venerdì 3 aprile 2009

Che Can(s)ino (*).


Ma ecco finalmento il Vilipendio ai Còni. Premetto che non ciò mai avuto niente contro di essi né contro altri solidi di rotazione né contro tutti gli altri protagonisti della geometria del piano e dello spazio, dei quali anzi ho sempre riconosciuto il sobrio fascino. Quindi ribadisco: niente di personale.

Il fatto è, semplicemente & amoralmente, che Vilipendere i Còni mi costituiva occasione di umorismo. 'Ah. E dove si trova quest'occasione? tracciami 1 cartina sennò mi perdo', è la domanda che già ti scorgo nella fiacchezza delle cervella prim'ancora di dar tuttoquesto al www.

Non so, mio ingenuo situazionista. Nelle splendide cattivissime storie di Luciano Bottaro ti divertiva vedere Pippo, non credente nell'esistenza della strega Nocciola, continuare a pretenderle prove della stregaggine mentre le volava sulla scopa? A me sì. Ti farebbe ridere se pur ritenendo inventata di sana pianta la favola dei 3 porcellini tu riuscissi a scoperchiare edifici solo soffiando? Ti emozioneresti anche tu, sapendoti capace di sfasciare le chiese durante le loro erronee sacre funzioni y=f(x) con una pernacchietta sola, o no, sei il solito filisteo?

Io che sono candido come 1 bimbo, io sì, mi ci divertivo e mi ci divertirei tuttora. Mi ci emozionerei. Quindi figurati quando a 1 certo punto riesco a registrare 1 intera canzone con uno strumento di palese fantasia quale la Chitarra. Parlo di tipo 3 minuti di canzone eh, con uno strumento che non esiste, che non può esistere. Cioè, fisicamente esiste una cosa fatta a forma di chitarra; ma è impossibile da suonare. So dove trovarci su le note, gli accordi, le pause, i bequadri (la chitarra è piena di bequadri). Ma checcazzo è impossibile che ci sia qualcuno colle dita di ferro che non ci si faccia un male boja, nel tentativo di mettere in pratica tutti quei nozionismi lì. Tutti quei dischi, col suono magari di pure più di una sola chitarra, è chiaro che li fanno col computer da un sacco di anni; se sono stati sulla luna sia per davéro sia per finta (che in entrambi i casi era 1 bel casino) figurati se non potevano dissimularci l'uso di uno strumento impossibile, sia sui dischi che nei live.

Difatti, cosa è la Pressione? è la Forza diviso la Superficie. Prova a premere fortissimo un dito sul tavolo: non ti fai niente xché xquanto grande sia la Forza, grande è la Superficie. Ora prendi una rosa. Guardala, avvicinatela al naso e cercane il profumo. Poi, colla stessa forza che prima hai riservato vigliaccamente al tavolo, stringine il gambo fortissimo tra le dita in prossimità delle spine, se ciai coraggio. Bravo stronzo in entrambi i casi, se l'hai fatto e anche no (perché sarebbe preferibile che facessi sempre tutto quello che dico io). Ora avrai imparato per sempre cosa è La Pressione. Quindi, che ci sia uno strumento che ci dicano essere suonabile (quando quello strumento cià delle corde di cui potrei anche riferire il calibro cercandolo su Google ma non mi va, e comunque è un ordine di grandezza ben più piccolo del millimetro) è più falso di una capocchia Modigliacea. È come se uno dicesse che Jerry Lee Lewis aveva inciso Great Balls of Fire su un piano a puntine colle puntine mica conficcate nei martelletti, come usa nei piani a puntine, ma incollate sui tasti a punta allinsù. E manco accenno ad altre palesi facezie quali barrè e svisate varie con cui uno dovrebbe trarre altri suoni. Semplicemente dolorosissimi e/o impossibili. Quindi La Chitarra è impossibile, e Il Chitarrista non esiste.

Impossibile che uno sia credulone e/o autolesionista al punto di ritenere suonabile Una Chitarra, dici tu? Hai sbagliato anche stavolta (che campi a fà, dico io), io, io l'ò fatto. Incurante del dolore e dell'apertura dei polpastrelli e degli scoppi di risa che mi procurava in ogni istante la mia stessa condizione di citaredo illusionista, ho suonato più volte su una chitarra questo pezzo, giuro!, e come prova telò pure registrato.

Ora che mi sono cimentato con 1 certo successo nel campo dell'impossibile, forse posso riuscire a prendere a pedate nel culo iddio, o in subordine spaccargli sulla gobba una statua maledetta di Padrepìo. Ce la posso fare, poffarre. Se sono riuscito anche a smettere di fumare, questo & altro. Magari riuscirei anche a rompere alla Maronna l' ”imene di ferro–yes” coll'ugello, se superassi lo skyfo.



(*) Per le consulenze anglolinguistiche si ringrazia Il Riccioletto e i suoi trascorsi.



giovedì 19 febbraio 2009

Beast seller.







Alien Can


È facile smettere di farsi le pippe (se sai come farlo).
2009, 129 pagine, brossura, I ediz.
€ 9,90














In Sintesi

Mio padre morì di seghe ai testicoli a meno di 45 anni. Io stesso fui un incallito onanista per 33 anni, dal 1950 al 1983, soprattutto durante la leva militare a 18 anni, arrivando a masturbarmi cento volte al giorno e comunque mai meno di sessanta.

Così asserisce Alien Can, famoso autore di best-seller internazionali che hanno ajutato milioni di persone a liberarsi dalle proprie dipendenze. Il suo primo libro si intitola "È facile smettere di fumare se sai come farlo" (The Easy Way to stop smoking), e in seguito ha applicato con successo il suo metodo Easy Way® (letteralmente 'fare soldi limitando il divertimento altrui') allo smettere di bere, al calare di peso e al bestemmiare. Ora ci riprova col vizio delle pippe, l'ultimo vero flagello dei nostri tempi.

Nel suo ultimo libro Alien Can racconta di essere riuscito a smettersela una buona volta di masturbarsi “con la sola forza della ragione”. Aprì quindi 70 centri specializzati in 30 paesi. Dato però che il suo metodo imponeva ai pazienti di continuare a masturbarsi sino alla fine dei seminari (sic), ingravidato dalle continue ejaculazioni il 29 novembre 2006 purtroppo Alien morì di parto.



I commenti dei lettori

Giandomenico Impertinenti (11-01-2009)
È passato più di un'anno da quando ho finito di leggere il libro e d'allora non mi sono più fato una pippa. Vi garantisco che è vero: E' FACILE SMETTERE DI FARSI LE PIPPE!!! ma la cosa più speciale è che vi garantisco che non le farò mai più. ORA POSSO RICOMINCIARE A VIVEREEEEEEEE

Fricanzano Poffarre (11-01-2009)
Da che ho memoria mi sono sempre fatto le pippe, anche tra il primo e il secondo tempo di una partita alla televisione o di un film al cinema non riuscivo a resistere Morale: ora so come non farlo più. La mia vita sociale è migliorata di colpo, ora nessuno evita più di darmi la mano anzi me la stringono con calore e non sento più le risatine della gente quando mi volto.

Saetta (13-01-2009)
Nessuno dei miei amici mi credeva ke un giorno potevo riuscire a smettere però si sono dovuti arrendere 10 mesi senza farmi 1 pippa :) !!! ora corro come un fulmine e finalmente non ci vedo più sfocato come una volta senza farmi l'operazione al laser quindi io questo libro ve lo consiglio proprio a tutti.... mi sono pure trovato la morosa :D

Dorian Grey (14-01-2009)
Questo libro mi ha liberato da un incubo. Nemmeno con l'ipnosi avevo smesso di farmi le pippe, grazie Alien! Come ho finito l'ultima pagina ho sentito che mi era scattato un qualcosa che prima non era mai scattato. Nei momenti più duri semplicemente ora penso a me, ora ho più tempo per me stesso e tutto questo senza minimamente tuffarmi sul cibo o ingrassare

Senapismo (15-01-2009)
Onanista compulsivo praticamente da sempre, ora ho un sacco di tempo libero! Ho finalmente finito gli esami di ingegneria informatica e ora mi manca solamente di discutere la tesi, prima quando mi mettevo a studiare avevo un'autonomia di una ventina di minuti dopodiché dovevo afferrare una rivista e correre al bagno. Ora però mi devo trovare una ragazza ;)

Belati Christian (15-01-2009)
siete dei creduloni possibbile che nessuno dice che la psicoterapia è una cosa seria e cè bisogno di uno specialista vero che ti segue e non di un libro che ripete sempre le stesse cose??? mi fate proprio ridere come se uno che si fa dalle 30 alle 50 pippe al giorno ora può smettere solo perché lo legge scritto sul suo libro ma fatevi una sc**pata piuttosto!!!

Eulalia (16-01-2009)
Guarda Cristian ke se magari per te non ha funzionato qusto non vuol dire ke allora non può funzionare per nessuno! io so solo ke il mio ragazzo prima non aveva nessun interesse per me e adesso invece...ha sempre voglia! io penso solo ke tu non hai letto con attenzione il capitolo sul kiudere le porte a kiave e i nascondigli. Un saluto da Eulalia ora vado dal mio ragazzo ke mi vuole dire una cosa o due ;P

Corrado C. (19-01-2009)
Ho letto il libro sul traghetto Olbia – Civitavecchia.....posso solo dire che a metà viaggio mi sono fatto l'ultima pippa sul mio posto-ponte, ho buttato il fazzolettino di carta in mare e da allora mai più! Anche a mia moglie e mia sorella l'ho fatto leggere e ora nemmeno loro le vogliono fare.

Felice666 (21-01-2009)
Spendevo un monte di euri in Kleenex, e con i 10 euri del libro ora coi soldi che ho risparmiato mi sto comprando la Golf turbodisel!!! che dire...grazie Dottor Alien, spero che quel mostro bastardo che avevo dentro e mi tormetava stavolta grazie a te sia morto x sempre

Mentuccia (22-01-2009)
Miticoooooooo...ho smesso....ed è stato FACILISSIMOOOOO.....basta leggere il tutto con la mente ben aperta e smettere di farsi fare il lavaggio del cervello....come dice il Dottor Ailenn è veramente fantastico sentirsi liberi......

Bengi Price (24-01-2009)
Grazie Alien riposa in pace benefattore universale. Equivali al Buddha, al Ghandi, al Cristo, le persone dovrebbero benedirti e fare un peregrinaggio hai tuoi luoghi per averci liberato da una vera e propria schiavitù anche al prezzo della tua vita. Io ora oltre ad aquisire una buona salute non mi sento più emarginato come quando non me la sentivo di uscire di casa e stare per tante ore lontano dalla possibilità di farmi una pippa. Farsi le pippe come la droga è una delle grandi tragedie della contemporaneità in cui viviamo fatevene una raggione brutti pezzenti

Gianni il matto (31-01-2009)
Ottimo libro, ma secondo me per smettere di farsi le pippe c è solo bisogno della topa-

Ora si che si sta bene (04-02-2009)
finalmente grazie ad Alien ora io e la mia compagna abbiamo avuto un bambino anzi Manuela è di nupvo incinta. Inutile dire come si chiamera il piccolo dato che sara' un bellissimo maschitto......vero Professor Alien? ;)

Uno che la sa lunga (09-02-2009)
MI fate ridere voi che con un libro così nelle libbrerie magari a quest'ora state nei vostri bagni a farvi le pippe!! Per non spendere 10 miserabili euri continuate a ridurvi nella peggiore delle schiavitù e a ingrassare le multinazionali del Fazzolettino di carta...vi meritate proprio di andare falliti quando con quei soldi si potrebbe almeno fare la beneficienza a chi veramente ne ha bisogno più di voi e delle vostre vizziosita'

Max (12-02-2009)
Ho visto le impressionanti foto dei peni di onanisti che si facevano le pippe da 30 anni, ho letto le terribbili scritte sui pacchetti di fazzolettini ma non c'era minaccia che tenesse rispetto alla voglia che avevo di farmente regolarmente una buona. Il libro me l'hanno regalato e mi ricorderò per sempre la vacanza in cui l'ho letto e soprattutto se lo ricorderà la Monica la mia fidanzata di allora LOLLL.......

A PiPpAroLiiiiiiiiiiii... (14-02-2009)
...ahahahahahahahahah

Alan da Imola (17-02-2009)
fate come vi pare ma io penso ke non e serio credere ke solo leggendo un libro uno smette di tormentarsi firmato alan da imola

grazie, grazie, grazie!!! (18-02-2009)
non ho più irritazzioni prima se non mimettevo la nivea tutte le sere era un grosso guaglio ora ho smesso di provare dolore

una domanda (19-02-2009)
professor Allienn nn si potrebbe fare 1 di questi libri anke per ki scureggia?!?

sabato 14 febbraio 2009

Fenomenologia del 'Conto fino a Tre'.



Certe volte uno scrive una cosa e poi ci trova un titolo. Altre più rare no, si inizia da un titolo che si trova fico.

Bene, questo è fico. Mi gioco la spocchia, sono troppo sicuro del fatto mio. Perché a essere fico è il concetto del 'Conto fino a tre'.



È fico il liscio (tranne che per il calciatore), perché ricorda ai vecchietti di quando da giovani ballavano strusciandosi coi genitali davanti a tutti. In epoche che vorrebbero dirsi più proibizionistiche delle nostre; ma non è vero. Che se ci provassi oggi, a darti addosso avresti tutti gli sgherri di sx & dx senza manco bisogno che il ns. Papa dal fiato di topo (Rat-singer) debba prendersi la briga di burattinarli.

È fico il cartone animato di una volta (con prudenza, per carità) per chi è cresciuto non su una zattera nel Mississippi ma pettinato dai raggi catodici.

Sono fiche le BR per chi da piccolo a quell'epoca assaporava quell'alone d'inquietudine che davano anche le cose più quotidiane, come fosse un grande gioco generale.

È fico il fascismo per il maschietto che da piccolo grazie a lui si era ritrovato in divisa e in possesso di armi legittime (e non dirmi di no, brutto bugiardo, che da piccoli questa cosa sarebbe stata grandiosa per chiunque); e per la femminuccia, cui si regalavano training di futuribili Mamma&figlia. Manco tu, femminuccia, dimmi di no. Mai! su nessuna cosa che io abbia la voglia di chiederti.

Praticamente la memoria riesce a trasformarti ogni cosa, anche le più brutte, in struggenze a tuo dire poetiche. Il terrore delle interrogazioni, l'Austerity delle domeniche a piedi, le tivù bicolori e senza telecomando. Senza perderci altro tempo, facciamo prima se ammetti che perfino 'conto fino a tre' qualcosa te l'ha smosso. Se non altro perché è terribile, è aranciameccanico aversi un numero, il tre, che quando lo senti sai che stai per passare grossi guaj. Senti che brutto, 'tre', 'tre', 'TRE'!




Povero cagnolaccio pavloviano, abbaja dai, arf; abbaja. Tu, come Superman, ciai certe kryptonitiche Sacre Sindromi di Stoccolma che manco te l'immagini. 'Conto fino a tre' era l'Orrore più Sacro: la Fine del Gioco. Per lo più comminata in modo burbero ma ancora non foriero di tempesta, esso (o essa? era maschio o femmina 'conto fino a tre'?, maschio direi, finisce tutto per 'o' tranne 3 che non vale, ed era una propaggine paterna quindi virile, quando le pavide madri si limitavano stregonescamente alla minaccia di farsi medium evocatrici del Padre, la figura più minacciosa della Storia dell'Umanità). Insomma, che stavamo a dì? che volevi da me, stavolta? ah, non fà il vago che tò visto che digitavi il mio nome invano, non fà il prezioso, tu vuoi sempre quaccheccosa da me, colle lusinghe o le minacce, quando io invece dovrei occupare ogni fibra del mio essere a recuperare equilibri. Mi fai sempre perdere il segno – ma no, che invece me lo fai ritrovare, che se non ci fossi tu avrei solo mollicuzze di pensieri sparsi a pelo d'acqua, a galleggiarmi nelle cervici. Quindi bravo! o 'brava'! (sempre che tu continui a non dirmi mai di no, qualora interpellata), ma adesso rimettiti sotto a leggere non so ancora cosa, e a paventare la tua sana razione d'insulti saltuari.



'Conto fino a tre' - 'Conto fino a tre'. C'erano le volte che sapevi che la tua integrità fisica non stava rischiando nulla, l'unica vera vittima (cruentissima, lo ripeto) sarebbe stata Il Gioco, che Finiva. Percepivi la mastodonticità dell'Adulto: esso non avrebbe mai alzato le terga dalla poltrona disobbedendo alle Leggi di Newton, il quale impone a tutti che due masse incommensurabili come la Terra e il culo dell'Adulto si attraggono irresistibilmente. Bastava aspettare la scansione del 'Tre' sino a 1 pelino prima della fine e correggersi in tempo, con la tutela dell'incolumità di tutti tranneché deL Gioco.

La Scansione del 'Tre' poi, quanto a serietà era veramente molto romantica e molto poco illuministica. Non c'erano unità temporali di misura univocamente determinate, e certo se c'erano non erano i secondi. L'unica cosa che la Scansione del 'Tre' misurava, era l'autorità delle Autorità. L'autorevolezza del Genitore era data non tanto dalla velocità di scansione, quanto dalla totale mancanza di decelerazione. La scansione di uno Scanditore da temersi era inesorabilmente regolare, mai frenata verso la fine. Con un compromesso poteva semmai effettuarsi la Suddivisione del Due, che veniva scisso nelle sue unità discrete di 'duemmèzzo – duettreqquàrti'. Che poi, perché saltare il due&unquarto, poverino. Sicuramente, un trucco da poveracci per concedere alle tue ribalderie prolungamenti sorprendenti & sempre più brevi nelle previsioni (ma pavidamente raddoppiate nelle durate, di fatto) colla regola del Dimezzamento Multiplo. Ovvero, l'Uno che si fa Mezzi, e il Mezzo che si fa Quarti. Quanto questa variante poteva diventare ben più raffinata, vedremo in seguito.

Ma un rallentamento finale era indice di poco polso. L'adulto poteva venire burlato. Magari in altre occasioni, perché anche l'Adulto più innocuo quando si impelagava nelle tristi dinamiche del 'conto fino a tre' diventava temibile. C'è da dire che questa trasformazione era dispendiosa anche per lui, dovendosela pagare con una non indifferente impennata dell'entropia; quindi per fortuna non era un'opzione frequente quanto si potrebbe pensare. Il 'Conto fino a tre' eseguito con una scansione regolare dei divisori del 'tre', comunque, trasformava qualsiasi Adulto. Esso, pur senza essere arrabbiato, non rideva più - dico 'Esso' poiché l'Adulto medio era più stupido di un minerale, veramente poco incline al divertimento, anche se tu all'epoca non potevi sapere quali orribili riti d'iniziazione lo avrebbero insignito della spiacevole carica di 'Adulto'. Il suo colore prendeva i toni del grigio, la luce intorno gli si abbassava come se qualcuno dietro gli avesse verticalizzato delle veneziane. Tutto assumeva le modalità dell'Urgenza. Non avevi escamotaggi per dimostrare con qualche dispettucolo finale la tua faccia tosta, eri totalmente soggiogato; e come tale, dovevi metterti a zampe all'aria, coda tra le gambe, e pisciarti addosso la tua sottomissione. Non restava a quel punto che riprometterti maggiore prudenza, la prossima volta; dovevi capire bene qual era il confine tra la continuazione dello scherzo e il 'conto fino a tre', e ti ripromettevi di farlo per bene. La resa senza condizioni, imparavi per la vita, era troppo umiliante.



Io ho assistito a un fenomeno stranissimo, e forse è questo il biscotto che ti getto nelle fauci sempre avide di sollazzo. Che io sempre ti do, maledizione. Sono un Amminestratore molto più prodigo di quello che capitò a Oliver Twist, l'unico che ti meriteresti.

Sèntiti dunque quest'episodio stranissimo. Conosco un adulto che suddivideva il 'due' in ulteriori ultimi 'dieci', alla rovescia. Non so se magari appartenesse a una ben precisa scuola di pensiero, a me sembra comunque un metodo molto strano quindi improbabile. Nonostante la tua faccia inespressiva, continuerò pertanto a ritenerlo unico.

Insomma, la scansione era 'Ù-no; dù-e; duemmèzzo; duettreqquàrti; 10-9-8-7-6-5-4-3-2-1' e si arrivava allo zero!

Lo giuro sui pediluvi che si fa Poppea Ratzinger nel latte di feti staminacei; è proprio tutto vero. Non è assurdo?
O almeno così pensavo, da piccino. Tu, che sei uno che salta subito addosso alla conclusione più facile, di certo dirai che doveva essere un'adulto di poco polso.
Ah-ah. Che sciocchezza. Esso era forse l'adulto più temibile Del Mondo. Inflessibile. Capricciosissimo. La tua tesi sarebbe sembrata affrettata perfino a un me piccolissimo, ovvero il me di quando lo vedevo Suddividere in un modo tanto strano; solo che adesso tu sei molto più grande di quando io ero piccolissimo. Ti lascio a riflettere su questa cosa, che ti fa bene.



Io invece vado avanti. Se rileggi la scansione che ti ho sciorinato poc'anzi, vedrai che allo zero seguiva un punto esclamativo. 'Un punto esclamativo – uhm, che cosa inconsueta da queste parti'. Questo avresti dovuto pensare, se non eri così impulsivo. Perché lo so che non sei rimasto indietro a riflettere, anzi so che è esattamente questa tua disubbidienza dinnanzi ai miei preziosi consigli, la causa più grave delle tue inanità. Maghari saprei con questa chiarezza la causa delle mie! (!)

Ma non divaghiamo. Quando l'informazione ha un basso grado di variabilità, essa ci rompe le palle. Già ebbi modo di dirlo tempo fa, da queste parti; ma tu sei 1 che salta le cose. Il Grande colla Scansione Regolare era sì temibile, ma tanto immaginavi dove andava a parare. Anzi di più: potevi prevederlo esattamente. Una volta percepito il deltatì tra gli istanti ti'ù-no' e ti'dù-e', conoscendone lo stile di enumeratore (sapendo cioè se c'erano i mezzi e i quarti o no), da bimbo potevi prevedere esattamente l'istante di tempo tienne in cui ti sarebbe piovuta la punizione corporale – certe botte da levare il fiato, le stesse che tu mostri di non aver mai preso.
La prevedibilità intaccava la magnificenza della minaccia, anche qualora il minacciante non avesse niente di sottovalutabile come nel caso che ti sto riferendo. Non ci si poteva far niente, era così.



Tu però adesso prova a recitare questo schema.

'Ùuuu-no' (4-5 secondi)
'dùuu-e' (4-5 secondi)
'duemmèzzo' (4-5 secondi)
'duettreqquàrti' (4-5 secondi)
10-9-8-7-6-5-4-3-2-1' VELOCISSIMO.

Tra il 10 e l'8 provi sorpresa. Tra il 7 e il 4 capisci che devi agire, e come devi agire. Tra il 3 e l'1 devi agire così: SMETTERE quello che stavi facendo, immediatamente. E sei fortunato, molto fortunato, se nel frattempo non ti ci sei cacato sotto.



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Che altro aggiungere. Ad esempio, quanto non sia affatto trascurabile la differenza emotiva tra l'essere oggetto del conteggio e l'esserne semplice testimone. È davvero brutto essere 'Conteggiato fino a tre', un vero sopruso. Se un tuo compagnuccio ne avesse il potere, non esiteresti a rivolgergli il tuo sdegnato 'non vale!'. Ma sei al cospetto di Un Grande, e si sa che Il Grande non ha un'idea di cosa sia lo stile cavalleresco. Rischi le botte, di chissà quale intensità. Ad essa sei in grado di allacciare inconsciamente una relazione di proporzionalità diretta con la gravità del tuo operato, ma il dolore fisico e soprattutto morale che proverai sarà comunque, ogni volta, una spiacevole sorpresa.

Certo però che è brutto anche esserne semplice testimone. Tu stai lì, non rischi niente. Anche perché certe relazioni interpersonali tra I Grandi e I Piccoli vieterebbero alla stragrande maggioranza deI Grandi di alzarti le mani addosso, pena un biasimo sociale incommensurabile.
Ciò ti mette al riparo da pericoli contingenti. Non ti salva però dal fardello spirituale di essere complice del castigo. Dicevo, tu stai lì. Assisti. Hai visto il reprobo peccare, stai per vedere il boja punire. I tuoi occhi sono scudiscio involontario. Sono altri nerbi dolorosi, che aggiungono sfumature allo spettro delle sofferenze con cui si dipingerà il futuro immediato della vittima. Le cui sorti, se tu ti ci sei ritrovato innanzi, probabilmente non ti sono indifferenti. Tu per ella (la Vittima) provi pietà, solidarietà. Ma non la puoi esprimere; figurati se la puoi esprimere. 'No, fermo!' trattenendo il vindice braccio del boja – potresti farlo? se pure fisicamente ne avessi la forza, quello sarebbe sempre il braccio del genitore della vittima per cui simpatizzi, e il genitore del simpatizzato deve a tutti i costi continuare a esserti figura positiva, quando sei piccolo, in quanto Un Grande & per di più collaterale.
Quindi ti sei devi solo rassegnare: stai lì. Stai lì prima, durante e dopo. Se c'è pianto, tu sei microscopio elettronico di quel pianto. Mica puoi smaterializzarti, anche se questo esattamente tu vorresti. Ti senti punito pure tu, perché sei stato usato – spesso consapevolmente – come presenza ulteriormente mortificatrice. Non puoi biasimare, non puoi consolare. Puoi solo goderti la tua inesorabile figura di presenza impietosa. Ti senti di troppo nei confronti deL Grande, e di troppo nei confronti delLa Vittima. Questo ti rende, damblé, la Vittima più Grande.




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So che però tu a questo punto hai un problema, quello di aver praticam. esaurito la poca RAM di cui sei dotato. Hai letto fin qui e ancora non hai trovato un punto, una morale, una banconota da 10 €cu, la Berlufaccia, il coraggio politico di Walter Linguoni (che alm. slinguazzasse il culo di 1 potente & carismatico per davvero, macché! egli si capa 1a1 le crostose merdealculo del Popoloitaliano che, puravèndo beatolui i bidèt, mica li usa benissimo). Poverino, come devi sentirti smarrito.

Ma niente, è da due settimane che me ne sto a casa svociato & senza fare niente. Senza voce non posso lavorare, ma xlopiù sto bene. E avessi solo iniziato a rimontarmi la postazione musicale con cui pure mi va 1 cifra di iniziare a registrarmi le idee. Quindi, alzatomi bel bello alle h.13:17 ora terrestre, e ancora sonnoruminante, per spronarmi a farlo a voce alta mi dicevo (a tutt'ora inutilmente) questo.

'Conto sino a tre' - 'Conto sino a tre'.


mercoledì 21 gennaio 2009

La Tontagna.

Cosa penseresti se, dopo una giornata di duro lavoro, nell'adagiarti sul tuo divano per assistere alla partita di coppa della tua squadra del cuore scoprissi che la visuale ti è interdetta da un'astuta & altissima convessità posta al centro del tuo salotto?

O se per caso, ansioso di separarti lo stomaco dagli effetti della tua droga favorita, realizzassi solo a quel punto che il bordo del tuo WC ti è precluso da un'orribile salita, valicabile nella stragran parte delle ore della tua giornata?


Troppo facile. Ricomincio.


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Tipo, io e te stiamo insieme. Tu hai lavorato durante l'anno, no? Niente di particolarmente massacrante, ma è da quando sei piccolo che coi $$ che metti al pizzo ti ci compri quello che ritieni ti faccia stare meglio, rinunciando a tutta una serie di cose pure belle. Bene, ora è estate e ci sono le vacanze.

Le vacanze esistono apposta per rifarti la bocca dopo tutte le bevande gastriche reflusse in gola per il traffico, la fatica, la privazione del sonno, lo smog, i soprusi, le discussioni sterili, i semafori rossi, le incomprensioni, la sporcizia, le scuregge che trattieni tu e quelle che invece mollano gli altri, il disordine, le brutte abitudini e tutto il genere di cose che ti danza abitualmente attorno nel quotidiano.

Gradiresti per reazione il riposo. La serenità. Il clima ottimale. Il sole, se possibile. Non troppo caldo grazie, magari la possibilità di rinfrescarsi non appena se ne abbia la voglia. Stimoli, perché no? spesso uno si porta appresso quei libri per leggere i quali ha aspettato tempi migliori.

Attorno a ogni cellula del tuo corpo, a ogni sfumatura del tuo pensiero, ci deve essere la massima concentrazione di Benessere. In tutte le sue forme e manifestazioni. Ciài giocato diciamo dalla primavera, a fantasticarci su. Meglio non prima della primavera, perché sarebbe autolesionistico farlo quando ti mancano ancora quel pajo di mesi di piogge & maltempi. Quindi diocristo mi pare ovvio che di certo non te li vai a cercare tu recandoti in... ma no, è troppo presto; il Poeta non deve prendere il sopravvento sulla Poesia.

Dicevo, stiamo insieme. Stai per capitalizzare il tuo gruzzoletto in qualcosa d'impalpabile. Hai scelto di non possedere un bene materiale, ma d'investire in ricordi, odori, sensazioni, immagini, suoni, posti, alcuni dei quali (i migliori) ti porterai appresso tutta la vita. Le persone cambiano, le tue cellule si rinnovano, le mogli, i mariti, gli amici, i nemici, i figli, i genitori, i colleghi e tutto il teatrino che quella bruschetta carbonizzata d'iddio ti dimena intorno, è solo destinata a essere labile; proprio come quelle foglie di certe stagioni caduche, cantate dai letterati di prima della Guerra.

Stai a un passo dal climax, ecco ci siamo, già ti immagini spugna di sacrosante emozioni quando io, il tuo legittimo partner, irrompo noncurante nella stanza tutta impregnata dei tuoi bisogni. “Che bello che bello: quest'anno tocca alLa Tontagna”.


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Che poi è molto del dramma del vivere, quello sinora rappresentato. È chiaro che non è di un argomento vasto & tristo quanto la contrapposizione dei bisogni propri cocquelli altrui che mi voglio occupare, come potrei in uno spazio qualsivogliamente limitato? No, io voglio solo parlare di quella burla carnascialesca, di quel demoniaco e contrappassante girone Divinamente Comico, di quel fastidio madornale che è La Tontagna.

Così più che altro ce la caviamo con poco, perché poco ci vuole a liquidare un'insulsaggine, una distrazione come questa. Qual è la Forma Auspicata? abbiamo mai visto autovetture col sedile di dietro che punta verso l'alto e quelli davanti rivolti verso il basso? squatteriamo abitazioni dai pavimenti in salita? calziamo forse scarpe che sotto la pianta ciabbiano 1 cuneo? ma ti pare? la suola delle nostre scarpe è piana, o al più anatomica.

Come ha potuto prevalere L'Uomo suGli Animali? col Linguaggio? col Pollice Opponibile? col Digitale Terrestre?

No. Prevalentemente Egli ha prevalso cogli utensili manifestàtisigli dall'ingegno contrappòstosigli alle avversità. Egli, L'Uomo dico, ha fabbricato tra le altre cose La Livella. Il principe Antonio De Curtis, che a me di suo non mi ha mai scucito un granché (tranne che neI soliti ignoti), cià pure dedicato 1 poesia, alLa Livella.

A che serve La Livella? A spianare, dio metastasi. A che servono gli zoccoli delle capre? a scavare sentieri nei fianchi di questo errore geologico che è La Tontagna. Cosa fanno Il Vento e Le Acque, se lasciate fare? la risposta è: erodono. Erodono le cose, i ciottoli, le rocce, i pezzi di vetro. Lasciamoli fare, ed essi ci libereranno in pochi milioni di anni della presenza ostile delLa Tontagna.

Tu hai lavorato. Prendiamo una tipologia di lavoro a caso: il lavoro d'ufficio. In realtà, non l'ò presa proprio a caso, questa tipologia; bensì è 1 degli esempi principali del repertorio cui ho sempre fatto ricorso per spiegare i miei rapporti colLa Tontagna.

Hai passato ore, giorni, mesi, stagioni, tutte in ufficio. Periodi cadenzati da uscite il sabato sera in strade trafficate, ristoranti chiassosi, locali affollati. Senti adesso il bisogno imprescindibile di ritemprarti.

Vai, vai pure in Tontagna. Come vive davvero La Tontagna, il Cultore delLa Tontagna? Si sveglia sul presto tipo massimo alle 7-7.30, ma volendo pure prima. Colazione in albergo, poi ti mette fretta nel bagno perché sennò si perdono le ore migliori. E quali sono le ore migliori? sono quelle in cui se ti dice bene forse non pioverà ininterrottamente, come spesso accade in Tontagna dalla Mezza sino al tardo pomeriggio. Quindi via, 5-6 ore di salita. La vuoi prendere sportivamente, non dico nel senso di 'con filosofia', ma in quello agonistico? che so, magari una decina di ore di passo svelto su dislivelli trigonometrici ti faranno buttare giù qualche etto dei lardi. Non puoi, 'devi vedere la natura'. Non vale ribattere 'conosco innumerevoli cartoline che sarebbero liete di fornirmi le loro prestazioni paesaggistiche per un importo pari a 1/3000 di ciò che mi stai facendo spendere', perché 'non è la stessa cosa', ti arriverebbe in risposta.

Lo zaino è pesante, perché deve contenere il caratteristico abbigliamento 'a cipolla' che dovrà difenderti dai disagi delle temperature continentali tra le quali sarai sballottato: caldo ustionante e gelo glaciale. Vedere a ferragosto se stessi in balia dei ghiacciaj è una violenza gratutita quanto una dieta di occhi azzurri di bambini piccolissimi. In più, in Tontagna ci si abbronza in modo tribale, tatuandosi addosso il bianchiccio epidermico delle cinghie dello zaino, della canottiera e dei pantaloncini, perché mica puoi salire su in mutande che è pieno di gente ricchissima snobissima e perbenissima. Non temere, se avrai incidenti sulle pietraje o se sarai colto da crisi epilettiche, in Tontagna è tutto 1 brulicare di minielicotteri guidati da abilissimi Playmobìl in grado di atterrare su qualsiasi ciottolo. Essi ti porteranno sino al più vicino prontosoccorso. Lo zaino pesa anche perché ti devi portare acqua, molta acqua. Perché nei rifugi (mi rifiuto di cercare di ricordarmi il termine tecnico, che pure mi è capitato ahimè di sapere) tutto costa maledettamente caro. Quindi, converrebbe che ti portassi i panini dal paese. Solo, che cazzofai una volta in vetta? come ti gratifichi? fumi? qualora tu abbia il privilegio sempre più raro di non aver ancora smesso, sappi che una sigaretta dopo ore di cammino verticale su pietre sconnesse e pericolosissime in un'atmosfera del tutto carente di ossigeno non è il massimo della vita. Allora ti tuffi in canederli e compagnia bella, che in cambio di poche decine di €cu ti rendono cogli interessi tutte le untuose Kcal abbandonate su rocce già scivolose di per loro.

Preferisco correre velocissimo 2 ore & mezzo inseguito da mosche inferocite che ti trovano i sudori più succulenti della merda, piuttosto che camminarne 10 lentissimamente. Finisce prima, e poi sei libero di fare tutto quello che vuoi. Libero di recarti nel + vicino parco pubblico a dare una chance ai Testimoni di Genova. Libero di portare a spasso il cane più puzzolente con nelle cuffiette il blues più invariabile. Libero di ributtarti in poltrona davanti a un computer dotato di un buon allaccio ADSL. Quello che dicevo sempre era: dovrebbe essere il contrario. Uno sta tutto l'anno in Tontagna, dovendo camminare tutto il giorno sotto il sole e sotto la pioggia ma per lo più la pioggia, su orribili salite cosparse del pietrisco più insidioso, che poi diventano discese scoscese cosparse del pietrisco più insidioso. Quello che mangia costa 1 occhio della testa. Quello che dorme costa 3 occhi della testa. Quello che chiacchiera cogli awtockthöni (se ci riesce) costa di più, ovvero l'umiliazione di sentirsi uno zotico sudista equatoriale sconfitto dall'entropia, dalla maleducazione, dalla chiassosità dei propri simili e dall'economia della sua regione a statuto per nulla speciale.

Poi, per due magiche miracolose settimane all'anno, ecco il paradiso. Un paradiso di aria condizionata. Poltrone di pelle a norma ISO-9001. Mokaccini a poche decine di centesimi di €cu, a pochissimi metri dalla propria scrivania. Zone fumatori in cui chiacchierare amabilmente, sorseggiando con dignità boccate di ottimo fumo passivo. La mensa, spesso convenzionata, di cui l'abitudine ci abbia insegnato le vivande migliori. Sai che fotografie disperate che gli scatti alla tua scrivania, allo scadere dell'ultima settimana.

Altrimenti, uno va Al Mare. C'è il sole. L'organismo, riconoscente, si mette subito a secernere melanina; che ti darà una invidiabile tintarella collacquale innalzare altissima la tua autostima e attrarre d'incanto le giovani e ingenue pollastrelle semiignude che ti limìtrofano.

A un certo punto, di botto, hai caldo. SPLASH! Nuotando un po', bruci calorie. Mangi della frutta, la frutta è ottima al mare; proprio quello che ci vuole, il giusto compromesso fra fame e sete. Oppure indulgerai saltuariamente ai capricci del tabellone metallico. Ricorderai quali Eldoradiche Algide prelibatezze sono sopravvissute alla tua infanzia, e ogni volta ciò ti commuoverà. E ti stupirai di ogni novità ritratta per la prima volta questestate, e sarai curioso di assaggiarla. Fai lunghe passeggiate sulla spiaggia, quelle sì! Su di essa, l'asperità più inespugnabile che avrai da valicare avrà l'ordine di grandezza del granello di sabbia. La quale sabbia, per sua cedevole conformazione, è anatomica. Essa ti avviluppa nel suo caldo abbraccio, in qualunque posizione tu voglia averci a che fare. Nella posizione di 'panciasotto', i suoi tepori non mancheranno di favorirti e nasconderti le sacroundsante erezioni conseguenti alle svestali semiignude che ti circondano. Hai mai visto svestali semiignude in Tontagna? se sì, erano allucinazioni da disappunto.

Degli omini dalla buffa igiene e dalla curiosa etnia ti porgeranno per poche monetine piccole leccornie, pezzettini di cocco, bevande ghiacciate, preceduti dalle loro caratteristiche esilaranti esclamazioni. L'afrore del fumo squagliato o dell'erba testé raccolta ti salirà nelle nari da ovunque. Assisterai al più indimenticabile degli spettacoli: il Tramonto sul Tirreno. Miracoloso ossimoro di cinematica statica, un fuoco che arde da spento, una luce buja che del suo fresco calore lascia tracce sorprendentemente durature. Attimi di immobilità frenetica.


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Mi hanno portato in Tontagna, no? per ben due volte. Mica dico Gli Abbruzzi. Lì ciai casa, giardini, laghi, macchine, biciclette, sediesdraje, amici, ricordi, radici: ci stai bene x forza. Dico quella regione nordsecessionista, l'unica di tutto il nostro bel stivalone che continui ostinatamente a fingere di aver perso la Guerra. Ecco cosa ho provato, quando mi si è rivelata d'un tratto, ancora dall'autostrada.

Mi sono sentito in effetti come uno che cià la casa a Ostia (RM) e x questo si è sempre rifiutato di pagare per una vacanza a un mare alternativo, che lui la casa al mare celà già; e poi lo portano a Madre Teresa di Gallura. Come si sente provinciale, burino e in definitiva stronzo!

Di botto la roccia si era fatta altissima. Nuda e altissima. Nuda, rosa e altissima, quella spilungona svergognata. I colori erano tutti sparati, non c'era alcuna foschia ad annacquarli. Il sole arancione, l'erba e le pinete verde smeraldo, il cielo blu, le nuvole (poche, m'aveva detto culo) bianche, il legno marrone scuro, i camosci e gli scoiattoli marrone chiaro, la roccia nuda, altissima e rosa. Sembravano i colori assolutissimi dei pastelli che sceglierebbe 1 bambino delle elementari (e difatti dio ciavrà + o meno quell'età cerebrale lì).

Era mozzafiato. Bella sciocchezza, colla rarefazione atmosferica dei 4000m, essere mozzafiato.

Se putacaso dio esisteva tronfio e puzzone quale lo ritraggono le Sacre Pitture, so già quale sarà il mio contrappasso dantesco. Portare a spasso i cani di un bluesman che mi paga in musica perché io gli porti i cani a fare i loro stronzi in Tontagna. Acciaccandoli.

Altro finale possible. Nella mia infinita magnanimità ti suggerisco altre due prove indiziarie per ajutarti ad abbracciare commosso la mia tesi di spregio delLa Tontagna. Uno: La Tontagna ha più o meno la stessa forma della merda caninamente (ido)latrata da' Cerberi sul marciapiede, come si vede già sin dall'inizio. Due: quale oggetto di erosioni continue & inesorabili, La Tontagna rappresenta nel paesaggio ciò che in fisica si definisce un equilibrio instabile. Che corrisponde a 1 massimo relativo dell'energia potenziale. Il kvale sarebbe quell'interstizio tra la fine di una salita e l'inizio di una discesa in cui indugia il tuo vagone quando ti lanci dalle montagne russe. Ce ne sono di sempre più bassi, di questi max. relativi; ti ci crogioli per un attimo ma poi riparti e ne trovi di nuovi, sempre più bassi. Fino all'ultimo, risolutivo: l'Equilibrio Stabile. Lì scendi dal vagone, e inizia il divertimento. Poiché per quanto russe, esse pure sono da considerarsi Tontagne, se non altro per le analoghe nausee a pagamento che provocano. E dunque tutto il divertimento ristagna alla loro base; che almeno quello di Gravitazione Universale è x fortuna 1 disegno di legge che non c'è Lodo Schifoso che potrà mai abrogarlo.


giovedì 1 gennaio 2009

Chi vincerà Sanremo nel 2030.


Aspetta un attimo. In uno dei post precedenti (che poi che fastidio, la precedenza temporale in un blog diventa conseguenza spaziale; dio, anche per questo tu meriti che ti abbiano x-fisso proprio il figlio hippie, fra i tanti tuoi illustri bastardi illegittimi che avrai disseminato di certo), in un post-o precedente dicevo, c'era un punto dove ho tirato fuori il biasimo per il cane.

Che bello, ora ricordo. Il sottotitolo di quanto sto scrivendo ora potrebbe essere È il cane il peggior nemico dell'uomo?, risposta: Sì, lo è.

Ma ecco che sale il fastidio (mio), e con lui vien meno la bestemmia creativa.

I cani sono brutti e stupidi, ma questi sono dettagli. T'inculano con la loro breve fase cuccioloide, che regala loro attimi di (come diceva Andreapazienza) ciccipucceria. Ma più ancora che brutti e stupidi, essi sono sporchi.

Io non riesco a immaginare niente di più sporco di un'entità che oltre a essere sporca di suo ha dei movimenti autonomi e convulsi e delle propaggini pelose carnose e umide che oscillano proporzionalmente alla quantità di moto del tronco. Hai mai percepito il fiato di un cane? Anche se il consorzio umano sucks, io torno ad amarlo quando ricordo che una sua regola non scritta esige la ghettizzazione sociale immediata di qualsiasi suo esponente con un alito che puzzi un decimo di quello del cane meno molesto. E ci credo che puzza: quelle costosissime orribili scatolette di cui sono ghiotti contengono sostanze il cui odore si aggrappa a qualsiasi oggetto solido nel raggio di chilometri, sostanze che danno dipendenza gastronomica a lui e schiavitù economica a te, le stesse sostanze che devono drogarlo a vita più di Ben Johnson a Seoul '88. In più facci caso: giù in istrada queste bestie immonde si leccannùsano reciprocamente le merde.



Che schifo, i cani. E pure tu, evitami l'immaginazione della tua faccia indignata per le mie affermazioni e rispondimi: cosa penseresti di qualcuno che fa la cacca per strada e che avesse però il culo ben peloso, e che poi con i suoi bei peli del culo smerdati ti venisse ad accarezzare tutto il pavimento dove magari ci sono bambini che camminano scalzi, e magari ti salisse pure sul letto? Guarda, spero che qualsiasi partner io incontri in futuro ciabbia l'aids piuttosto che il cane. Almeno per l'aids puoi indossare il preservativo e dire “scusa eh, è per quel fatto che ciai l'aids”. Col cane primo, non c'è un cazzo da indossare che tenga duro contro il suo sporco. Secondo soprattutto, se solo provassi a esprimere del tuo disgusto un epsilon piccolo a piacere (come dicono sarcasticamente i matematici), il padrone del cane ti guarderebbe di uno sguardo capace di sciogliere il tuo cadavere più dei migliori acidi corleonesi. Vaffanculo, ecco 1 altra cosa che non si può dire: i cani sono orribili. No, chi amministra sconsideratamente il mondo cià tolto anche quest'altro grado di libertà: questa verità non si può dire. Pena la completa, totale messa al bando dall'Insieme Universo delle Persone Buone. Fai una ricerca su Google (che ammettilo, Google è oramai uno dei pochi e più quotati Depositari della Verità), cerca “cani”+”schifo”. Nessuno osa fiatare. Nessuno, tranne i cani flatulenti di cui sopra. “Oddio, i Cinesi si mangiano i cani, che animali!”. A parte il fatto che è come se dici “oddio, i leoni si mangiano i selvaggi, che uomini!”. Ma poi, chi lo dice che le mucche o i coniglietti o i cerbiattini o i pesciolini o le gallinelle si possono mangiare e i cagnaccinfami no? Certo, mi dirai che la carne che è stata sempre appiccicata a quei merdosi peli di culo e al tuo letto di possessore di cane fa schifo al cazzo. E di certo io ti do ragione.



I cani, i cani. Dio cane! Perché continui a dire 'porco dio', i maiali sono intelligenti, anzi dice che sono intelligentissimi, e meritano tutta la nostra simpatia per le grame condizioni in cui sono allevati e scannati e per la loro allegra e palese lontananza dalla pulizia. Anzi, dice pure che allo stato selvatico abbiano 1 kasino cura della loro igiene. I cani invece. Fanno finta di essere mediamente puliti (alcuni comunque non ci riescono proprio), e sono stupidi. Hai sentito bene, non far finta di avere nelle orecchie lo Sporcodicane: i cani sono stupidi. I sorci che vivitorturano a migliaja al dì sanno eseguire giochetti molto più sofisticati del tuo campione di sporcizia, ma com'è che di loro non te ne frega nulla, eh! Ti dà la zampa? ti riporta il legno? ti guarda? cià la lingua di fuori? corre? cià le orecchie? omiodiochemiracolo, scodinzola quando è felice cioè sempre? ci credo che è felice, non fa 1 cazzo dalla mattina alla sera. Ficcalo nel labirinto della cavia più stupida o nella ruota proporzionale del criceto più obeso; il suo sguardo nihilpotente non riuscirà a non apparire totalmente stupido anche a 1 cocciuto e permaloso come te. “Che carino, esegue gli ordini!” Vaffanculo, nell'eseguire gli ordini i tanti lavoratori del Minorile sono molto più puntuali e ossequiosi di lui. “Ma guarda come mi è fedele...” vaffanculo ancora di più: consentigli di starsene in panciolle per tutto il giorno e vedi come ti è fedele anche il forzaitaliota + paraculo. “Ma i cani tengono compagnia, io ciò 1 vero e proprio rapporto col mio cane, ecc.” e ci credo Porcocane! che razza di rapporti sociali potrebbe coltivare uno che manco ci arriva a realizzare che tiene in casa un grumo stupido e bavoso di merda semovente? Il massimo a cui puoi aspirare è insegnare “seduto!” al tuo sordido cane. Tu poi stai lì tutto compiaciuto del tuo carisma di leader opinionista, mentre lui ti sbriciola vorace sul parquet il suo impasto di pezzi di biscotto e saliva di cane. Che poi mi fai pena pure tu: non è altro che quello che succede, magari in modo più raffinato, nel rapporto tra te e chi ti governa. Ma sì dai, tieniti il tuo cazzo di cane che tanto ciò tante di quelle rogne che non sarai certo te.

Anzi, vaffanculo di nuovo, no. Ora faccio una di quelle digressioni che da sempre mi allontanano dalla normalità di una vita sociale lontano dal computer. Che mi frega. Vuoto il sacco.



Io coi mongoloidi ciò da sempre 1 rapporto pessimo. Ho fatto la primina, ero 1 anno avanti. Sono capitato in Seconda Elementare nella mia classe, e pare che in Prima ci fosse una bambina mongoloide di nome Barbarella. Mi scuso, devo scusarmi? come usa fare? del mio linguaggio forte. Però mi sembra che dire “bambina Down” o “bambina handikta” (non è un refuso, è una licenza poetica in stile kappa e spada) che poi ora pare sia brutto pure così, o “bambina diversamente abile” sia ancora peggio. Guardami nel monitor: quando io e te siamo sicuri che nessuno ci sente diciamo tutti e due 'mongoloide' per quei significati lì, oppure no? Aò, che ti devo dì; a me quantificare e confrontare e quindi ribadire le diverse abilità mi pare molto più indelicato. Somiglia a 1 mongoloide? Beh, ci sono alcune femmine orientali (maschi orientali non saprei dire) parecchio attizzanti, mi sembra che una mongola fosse stata pure premiata in qualche concorso di bellezza di livello internazionale. Secondo me dire 'mongoloide' è la cosa più carina, viene da 'mongolo' che come direbbe Tomas Milian vuol dire 'mongoloide di Mongolia' + 'oide', da 'orào', che in greco antico io lo so, vuol dire 'tipo'. 'Tipo 1 mongolo', quindi.

Certo nel mio quotidiano (ingannevole per me e per gli altri) non sarei mai così crudo, e mi guarderei bene dal raccontare certe cose, ma se io e te siamo qui non è un caso. A me Barbarella metteva una paura. Era tornata, una volta, in seconda. A trovare i suoi vecchi compagnucci. A ricreazione, come arrivò, tutti le sciamarono attorno entusiasti, lasciandomi solo e turbato. Io mi ero inserito nella mia classe a meraviglia (a parte l'episodio raccontato in Caccaddosso, che comunque sarebbe arrivato alcuni anni dopo), uno di quegli inserimenti che in seguito mi sarebbero stati sempre più difficili. Ma lì, che dovevo fare? Ero l'unico a non conoscerla, se mi fossi avvicinato e le avessero spiegato che ero Il Bambino Nuovo ne sarebbe conseguita un'interazione troppo ravvicinata. E a me Barbarella metteva una paura. Immàginati di essere piccolo, ma piccolo piccolo, e di sentire le parolacce. Capisci che quando sei proprio cattivo vieni chiamato “stronzo!”, e magari quando fai uno scherzo un po' stupido ti dicono invece “mongoloide”. Tu pensa se a un certo punto a ricreazione vieni a sapere che 'Oggi viene a trovarci Franceschino' – 'ah e chi è Franceschino' – 'Franceschino è quello che c'era l'anno scorso, quello che tu non hai mai visto, quello lì, il Bambino Stronzo'. La stessa cosa, solo che quel giorno c'era La Bambina Mongoloide. Credo che, pur pretendendo oggi la politically correctness sui cani, tu possa ben immaginare quanto potessi essere curioso & apprensivo. Beh, che ti devo dire. La Bambina Mongoloide aveva le guance enormi, gli occhi piccoli e una quantità di mocciolo al naso superiore alla media. Non potevo credere che i miei compagni la baciassero con quell'allegria, ad averla conosciuta doveva essere per forza simpaticissima. Ciononostante io non ce l'avrei mai fatta a baciarla così. Dicevano pure che I Mongoloidi morivano prestissimo, giovanissimi, tipo 35 anni. Ma perché. Questa cosa pure mi metteva una paura. Se Ilbuondio, quel burbero perfezionista, gli appioppava penalità del genere sin dal suo incolpevole start, allora Il Mongoloide doveva essere losco per forza. Inoltre mi percepivo intorno qualcosa che non andava: l'esistenza dei Bambini Mongoloidi era una cosa così eclatante, eppure nessun media cui avessi accesso ne parlava. Giornaletti, televisione, canzoni da chiesa, La Bibbia, cartoni animati. Addirittura, manco il Piccolo Missionario, tutto intento invece a sdoganarmi tonnellate di Crostedilebbrosi. Forse ero più cattivo, perfino di Francesco C.



Ogni volta, quando ne sentivo parlare, mi scoprivo a rallegrarmi colpevolmente per averla schivata, Barbarella, grazie alla mia Primina. Ancora adesso la parola 'Barbarella' più che magiche sise anni '60 mi rievoca emotivamente la sensazione della protagonista sconsiderata di un film dell'orrore. Che poi, più che dell'Orrore fu un film dell'Errore. Se non ci fosse stata la mia primina, avrei avuto un'infanzia con meno scuse per il fatto di essere sempre il più piccolo nelle classi dove capitavo, e magari un bellissimo rapporto coi mongoloidi. Invece no, ora li temo, mi fanno una paura matta. Anche in montagna dove vado sempre ci doveva essere una qualche colonia per bambini handikti, e quando dalla mia biciclettina li vedevo comparire all'orizzonte per mano ai loro accompagnatori, i loro sorrisi pazzi mi sconvolgevano completamente. Come ora, del resto. Io già non riterrei giusto avere figli (in modo financo simile a come la volpe abiura certa uva), non vorrei proprio cedere alla tentazione di perpetrare questo gigantesco equivoco che secondo me è La Vita e pare proprio che disperdendo solitariamente il seme ci stia riuscendo a meraviglia. Ma se dovessi avere 1 figlio già così svantaggiato in partenza, mi spiace per te e per me, mio spaventevole figlio mio, ma potendolo ancora fare sarebbe la Rupe Tarpea dell'aborto. È questo un concetto troppo duro per le tue cervella molli? Allora sveglia. Chiamo a testimone mr. Google, sdoganato oramai quale giudicante incorruttibile & super partes. Mi chiedevo se tirare in ballo quissopra un'immagine di mongoloide, già scettico perché non avrei inserito "il" mongoloide ma "un" ignaro particolare mongoloide, il che pare brutto per lui/lei persino a me. Comunque mentre mi si avviano gli ossidati ingranaggi della Morale, intanto ricerco "mongoloide" su Google Immagini. Oh, non cenè 1. Caromio, la Rupe Tarpea è già fra noi, in questi tempi di buffi a usura per le liposuzioni. Non posso che sperare di non finirci sopra & poi sotto pure io, che non è che mi senta un tipo tanto sveglio. Te, non so. Ricominciamo, io e te, a parlare di mongoloidi. Sarà un modo come un altro per riappropriarci del nostro diritto a un'Ontologia della Bruttezza.

Tutto questo, è ovvio, nella massima empatia con qualsiasi mongoloide o parente di mongoloidi, cui va tutta la mia considerazione. Consentimi, data la lunga premessa, di usare con noncuranza la parola 'mongoloide'. Anche perché, ti svelo in segreto nel caso non te ne fossi accorto, qualsiasi persona non sia mai stata coinvolta in parentele mongoloidi lo fa, quando si sente al sicuro. Guarda che se no ti attacco un altro pippone del genere su necri e froci.



Ok, la premessa è stata fatta. C'è una domanda, che mi pongo da anni. I miei più antichi conoscitori potranno testimoniarlo, Il Riccioletto ad esempio, benché Turpe Possessore di Cagna, non potrà non confermare quanto sto per esporre, se necessario.



Ma perché il Possessore di Cane non preferisce Possedere Il Mongoloide?



Nel senso buono – ovviamente - della parola.
Posto che il cane è

1a) spesso brutto;
2a) abbastanza più stupido di tante altre cose;
3a) davvero parecchio sporco,

il mongoloide è senz'altro

1b) molto più carino, con addosso vestiti carini;
2b) molto ma molto più intelligente e affettuoso;
3b) sensibilizzabile sulle problematiche inerenti all'igiene.



Io una mia teoria celò. Maturata in tanti anni di osservatorio. Il Padrone di Cani ha difficoltà relazionali in un mondo di suoi pari, i suoi biscotti da due lire non interessano fino a quel punto ai suoi interlocutori nonché potenziali esecutori di ordini. E allora trova nel cane il compagno ideale. A quella stupida sozza & soprattutto ingorda bestia immondamente piagnucolosamente assordantemente vorace non gli pare vero che esista la figura del Padrone di Cane, e tosto impara a riconoscere e a eseguire come significante dell'ordine impartito dal Padrone non tanto il termine quanto il tono di voce con cui esso viene pronunciato. Non è manco semantica o semiotica, è puro istinto di sopravvivenza. A parziale dimostrazione della mia teoria scientifica sta il fatto che nel cane l'evoluzione (innaturale quanto a rapidità), premia come carattere ereditario vincente non la pulizia o la sensibilità poetica, ma soprattutto la suddetta ciccipucceria. O magari L'aggressività, se il padrone è un pappamolle e mediante la grossezza del cane vuole incutere timore al prossimo suo come a se stesso. Ci manca solo che sul vello del cane del coatto, previi certi incroci con testimonials necri fortissimi negli sports, invece che l'aids spunti il Baffo della Nike.

Attento, il tuo cane ti frega soldi e vita reale. Abbasso i cani, i cani sporcano.



Ovviamente, queste sono mie considerazioni personali. Ciò non toglie che esse siano circostanziate nel minimo dettaglio, e quindi oggettive. Almeno sino a quando non ti prenderai la briga di smontare le mie argomentazioni producendone di più valide. Quello che voglio dire è che non vale andare su tutte le furie e scagliarmi contro gli anatemi del buon senso comune, dell'animalismo, del canismo, dello Sporchismo, della correttezza politica e di ogni altra radical-sciccheria che dalle mie fetide elucubrazioni potrebbe generarsi spontaneamente. La generazione spontanea e l'abiogenesi in generale sono infatti teorie confutate parecchio tempo fa. Mantieni i nervi saldi e prova a dimostrarmi a rigor di logica e oltre ogni ragionevole dubbio che i cani sono puliti, o che è vero che sono sporchi ma i loro padroni li igienizzano in modo periodico & soddisfacente, o che sì, sono sporchissimi, ma che male c'è? sei tu (cioè io) che sei paranoico, e la sporcizia non ha mai fatto male a ness1 (anche se se sosterrai questo ciavrai la scienza medica contro, si spera), e neppure il disgusto. Se ci riesci mi arrendo, lo sciemo sarò io.



Infatti, io non ho la minima idea di chi vincerà Sanremo nel 2030. Che tu sia arrivato sin qui nella lettura (e se l'hai fatto nonostante tutte le orribili crudeltà che hai letto sui cagnolini ecc. o sei un nazista schifoso o non hai principi morali o sei un gatto) ti rivela solo come il solito credulone. Posso giusto provare a ipotizzarlo, un vincitore; anche questo lo faccio da diversi anni. Precisamente, dalla serie quasi consecutiva di vittorie sanremesi di ciechi, quegli Aleandribàldi, quei Bocelli e quelle altre leopardate buonissime che secondo me ci vedevano benissimo (queste ultime) ed erano furbissime e ancora stanno a ridere per la loro vittoria e la tua dabbenaggine.



Secondo me è fortemente possibile che Sanremo 2030 lo vinca un gruppo di rock-cristiano composto da :

1 sequencer-emo
1 mongoloide (di quelli coi capelli a caschetto delle sit-com americane anni'80, colle sneakers fighe, la felpa col cappuccio e il cappellino storto che surfano col culo sul corrimano delle scale)
1 lolita dark e
1 paio di cani.

Quindi, mi dispiace che da oggi in poi se ciavevi il cane non vieni più qui a subìrti una chiacchierata. Ma nel caso è una scelta tua, io con te non ciò il minimo problema, qualsiasi razza di cane hai cià i peli troppo tortuosi per conficcarmisi nella linea telefonica. Invece, sessei x caso uno dei pavidi & silenti biasimatori di sozzerie in corpo di cane, esci la tua inconfessabilità di insensibile insensato e vienimi tosto a mettere il dito qua sotto.

domenica 14 dicembre 2008

Forature.

Na cosetta veloce (*), che oggi non ciabbiamo tempo da perdere nessuno dei due.

Cena dai miei, quindi televisione.
Tg5 che trabocca di 'articoli di costume'. Servizi sul natale, sui prossimi regali, su certi pinguini che
non ricordo in quale zoo avevano vestito da Babbinatale. Sui videogiochi di ultima generazione, sui negozianti che ora sono contenti di come gli inizia l'onda dei regali.
Occhio che ho detto 'servizi' sul natale eh, mica uno solo. Ma tanti, spezzettati, costituiscono le notizie del giorno. Insieme al maltempo e alle immagini catturate da un cellulare che mostrano una donna coreana che cià il suv appeso a un carrattrezzi che glielo sta per portar via, ma lei è più lesta ed entrata in macchina se ne va portandoselo appresso, rendendogli pen x ficaccia. Ma a un certo punto finalmente arriva la pubblicità, quella vera dico, e con lei la possibilità di pensare.



Pensare cosa? Beh, l'inizio è un conseguente e necessario 'Porcamadonna'.
Ma parlate di me, piuttosto! Perché non ci sono io, al Telegiornale? Eppure io nel mio piccolo sono 1 autentico coacervo di notizie-bomba, senti qua:

  • sono calvo e gli Altri Prelati (tradendo la totale assenza di spirito di categoria) non vogliono che io mi spalmi i feti in testa, e con loro le cellule staminacee
  • desidero sistematicamente le cose che non posso permettermi
  • se mi ammalo muojo di fame, non potendo più lavorare
  • a meno di non gravare finché posso su residui di un passato socialmente ancestrale (i miei genitori, buoni & bravi)
  • ho la dipartita IVA ma di fatto sono un dipendente
  • per quella minima parte della settimana in cui lavoro guadagno bene (dico in proporzione, non credere chissà che) e ho un sacco di tempo libero
  • ma ogni altro essere su questo pianeta no! e quindi che ci faccio?
  • vivo costantemente a un passo dagli psicofarmaci
Visto? roba da fermare subitissimo le rotative.



Poi, è Ruota della Fortuna. Dalla conduzione dell'orrido Mikebongiorno dei pranzi familiari di 15 anni fa, a quella di Enrico Papi – Victoria Silvstedt. Un salto temporale con modalità digitali, senza alcuna continuità, che mi consente delle sensazioni ben precise. Eccole qua.
  • I modelli archetipi del vincitore sono quantitativamente pari al numero dei sessi legalmente riconosciuti (ma l'ex onorevole Lussuria sta colmando il vuoto legislativo a grandi passi, coccerte sue presunte vittorie). Cioè due.
  • Il primo è Enrico Papi. Chissà se se lo sarebbe mai immaginato lui stesso.
  • Quindi, oggigiorno il maschietto può vincere nonostante panza e occhiacci lenticolari; ma solo a patto di sfoderare la sua verve umoristica in raffiche di battute che non dovrebbero far ridere alcun avente diritto alla vita. Dal che deduci pure che, visto che il senso della vita è sparararsi in vena delle gran dosi di fica & successo, scòrdati di indugiarti le tristezze. Al limite scaricati dai siti americani gli antidepressivi più in voga.
  • La seconda è Victoria Silvstedt. Ovvero, l'abrogazione della legge Merlin. 'Ovvero ovvero' (cit. neo-testamentale), il 'Colpo Grosso' definitivo: lo strip-tease integrale delle cervella.
  • Chiedo scusa alle Vere Mignotte. Professioniste esemplari, leali e indefesse, che regalano sensazioni autentiche in cambio di compensi a definizione alta davvero. Non esiste infatti che il cachet di una mignotta debba essere un pacchetto generico di cene-gioielli-malumori-viaggi-regalìe-automobili-MinisteridelleDisparità. Le Vere Mignotte secondo me sono delle ragazze d'oro. Tu gli chiedi una cosa, loro ti dicono di sì e ti chiedono in cambio una cifra precisa, altrimenti è no. Sta a te vedere o rilanciare. Certo, la qualità della partita immagino dipenda dallo spessore dei giocatori, ma com'è giusto che sia. Meglio ch'accanno di decantà, che più continuo e più non mi ricordo più perchè non sta bene rivolgersi a codeste Signorine. Potrei scoprire che è sempre per quei residui di paura delle Jesus' tears, e allora sarebbe conseguente lasciare che tutto specie me vada a puttane.
Ma mannaggialSolito, non posso cenare con davanti le ignudità di una coi sisoni in pvc e le gambe di Schwarzenegger, mi fa schifo vedere un naso talmente rifatto che inesiste quasi quanto quello di Michaeljackson. E la pietanza più invitante mi è indigesta quando vedo sdoganati gli ammiccamenti più troieschi di fronte all'incapacità sistematica di capire ciò che attorno gli succede, a quella troia contraffatta. La Finanza dovrebbe tutelare le Vere Mignotte. Non è possibile che arrivano questi carichi di mignotte estere senza alcun certificato che ne attesti le qualità che anzi è evidente che non ci sono, a inflazionarci il mercato. Cottutti quei derivati del petrolio che ciànno dentro sossicuro che non so nemmanco ignifughe.

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Poi però mi ricordo che io sono completamente soggiogato dal fascino virile di Umberto Eco, e quindi non voglio né essere né, dirò di più, fare (parafrasando l'editore Pendolare Garamond) né l'Apocalittico né l'Integrato. Ho fatto il primo? Fammi essere un po' anche secondo.

Accanno chiasmicamente & immediatamente la seconda serie di probbblematiche.

Sei maschio e vuoi accanto una femmina patinata ma tridimensionale? Goditela. Poi ti voglio vedere quando ti dovrà co-educare i figli o semplicemente sostenerti la conversazione per qualche minuto successivo a, e lei sarà solo capace di risponderti ammiccando. Non fumarci vicino, piuttosto. Te la ricordi, sì, la puzza di plastica bruciata nei portacenere.

Sei femmina e mascheri l'attrazione che provi per il Potere con il tuo amore per le Matte Risate? Vattelappiandercùlo.

(poi comunque sto comportamento mica è nuovo, è dalla preistoria che le femmine sono attratte da chi cià la clava più grossa, così come il maschio è attratto da chi gli allatterebbe meglio la prole; quello che mi sconvolge è che trovo divertente girarci attorno romanticamente o eroticamente, a st'argomento, mentre invece si sdogana esplicitamente & vieppiù la decerebralità, qui mi fermo sennò ricomincio).

Chiami Telegiornale la manco tanto subliminalità dei tuoi messaggi publicitari? Bah.
Ora il Telegiornale è quando mi dici a pranzo e a cena che devo comprà, perché ci stanno cose tanto fiche e perché sennò i commercianti piangono. Oddio, i commercianti in effetti stanno simpatici a tutti, campano con poco e alle loro tasse si deve che so, la Sanità Pubblica e l'Istruzione.
Ma prima, che io ricordi, m'inscenavi comunque i Teatrini della politica. Craxi diceva A a Forlani il quale sollecitato da Andreotti chiosava B provocando le reazioni C delle piazze capitanate da Belinguer e le proteste indignate C di Pannella che s'ingollava rabbioso il piscio mentre Papa S(anto) S(ubito) invocava la Pace nel mondo mentre spendeva i suoi vigorosi giovanilismi in estenuanti session fotografiche con i principali dittatori latinoamericani.

C'era un gioco sulla Settimana Enigmistica, “Il Bersaglio”. Ora lo faccio, ma breve-breve.

Il Teatrino è Rappresentazione. La Rappresentazione può essere Catarsi. La Catarsi a sua volta è purificazione, spurgamento da una contaminazione.

Ecco; non c'entra un cazzo. Qui non è che ti devi sentire migliore. Non ci si basa su una tua presunta capacità di percepirti; anzi si dà per scontato che questa capacità tu l'abbia persa già colle prime puntate del Drive In.

Questi creano emergenze per autolegittimarsi i toni del reclutamento elettorale. Il trucco è dannatamente propagandistico, dirò di più (continuo a parafrasare): calcistico.

Così come il romanista aveva bisogno di Paolodicanio e i suoi ghigni romanamente insalutistici e il laziale necessita di Pupone Tottigò, il fascista ha bisogno del comunista come accade x il viceversa. L'antiproibizionista ha bisogno del proibizionista. L'ultras ha bisogno del celerino, e il celerino dell'ultras. Sennò, la domenica se ne stanno a casa tuttieddue. L'uomo è un ballerino provetto. Gli piace una freca di danzare questi balli, ecco perché io schifo il ballare. Tranne certi passettini di danza piccoli-piccoli tra ateismi e credenze. Machecentra, dovresti vederli quei passettini, sono d'1 grazioso irrinunciabile.

Quindi al Telegiornale, quando non è 'Articolo di Costume', è tutto 1 urlare allùpo allùpo sui pericoli della Democrazia, sui pericoli del Comunismo, sui pericoli della Dittatura Mediatica, sui pericoli del Maltempo, sui pericoli della Sicurezza. Perché coll'allarmismo ti metto la strizzalculo, e collèi ti strapperò il voto dalla matita copiativa. Non si fa. Si fa piuttosto crescere il senso critico dell'elettorato, e con lui la capacità di discernere i propri veri desiderata.



Ci sarebbe da aggiungere che ora i concorrenti si gufano esplicitamente tra loro, che le concorrenti quando si chinano a girare la Ruota mostrano le mammelle in scollature jenerose quanto presumo obbligatorie, che i riferimenti letterali non sono più 'D' come Domodossola (quindi hanno praticam. azzerato questa città) e nemmanco Alpha-Bravo-Charlie, ma qualche creativo amante del brivido s'è inventato che ora le iniziali si riferiscono o allo stereotipo professionale o macchiettistico incarnato dal concorrente, o in mancanza d'altro a doppi sensi generici. Ci sarebbe da aggiungere pure che la famiglia italiana che un tempo era bigotta ora sorride indulgente a certe licenziosità. Prendi la mia. Sono stato buttato della mia collez. orig. di Dylandog nell'epoca di massimo splendore della stessa, quando i collezionisti l'avrebbero pagata parecchie centinaja di Milalire quando colle centinaja di milalire ci potevi comprà tanta roba per davvero. Perché? Perchè le figuranti ciavevano le sise di fuori. Non fa niente che ivi figuravano in bianco&nero senza manco i toni di grigio a renderle più intriganti, quelle portavano le sise di fuori e quindi il loro posto era la mondezza. Ed ero grandicello eh, la mia ventina di anni celavevo. Ora invece la stessa Buttafuori, pur di vedersi i suoi giochini enigmistici, tollera di buon grado certe scollature, e soprattutto l'uso giulivo che si fa delle cervella ignare che a quelle mammelle ignude dovrebbero attaccarsi. Il tutto sia detto senza intenti di rivalsa, eh. Quello fu davvero un sopruso ingiustificabile, orribile, una vera violenza, fatta a sorpresa, per nulla mitigata dal realizzare in seguito che Dylandog sucks e i suoi moralismi pure. Ma boh, coi miei mi sento molto ma molto più debitore che creditore, mi commuove percepirne la qualità e la quantità del bene che mi vogliono e non sono affatto certo che sarei un genitore alla loro altezza. Per quanto porcodio nessuno rispetterebbe mai i fumetti di 1 prole quanto me.
Il mio intento è invece palesarmi nel rimpiangere Oscar Luigi Scalfaro che mette i suoi scialle verbali (ma checcazzo ci faceva Oscarralfòne co 1 scialle verbale, quel checcazzo) addosso alle spalle ignude delle donne. Nel rimpiangere addirittura la mia mamma buttafuori. Sigh. Non credevo che l'avrei mai fatto.

Porcatroja (quelle televisive, intendo): arièccomi Apocalittico. Giuro che non volevo.


(*) ancora che ce credi.

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