martedì 1 maggio 2012

InNaturità.

Già una volta ti dicevo del mio Non voler essere mai nato.
Quella è stata l'unica volta che l'ho esternato socialmente, ed ero rimasto molto sorpreso dal clamore dell'insuccesso sociale che quell'esternazione mi comportava.

Come pure ero tutto un fremito di emozioni, quando al liceo avevo letto per la prima volta dell'episodio mitologico in cui non ricordo quale entità trascendente, messa alle strette da un impertinente umano a cui doveva un favore, richiesta di quali fossero le due cose di cui l'uomo dovesse primariamente necessitare, rispose stizzita “non essere mai nati” e “morire pochi istanti dopo la nascita”. Già all'epoca incredulo a qualsivoglia questione mitologica, avevo provato un piacere singèro nel leggere che qualcuno nel passato, come l'estensore di questa favoletta, aveva condiviso le mie perplessità al riguardo del Voler sempre nascere.

Ma tu non mi scocciare con frasi cioccolatinose quali “la vita è 1 kosa meravigliosa”, o “il mirakolo della vita”, che pure mi è capitato di sentire. So da me quanto possa essere divertente questa madornale sciocchezza del Vivere. Non c'è mai il lieto fine, però certi giornaletti sono davvero appassionanti, come pure certe sigarette, e se mi ci metto di cose potrei sicuramente trovarne altre; quindi lasciami perdere colle tue banalità. Madonna, ora che mi ricordo quelle frasi le ho sentite veramente. Mortacci loro. Mortacciacci loro. Ma quelle volte erano più discussioni teologiche generiche, mi sa. Dire che tu, senza trincerarti dietro i Max. Sistemy, Non vuoi mai nascere, dovrai ammettere che è molto più intimo e imbarazzante.

Adesso a dire il vero pensavo a un episodio specifico. Il mio pervicace Non voler mai nascere l'avevo esplicitato almeno un'altra volta, tanto tempo fa. Me ne sono ricordato ultimamente, narrando l'aneddoto a una che per sua stessa ammissione è una G.D. (Giovane Donna), in un carteggio in cui si parlava delle perplessità reciproche nel festeggiare i compleanni. Cosa che ora mi accingo a fare anche con te, per quanto m'imbarazzi scrivere due volte la stessa cosa perché se Paganini non ripete, perché mai dovrei farlo io?

Però dai, mi fai pena, magari stai lì alla finestra a uggiolare al maltempo in questo uggioso I maggio, e sapere che c'è qualcuno al mondo così ostinato nel suo Non voler mai nascere, ti fa sentire meno solo. So bene quanto a volte si possa essere meschini. Aggiusterò giusto qualcosa qua e là, per fezionare l'aneddoto e proteggere l'anonimato della G. D. e di altre persone fisiche eventualmente coinvolte.

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“ […] Ho 18 anni, sono da poco majjorN e la Patria già reclama i miei servigi scegliendo fra alcuni altri me quale strenuo difensore dal Nemico, previa sottoposizione a un lunghissimo test.

Il test in questione è quello rinomato dei Tre Giorni, mirabilmente cantato dai Bluvertigo di Fuori dal tempo. Tu non lo puoi sapere in quanto Giovane & Donna, come non manchi mai di rimarcarmi; ma le donne pare che la Patria non le reputi opportune, nella difesa dal Nemico. Forse ritiene che egli, il Nemico, non appena le veda si metta a ridere, o magari venga preso da impulsi ben più torbidi, non so. In fondo il Nemico sarà giustamente 1 bel fijodenamignotta. In più tu ti salvi anche nelle tue qualità di jovine, visto che da qualche anno la Patria ha capitolato rinunciando pessempre alla procedura di alLevare pefforza anche G. U. (Giovani Uomini), e io mi chiedo come faremmo di fronte al Nemico in questi attimi di crisi. Io se fossi Il Nemico non mi parrebbe vero di poter approfittare di attimi simili.

In questo test dei Tre giorni (tale la sua durata) c'erano delle domande facilissime, tipo Sento delle voci, Me piàsciono i fiori ecc, tutte cose da barrare su falso, roba che anche per una Jovane Donna prenderci un punteggio alto sarebbe un gioco da ragazze. Certamente la Patria non può affidare la propria tutela a uno che si distrae come vede 1 margherita, o magari mentre scavalca a grandi balzi le trincee mulinando la bajonetta e urlando “maledetto inimico, finalmente ti ò in pugno, adesso ti faccio vedere io” e cose del genere, invece si gira perché gli sembrava che qualcuno lo stesse chiamando, e dopo sono cavoli suoi. Ma ce n'erano anche di più difficili. Io per esempio sono stato molto su Non vorrei essere mai nato.

Beh, si può essere ipocriti al cospetto della Patria, mentre Ella ci guarda? io dico no, e barro vero, cioè battendomi il petto dichiaro che in effetti se mi dessero finalmente l'opportunità di scegliere, preferirei non essere mai nato né farlo mai.

Il giorno dopo, mentre sono alle prese con altre visite mediche, viene letto un elenco di nominativi che dovranno sottoporsi a un Collaudo Psicologico. Io sono tra quelli.
Ahahah, sogghigno furbastro assaporandomi a voce alta le parole coLLaudo psicologico facendo roteare bene le due L, per farti capire colla lingua che batte sul palato molto più dietro, lontano dai denti, madonna quando penso a queste cose che uno può fare ma non può vedersi gli apparati fonatori mentre le fa, mi viene più angoscia che essere sepolto vivo.

Insomma, al mio turno entro in questa stanza dove un medico dell'esercito mi squadra bonario ma serio. Prudentemente, inizia a farmi domande generiche. Io non resisto, Dottore ma perché sono stato mandato al CoLLaudo Psicologico, e lui dopo un attimo di esitazione mi dice che È per quella del Non voler essere mai nati. Ma perché io vorrei così tanto Non essere mai nato, mi chiede.
Ah quella, faccio io ridendo, No niente, è una cosa filosofica. Boh, insomma, si vede che la Filosofia mi salva facendomi abile & arruolato, e io quindi 10 anni dopo, esauriti i miei acrobatici rinvii a Ingegneria, posso finalmente Obiettare che alla difesa della patria preferisco farmi persino 10 mesi di fotocopie gratis all'ARCI Nazionale - Ufficio Musica, Cultura e Spettacolo.

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Ora io dico: non è 1 bell'aneddoto? C'è solo una cosa che non mi convince, ed è che non è successo a me, ma a Karl The Dancer, mio ottimo compagno di classe nato ahilui 1 mese prima di me, quindi io giunto al bivio di quella domanda e sapendo come andava a finire, ho ba(r)rato falso.

Mi ha forse rubato, Karl The Dancer, una importante parte di Destino? ma no, meglio così, io all'epoca non ero che un cicciottello capelluto, senza la classe di quel mio magnifico compagno di classe (ah, i prodigi del classismo), necessaria per sostenere la mia parte sino in fondo [...]”
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