venerdì 3 aprile 2009

Che Can(s)ino (*).


Ma ecco finalmento il Vilipendio ai Còni. Premetto che non ciò mai avuto niente contro di essi né contro altri solidi di rotazione né contro tutti gli altri protagonisti della geometria del piano e dello spazio, dei quali anzi ho sempre riconosciuto il sobrio fascino. Quindi ribadisco: niente di personale.

Il fatto è, semplicemente & amoralmente, che Vilipendere i Còni mi costituiva occasione di umorismo. 'Ah. E dove si trova quest'occasione? tracciami 1 cartina sennò mi perdo', è la domanda che già ti scorgo nella fiacchezza delle cervella prim'ancora di dar tuttoquesto al www.

Non so, mio ingenuo situazionista. Nelle splendide cattivissime storie di Luciano Bottaro ti divertiva vedere Pippo, non credente nell'esistenza della strega Nocciola, continuare a pretenderle prove della stregaggine mentre le volava sulla scopa? A me sì. Ti farebbe ridere se pur ritenendo inventata di sana pianta la favola dei 3 porcellini tu riuscissi a scoperchiare edifici solo soffiando? Ti emozioneresti anche tu, sapendoti capace di sfasciare le chiese durante le loro erronee sacre funzioni y=f(x) con una pernacchietta sola, o no, sei il solito filisteo?

Io che sono candido come 1 bimbo, io sì, mi ci divertivo e mi ci divertirei tuttora. Mi ci emozionerei. Quindi figurati quando a 1 certo punto riesco a registrare 1 intera canzone con uno strumento di palese fantasia quale la Chitarra. Parlo di tipo 3 minuti di canzone eh, con uno strumento che non esiste, che non può esistere. Cioè, fisicamente esiste una cosa fatta a forma di chitarra; ma è impossibile da suonare. So dove trovarci su le note, gli accordi, le pause, i bequadri (la chitarra è piena di bequadri). Ma checcazzo è impossibile che ci sia qualcuno colle dita di ferro che non ci si faccia un male boja, nel tentativo di mettere in pratica tutti quei nozionismi lì. Tutti quei dischi, col suono magari di pure più di una sola chitarra, è chiaro che li fanno col computer da un sacco di anni; se sono stati sulla luna sia per davéro sia per finta (che in entrambi i casi era 1 bel casino) figurati se non potevano dissimularci l'uso di uno strumento impossibile, sia sui dischi che nei live.

Difatti, cosa è la Pressione? è la Forza diviso la Superficie. Prova a premere fortissimo un dito sul tavolo: non ti fai niente xché xquanto grande sia la Forza, grande è la Superficie. Ora prendi una rosa. Guardala, avvicinatela al naso e cercane il profumo. Poi, colla stessa forza che prima hai riservato vigliaccamente al tavolo, stringine il gambo fortissimo tra le dita in prossimità delle spine, se ciai coraggio. Bravo stronzo in entrambi i casi, se l'hai fatto e anche no (perché sarebbe preferibile che facessi sempre tutto quello che dico io). Ora avrai imparato per sempre cosa è La Pressione. Quindi, che ci sia uno strumento che ci dicano essere suonabile (quando quello strumento cià delle corde di cui potrei anche riferire il calibro cercandolo su Google ma non mi va, e comunque è un ordine di grandezza ben più piccolo del millimetro) è più falso di una capocchia Modigliacea. È come se uno dicesse che Jerry Lee Lewis aveva inciso Great Balls of Fire su un piano a puntine colle puntine mica conficcate nei martelletti, come usa nei piani a puntine, ma incollate sui tasti a punta allinsù. E manco accenno ad altre palesi facezie quali barrè e svisate varie con cui uno dovrebbe trarre altri suoni. Semplicemente dolorosissimi e/o impossibili. Quindi La Chitarra è impossibile, e Il Chitarrista non esiste.

Impossibile che uno sia credulone e/o autolesionista al punto di ritenere suonabile Una Chitarra, dici tu? Hai sbagliato anche stavolta (che campi a fà, dico io), io, io l'ò fatto. Incurante del dolore e dell'apertura dei polpastrelli e degli scoppi di risa che mi procurava in ogni istante la mia stessa condizione di citaredo illusionista, ho suonato più volte su una chitarra questo pezzo, giuro!, e come prova telò pure registrato.

Ora che mi sono cimentato con 1 certo successo nel campo dell'impossibile, forse posso riuscire a prendere a pedate nel culo iddio, o in subordine spaccargli sulla gobba una statua maledetta di Padrepìo. Ce la posso fare, poffarre. Se sono riuscito anche a smettere di fumare, questo & altro. Magari riuscirei anche a rompere alla Maronna l' ”imene di ferro–yes” coll'ugello, se superassi lo skyfo.



(*) Per le consulenze anglolinguistiche si ringrazia Il Riccioletto e i suoi trascorsi.



4 commenti:

Il Riccioletto ha detto...

l' affronto più grave, dove proprio non si può sorvolare, è l' accordo in maggiore alla fine

Il Riccioletto ha detto...

come va?

Vilipendio ha detto...

Eh insomma, fa male ma si sopporta. In fondo era quello che volevo.
Solo non vedo l'ora che m'impiantino anche la seconda mammella.

fruttimentali ha detto...

Prima parlavate 'na cifra. Mò parlate cifrati.
Ve schiatt' 'n fùrmine!

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