martedì 29 maggio 2018

C'era una volta















C'era una volta Mattarella, Old Stupidino e la famiglia Oath.

So che è da pivelli, ma non riuscivo a resistere. Proruppi quindi in un - candido come le chiome cui mi rivolgevo – "Mattare'! Io non ci capisco più niente. Sui Social Network si legge tutto e il contrario di tutto, e i giornali certo non aiutano. Me lo puoi dire a me, sinceramente, se hai fatto bene o hai fatto male? Ti giuro che non lo dico a nessuno, ma tu: dimmi la verità". Mi trattenni dal modulare "Perché la verità - tu non l'hai detta mai" sulle note di Little Tony. Poteva sembrare una caduta di stile.
Però lo stesso gli infilai una mano nei capelli. Forse fu un errore, ma non riuscii a resistere. Credevo di carezzarli, ma furono loro a carezzare me. Che morbidi. Evocavano mille rosari, sciorinati nel fresco di una chiesa. Quando tirai fuori la mano sembrava ringiovanita. Era come tersa, in non zo più quale competizione.
Mattarella, buono come un pane di cui si potrebbe unicamente vivere, aprì la bocca, rosa come i fiori di pesco Di Battista. Ma ecco che la famiglia Oath, più sincrona d'una sezione orchestrale di metronomi, gonfiò i polmoni per iniziare una lunga e articolata puntualizzazione.

Io non so come faccia una famiglia intera, di dove non so pure, a essere così affiatata. Ho sempre letto di famiglie erose dalle invidie, dai diritti ereditari e dai rancori. Ma non era quello il caso. Senza patriarchi o matriarchi, la famiglia Oath sul punto di prendere la parola metteva paura. Più solida di un territorio colmo di carrarmatini, sgorgati da un tris appena cambiato. Se provi a ribattere colpo su colpo non finisci più, se non con la tua dipartita - e si sa, dipartire è un po' morire's. Puoi solo scappare, a meno che non ti sia già giocato lo spostamento.
S'era al culmine, dunque. Mattarella modulava la bocca di rosa in guisa di pesce gatto d'innanzi a un pasto di lombrichi. La famiglia Oath produceva un frastuono d'inferno, roteandosi i dadi rossi tra le grinfie. Regnava, stagnante e malarico, il mutismo. In quel momento successe l'imprevedibile. A rompere il silenzio fu Old Stupidino.

"Stupidini miei," disse, "non ce la faccio più: scancellatemi! Sono pieno di scritte. Alcuni compagni, che credevo buoni, approfittando di un'assenza della maestra mi ci hanno riempito. Proprio quando stavo per avere successo! Voi non mi crederete, ma mi vergogno tantissimo. Non me le posso leggere ma devono essere terribili. Non escludo che siano parolacce. Forse anche disegni osceni. Voi che siete sensibili come me, nonché figli di buoni diavoli, raschiate le mie carni. Sopprimetemi, non leggetemi. Non tentate di decifrarmi. Non mi lasciate sospeso nei media. Ho freddo e ho paura. Suono imbarazzante, prematuramente invecchiato, quando la mia tenera età lascerebbe presagire spremiture di brufoli allo specchio, davanti al quale non posso stare per la paura di cogliere il senso di quelle frasi, e l'angoscia di non capirle vedendole riflesse al contrario"; e nel dirlo, per la foga pestò una merda.

La tensione, poverina, si tagliava con il coltello. Vuoi per il gran ridere, vuoi per la figura retorica che stava facendo. Qualcuno degli astanti si apprestava a farne imbottitura di panini. La famiglia Oath, venuta da chissà quali Niente ma piena di premure minacciose, si caricava di più arie. Quand'ecco che successe l'Irreparabile.

Il muto Mattarella - con le boccucce, ricorderai, rimaste aperte - disarticolò quasi slogando le mascelle, e incurante della merda pestata e della tossicità di certi inchiostri, avvolse Old Stupidino in una stretta mortale, facendone un sol boccone.
Niente masticazioni, né  i sangui conseguenti. Il bolo elementare che un tempo era stato Old Stupidino si stagliava andreotto sulla schiena del canuto Presidente. I succhi gastrici abradevano le spiacevoli incisioni, che tanto avevano amareggiato la vita del povero innocente. Chissà se in quell'attimo, restituito al suo candore epidermico, abbia goduto di sapersi né più Old, né più Stupidino.

La famiglia Oath, piena di più arie di un soprano d'altri tempi ma privata della loro naturale estroflessione, mai si riprese. Smise per incanto di tendere agguati dai disclaimer della colazione. Per il resto della vita, l'aerofagia di cui sofferse le alienò ancora più attenzioni. Si estinse senza eredi, dimenticata dalla memoria delle masse. Mattarella proseguì un processo secolare di gestioni e smaltimento scorie, che non ebbe inizio con lui né con lui avrà fine. Saranno i posteri a nominarlo eroe, criminale o martire.
Quanto a me, imparai a non sottovalutare gli allarmi dei Social Network. Essi giacciono sugli schermi, scorrendo senza posa i cristalli liquidi. Ma chi può assicurarsi del loro fondamento? Forse il me incauto carezzatore di chiome ammaliatrici?

Mai sarò capace di scernere i pericoli.


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