno dei miei amici mi credeva ke un giorno potevo riuscire a smettere però si sono dovuti arrendere 10 mesi senza farmi 1 pippa :) !!! ora corro come un fulmine e finalmente non ci vedo più sfocato come una volta senza farmi l'operazione al laser quindi io questo libro ve lo consiglio proprio a tutti.... mi sono pure trovato la morosa :D

Dorian Grey (14-01-2009)
Questo libro mi ha liberato da un incubo. Nemmeno con l'ipnosi avevo smesso di farmi le pippe, grazie Alien! Come ho finito l'ultima pagina ho sentito che mi era scattato un qualcosa che prima non era mai scattato. Nei momenti più duri semplicemente ora penso a me, ora ho più tempo per me stesso e tutto questo senza minimamente tuffarmi sul cibo o ingrassare

Senapismo (15-01-2009)
Onanista compulsivo praticamente da sempre, ora ho un sacco di tempo libero! Ho finalmente finito gli esami di ingegneria informatica e ora mi manca solamente di discutere la tesi, prima quando mi mettevo a studiare avevo un'autonomia di una ventina di minuti dopodiché dovevo afferrare una rivista e correre al bagno. Ora però mi devo trovare una ragazza ;)

Belati Christian (15-01-2009)
siete dei creduloni possibbile che nessuno dice che la psicoterapia è una cosa seria e cè bisogno di uno specialista vero che ti segue e non di un libro che ripete sempre le stesse cose??? mi fate proprio ridere come se uno che si fa dalle 30 alle 50 pippe al giorno ora può smettere solo perché lo legge scritto sul suo libro ma fatevi una sc**pata piuttosto!!!

Eulalia (16-01-2009)
Guarda Cristian ke se magari per te non ha funzionato qusto non vuol dire ke allora non può funzionare per nessuno! io so solo ke il mio ragazzo prima non aveva nessun interesse per me e adesso invece...ha sempre voglia! io penso solo ke tu non hai letto con attenzione il capitolo sul kiudere le porte a kiave e i nascondigli. Un saluto da Eulalia ora vado dal mio ragazzo ke mi vuole dire una cosa o due ;P

Corrado C. (19-01-2009)
Ho letto il libro sul traghetto Olbia – Civitavecchia.....posso solo dire che a metà viaggio mi sono fatto l'ultima pippa sul mio posto-ponte, ho buttato il fazzolettino di carta in mare e da allora mai più! Anche a mia moglie e mia sorella l'ho fatto leggere e ora nemmeno loro le vogliono fare.

Felice666 (21-01-2009)
Spendevo un monte di euri in Kleenex, e con i 10 euri del libro ora coi soldi che ho risparmiato mi sto comprando la Golf turbodisel!!! che dire...grazie Dottor Alien, spero che quel mostro bastardo che avevo dentro e mi tormetava stavolta grazie a te sia morto x sempre

Mentuccia (22-01-2009)
Miticoooooooo...ho smesso....ed è stato FACILISSIMOOOOO.....basta leggere il tutto con la mente ben aperta e smettere di farsi fare il lavaggio del cervello....come dice il Dottor Ailenn è veramente fantastico sentirsi liberi......

Bengi Price (24-01-2009)
Grazie Alien riposa in pace benefattore universale. Equivali al Buddha, al Ghandi, al Cristo, le persone dovrebbero benedirti e fare un peregrinaggio hai tuoi luoghi per averci liberato da una vera e propria schiavitù anche al prezzo della tua vita. Io ora oltre ad aquisire una buona salute non mi sento più emarginato come quando non me la sentivo di uscire di casa e stare per tante ore lontano dalla possibilità di farmi una pippa. Farsi le pippe come la droga è una delle grandi tragedie della contemporaneità in cui viviamo fatevene una raggione brutti pezzenti

Gianni il matto (31-01-2009)
Ottimo libro, ma secondo me per smettere di farsi le pippe c è solo bisogno della topa-

Ora si che si sta bene (04-02-2009)
finalmente grazie ad Alien ora io e la mia compagna abbiamo avuto un bambino anzi Manuela è di nupvo incinta. Inutile dire come si chiamera il piccolo dato che sara' un bellissimo maschitto......vero Professor Alien? ;)

Uno che la sa lunga (09-02-2009)
MI fate ridere voi che con un libro così nelle libbrerie magari a quest'ora state nei vostri bagni a farvi le pippe!! Per non spendere 10 miserabili euri continuate a ridurvi nella peggiore delle schiavitù e a ingrassare le multinazionali del Fazzolettino di carta...vi meritate proprio di andare falliti quando con quei soldi si potrebbe almeno fare la beneficienza a chi veramente ne ha bisogno più di voi e delle vostre vizziosita'

Max (12-02-2009)
Ho visto le impressionanti foto dei peni di onanisti che si facevano le pippe da 30 anni, ho letto le terribbili scritte sui pacchetti di fazzolettini ma non c'era minaccia che tenesse rispetto alla voglia che avevo di farmente regolarmente una buona. Il libro me l'hanno regalato e mi ricorderò per sempre la vacanza in cui l'ho letto e soprattutto se lo ricorderà la Monica la mia fidanzata di allora LOLLL.......

A PiPpAroLiiiiiiiiiiii... (14-02-2009)
...ahahahahahahahahah

Alan da Imola (17-02-2009)
fate come vi pare ma io penso ke non e serio credere ke solo leggendo un libro uno smette di tormentarsi firmato alan da imola

grazie, grazie, grazie!!! (18-02-2009)
non ho più irritazzioni prima se non mimettevo la nivea tutte le sere era un grosso guaglio ora ho smesso di provare dolore

una domanda (19-02-2009)
professor Allienn nn si potrebbe fare 1 di questi libri anke per ki scureggia?!?

sabato 14 febbraio 2009

Fenomenologia del 'Conto fino a Tre'.



Certe volte uno scrive una cosa e poi ci trova un titolo. Altre più rare no, si inizia da un titolo che si trova fico.

Bene, questo è fico. Mi gioco la spocchia, sono troppo sicuro del fatto mio. Perché a essere fico è il concetto del 'Conto fino a tre'.



È fico il liscio (tranne che per il calciatore), perché ricorda ai vecchietti di quando da giovani ballavano strusciandosi coi genitali davanti a tutti. In epoche che vorrebbero dirsi più proibizionistiche delle nostre; ma non è vero. Che se ci provassi oggi, a darti addosso avresti tutti gli sgherri di sx & dx senza manco bisogno che il ns. Papa dal fiato di topo (Rat-singer) debba prendersi la briga di burattinarli.

È fico il cartone animato di una volta (con prudenza, per carità) per chi è cresciuto non su una zattera nel Mississippi ma pettinato dai raggi catodici.

Sono fiche le BR per chi da piccolo a quell'epoca assaporava quell'alone d'inquietudine che davano anche le cose più quotidiane, come fosse un grande gioco generale.

È fico il fascismo per il maschietto che da piccolo grazie a lui si era ritrovato in divisa e in possesso di armi legittime (e non dirmi di no, brutto bugiardo, che da piccoli questa cosa sarebbe stata grandiosa per chiunque); e per la femminuccia, cui si regalavano training di futuribili Mamma&figlia. Manco tu, femminuccia, dimmi di no. Mai! su nessuna cosa che io abbia la voglia di chiederti.

Praticamente la memoria riesce a trasformarti ogni cosa, anche le più brutte, in struggenze a tuo dire poetiche. Il terrore delle interrogazioni, l'Austerity delle domeniche a piedi, le tivù bicolori e senza telecomando. Senza perderci altro tempo, facciamo prima se ammetti che perfino 'conto fino a tre' qualcosa te l'ha smosso. Se non altro perché è terribile, è aranciameccanico aversi un numero, il tre, che quando lo senti sai che stai per passare grossi guaj. Senti che brutto, 'tre', 'tre', 'TRE'!




Povero cagnolaccio pavloviano, abbaja dai, arf; abbaja. Tu, come Superman, ciai certe kryptonitiche Sacre Sindromi di Stoccolma che manco te l'immagini. 'Conto fino a tre' era l'Orrore più Sacro: la Fine del Gioco. Per lo più comminata in modo burbero ma ancora non foriero di tempesta, esso (o essa? era maschio o femmina 'conto fino a tre'?, maschio direi, finisce tutto per 'o' tranne 3 che non vale, ed era una propaggine paterna quindi virile, quando le pavide madri si limitavano stregonescamente alla minaccia di farsi medium evocatrici del Padre, la figura più minacciosa della Storia dell'Umanità). Insomma, che stavamo a dì? che volevi da me, stavolta? ah, non fà il vago che tò visto che digitavi il mio nome invano, non fà il prezioso, tu vuoi sempre quaccheccosa da me, colle lusinghe o le minacce, quando io invece dovrei occupare ogni fibra del mio essere a recuperare equilibri. Mi fai sempre perdere il segno – ma no, che invece me lo fai ritrovare, che se non ci fossi tu avrei solo mollicuzze di pensieri sparsi a pelo d'acqua, a galleggiarmi nelle cervici. Quindi bravo! o 'brava'! (sempre che tu continui a non dirmi mai di no, qualora interpellata), ma adesso rimettiti sotto a leggere non so ancora cosa, e a paventare la tua sana razione d'insulti saltuari.



'Conto fino a tre' - 'Conto fino a tre'. C'erano le volte che sapevi che la tua integrità fisica non stava rischiando nulla, l'unica vera vittima (cruentissima, lo ripeto) sarebbe stata Il Gioco, che Finiva. Percepivi la mastodonticità dell'Adulto: esso non avrebbe mai alzato le terga dalla poltrona disobbedendo alle Leggi di Newton, il quale impone a tutti che due masse incommensurabili come la Terra e il culo dell'Adulto si attraggono irresistibilmente. Bastava aspettare la scansione del 'Tre' sino a 1 pelino prima della fine e correggersi in tempo, con la tutela dell'incolumità di tutti tranneché deL Gioco.

La Scansione del 'Tre' poi, quanto a serietà era veramente molto romantica e molto poco illuministica. Non c'erano unità temporali di misura univocamente determinate, e certo se c'erano non erano i secondi. L'unica cosa che la Scansione del 'Tre' misurava, era l'autorità delle Autorità. L'autorevolezza del Genitore era data non tanto dalla velocità di scansione, quanto dalla totale mancanza di decelerazione. La scansione di uno Scanditore da temersi era inesorabilmente regolare, mai frenata verso la fine. Con un compromesso poteva semmai effettuarsi la Suddivisione del Due, che veniva scisso nelle sue unità discrete di 'duemmèzzo – duettreqquàrti'. Che poi, perché saltare il due&unquarto, poverino. Sicuramente, un trucco da poveracci per concedere alle tue ribalderie prolungamenti sorprendenti & sempre più brevi nelle previsioni (ma pavidamente raddoppiate nelle durate, di fatto) colla regola del Dimezzamento Multiplo. Ovvero, l'Uno che si fa Mezzi, e il Mezzo che si fa Quarti. Quanto questa variante poteva diventare ben più raffinata, vedremo in seguito.

Ma un rallentamento finale era indice di poco polso. L'adulto poteva venire burlato. Magari in altre occasioni, perché anche l'Adulto più innocuo quando si impelagava nelle tristi dinamiche del 'conto fino a tre' diventava temibile. C'è da dire che questa trasformazione era dispendiosa anche per lui, dovendosela pagare con una non indifferente impennata dell'entropia; quindi per fortuna non era un'opzione frequente quanto si potrebbe pensare. Il 'Conto fino a tre' eseguito con una scansione regolare dei divisori del 'tre', comunque, trasformava qualsiasi Adulto. Esso, pur senza essere arrabbiato, non rideva più - dico 'Esso' poiché l'Adulto medio era più stupido di un minerale, veramente poco incline al divertimento, anche se tu all'epoca non potevi sapere quali orribili riti d'iniziazione lo avrebbero insignito della spiacevole carica di 'Adulto'. Il suo colore prendeva i toni del grigio, la luce intorno gli si abbassava come se qualcuno dietro gli avesse verticalizzato delle veneziane. Tutto assumeva le modalità dell'Urgenza. Non avevi escamotaggi per dimostrare con qualche dispettucolo finale la tua faccia tosta, eri totalmente soggiogato; e come tale, dovevi metterti a zampe all'aria, coda tra le gambe, e pisciarti addosso la tua sottomissione. Non restava a quel punto che riprometterti maggiore prudenza, la prossima volta; dovevi capire bene qual era il confine tra la continuazione dello scherzo e il 'conto fino a tre', e ti ripromettevi di farlo per bene. La resa senza condizioni, imparavi per la vita, era troppo umiliante.



Io ho assistito a un fenomeno stranissimo, e forse è questo il biscotto che ti getto nelle fauci sempre avide di sollazzo. Che io sempre ti do, maledizione. Sono un Amminestratore molto più prodigo di quello che capitò a Oliver Twist, l'unico che ti meriteresti.

Sèntiti dunque quest'episodio stranissimo. Conosco un adulto che suddivideva il 'due' in ulteriori ultimi 'dieci', alla rovescia. Non so se magari appartenesse a una ben precisa scuola di pensiero, a me sembra comunque un metodo molto strano quindi improbabile. Nonostante la tua faccia inespressiva, continuerò pertanto a ritenerlo unico.

Insomma, la scansione era 'Ù-no; dù-e; duemmèzzo; duettreqquàrti; 10-9-8-7-6-5-4-3-2-1' e si arrivava allo zero!

Lo giuro sui pediluvi che si fa Poppea Ratzinger nel latte di feti staminacei; è proprio tutto vero. Non è assurdo?
O almeno così pensavo, da piccino. Tu, che sei uno che salta subito addosso alla conclusione più facile, di certo dirai che doveva essere un'adulto di poco polso.
Ah-ah. Che sciocchezza. Esso era forse l'adulto più temibile Del Mondo. Inflessibile. Capricciosissimo. La tua tesi sarebbe sembrata affrettata perfino a un me piccolissimo, ovvero il me di quando lo vedevo Suddividere in un modo tanto strano; solo che adesso tu sei molto più grande di quando io ero piccolissimo. Ti lascio a riflettere su questa cosa, che ti fa bene.



Io invece vado avanti. Se rileggi la scansione che ti ho sciorinato poc'anzi, vedrai che allo zero seguiva un punto esclamativo. 'Un punto esclamativo – uhm, che cosa inconsueta da queste parti'. Questo avresti dovuto pensare, se non eri così impulsivo. Perché lo so che non sei rimasto indietro a riflettere, anzi so che è esattamente questa tua disubbidienza dinnanzi ai miei preziosi consigli, la causa più grave delle tue inanità. Maghari saprei con questa chiarezza la causa delle mie! (!)

Ma non divaghiamo. Quando l'informazione ha un basso grado di variabilità, essa ci rompe le palle. Già ebbi modo di dirlo tempo fa, da queste parti; ma tu sei 1 che salta le cose. Il Grande colla Scansione Regolare era sì temibile, ma tanto immaginavi dove andava a parare. Anzi di più: potevi prevederlo esattamente. Una volta percepito il deltatì tra gli istanti ti'ù-no' e ti'dù-e', conoscendone lo stile di enumeratore (sapendo cioè se c'erano i mezzi e i quarti o no), da bimbo potevi prevedere esattamente l'istante di tempo tienne in cui ti sarebbe piovuta la punizione corporale – certe botte da levare il fiato, le stesse che tu mostri di non aver mai preso.
La prevedibilità intaccava la magnificenza della minaccia, anche qualora il minacciante non avesse niente di sottovalutabile come nel caso che ti sto riferendo. Non ci si poteva far niente, era così.



Tu però adesso prova a recitare questo schema.

'Ùuuu-no' (4-5 secondi)
'dùuu-e' (4-5 secondi)
'duemmèzzo' (4-5 secondi)
'duettreqquàrti' (4-5 secondi)
10-9-8-7-6-5-4-3-2-1' VELOCISSIMO.

Tra il 10 e l'8 provi sorpresa. Tra il 7 e il 4 capisci che devi agire, e come devi agire. Tra il 3 e l'1 devi agire così: SMETTERE quello che stavi facendo, immediatamente. E sei fortunato, molto fortunato, se nel frattempo non ti ci sei cacato sotto.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



Che altro aggiungere. Ad esempio, quanto non sia affatto trascurabile la differenza emotiva tra l'essere oggetto del conteggio e l'esserne semplice testimone. È davvero brutto essere 'Conteggiato fino a tre', un vero sopruso. Se un tuo compagnuccio ne avesse il potere, non esiteresti a rivolgergli il tuo sdegnato 'non vale!'. Ma sei al cospetto di Un Grande, e si sa che Il Grande non ha un'idea di cosa sia lo stile cavalleresco. Rischi le botte, di chissà quale intensità. Ad essa sei in grado di allacciare inconsciamente una relazione di proporzionalità diretta con la gravità del tuo operato, ma il dolore fisico e soprattutto morale che proverai sarà comunque, ogni volta, una spiacevole sorpresa.

Certo però che è brutto anche esserne semplice testimone. Tu stai lì, non rischi niente. Anche perché certe relazioni interpersonali tra I Grandi e I Piccoli vieterebbero alla stragrande maggioranza deI Grandi di alzarti le mani addosso, pena un biasimo sociale incommensurabile.
Ciò ti mette al riparo da pericoli contingenti. Non ti salva però dal fardello spirituale di essere complice del castigo. Dicevo, tu stai lì. Assisti. Hai visto il reprobo peccare, stai per vedere il boja punire. I tuoi occhi sono scudiscio involontario. Sono altri nerbi dolorosi, che aggiungono sfumature allo spettro delle sofferenze con cui si dipingerà il futuro immediato della vittima. Le cui sorti, se tu ti ci sei ritrovato innanzi, probabilmente non ti sono indifferenti. Tu per ella (la Vittima) provi pietà, solidarietà. Ma non la puoi esprimere; figurati se la puoi esprimere. 'No, fermo!' trattenendo il vindice braccio del boja – potresti farlo? se pure fisicamente ne avessi la forza, quello sarebbe sempre il braccio del genitore della vittima per cui simpatizzi, e il genitore del simpatizzato deve a tutti i costi continuare a esserti figura positiva, quando sei piccolo, in quanto Un Grande & per di più collaterale.
Quindi ti sei devi solo rassegnare: stai lì. Stai lì prima, durante e dopo. Se c'è pianto, tu sei microscopio elettronico di quel pianto. Mica puoi smaterializzarti, anche se questo esattamente tu vorresti. Ti senti punito pure tu, perché sei stato usato – spesso consapevolmente – come presenza ulteriormente mortificatrice. Non puoi biasimare, non puoi consolare. Puoi solo goderti la tua inesorabile figura di presenza impietosa. Ti senti di troppo nei confronti deL Grande, e di troppo nei confronti delLa Vittima. Questo ti rende, damblé, la Vittima più Grande.




~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



So che però tu a questo punto hai un problema, quello di aver praticam. esaurito la poca RAM di cui sei dotato. Hai letto fin qui e ancora non hai trovato un punto, una morale, una banconota da 10 €cu, la Berlufaccia, il coraggio politico di Walter Linguoni (che alm. slinguazzasse il culo di 1 potente & carismatico per davvero, macché! egli si capa 1a1 le crostose merdealculo del Popoloitaliano che, puravèndo beatolui i bidèt, mica li usa benissimo). Poverino, come devi sentirti smarrito.

Ma niente, è da due settimane che me ne sto a casa svociato & senza fare niente. Senza voce non posso lavorare, ma xlopiù sto bene. E avessi solo iniziato a rimontarmi la postazione musicale con cui pure mi va 1 cifra di iniziare a registrarmi le idee. Quindi, alzatomi bel bello alle h.13:17 ora terrestre, e ancora sonnoruminante, per spronarmi a farlo a voce alta mi dicevo (a tutt'ora inutilmente) questo.

'Conto sino a tre' - 'Conto sino a tre'.


Paperblog