venerdì 2 aprile 2010

Identificazioni volanti oggettive.

Senti senti che mi sono ricordato.
Tanti anni fa una ragazzina è morta.
In quel momento io stavo colla mia prima tastiera, quella ragazzina aveva quattordici anni.
Quindi, come succede, le si fece un funerale. Io ci andai per conoscenze comuni, e mi colpirono tre cose.
La sacralità offensiva dei funerali. Il fratellino che giocava ignaro, apparentemente. La gente che rientrava zoppicando nelle vite di prima.
Erano queste.


sabato 27 febbraio 2010

“Why do fools fall in love”.

Io spero che Lamadonna sia fortunata almeno al gioco, perché in amore ne ha combinati di casini. A lei e a noi. Manco frau Klara Pölzl ha sfornato una progenie tanto scellerata & rocambolesca.

Certo poverina, chi mai potrebbe dirsi veramente fortunato nel campo dell'Ammore?

Fra tutti i campi possibili, vettoriali & non, quello dell'amore è di certo un campo brullo. Brullissimo. “Xlamadonna – pare fare essa stessa – quanto è brullo”. È un tipo di brullismo talmente brullo che nessuno finora havuto il fegato di metterlo su Youtube accanto
a naloghi episodi di brullismo.

Tanto per produrre un esempio: come narravo tempo fa, una volta ho fatto 1 brano. Ivi dicevo che la destinataria delle mie attenzioni musicanti rimase impassibile all'ascolto. Totalmente impassibile. Un sangue freddo che, a pensarci adesso, metteva paura. Più imperturbabile di Chuck Norris. Più dell'Haider di adesso. Ma che dico, addirittura più di un Fonzie (quello di Happy days, non la patatina) davanti a 1 interruzione di quell'interruttore, come si chiamava? Lodo Schifani? prima che si desse una calmata apparente, data la carica che poi si è trovato a rivestire.

Almeno, avevo creduto che la destinataria fosse impassibile. Perché invece, dopo un par di mesi, nonostante una storia di versi anni e una convivenza, di botto mi lasciò. Evidentemente poco rasserenata dalla mia serenata.

'Kristo, perké?' mi chiesi struggendomi nella circostanza. Non mi riferisco tanto alla circostanza del lascing, che ogni lascness è persa; quanto piuttosto all'imperturbabilità dell'ascoltatrice. Cavolo, io se una mi si sciorinasse il cuore nella mano, quanto meno m'impressionerei e gli chiederei di rimetterselo subito a posto.
Invece niente. Impassibile proprio. Incredibile eh.


Può essere per il fatto che la melodia in certi punti sembra Spaghetti pollo & insalatina?

Ma no, non può essere per i seguenti motivi,

a) Spaghetti pollo & insalatina è un cromatismo armonico discendente, e invece qui xlo+ si sale. Xlamadonna se si sale.

b) pure fosse, è così bellina quella canzone. Dico Spaghetti pollo & insalatina.

Mah. Comunque a me sta roba piaceva e piace ancora, anche a questa distanza siderale. Piaceva pure a Riccardosinigallia, chiccazzo siamo io & te per contraddire a quaccuno / a cuaccheccosa, casi della vita dativi abbastanza da rientrarvici perché no, anche a Riccardosinigallia.

Mò te la ricanto io com'era all'epoca del cuore di fuori, e se ti viene qualche ipotesi segnalamela, mi raccomando.



domenica 10 gennaio 2010

Epifanie.


Come molti, io ho vari difetti. Tendo a tenere la guardia troppo bassa quando mi stanco, non mi va mai di dire le cose alle persone, mi piace non fare mai niente x tutto il santo giorno, roba così.


Fra questi difetti, nonostante io sia un discreto giocatore di ping-pong (pur senza eccellere in gesti tecnici sarei in grado di battere la maggior parte dei miei avversari, se non fosse per il mio timore/dispiacere di vincere – ma adesso non volevo stratificarli così tanto, i miei difetti), riconosco di non aver mai giocato a tennis.


Ecco perché ero così compiaciuto di un'intuizione che ho avuto mentre mi asciugavo negli spogliatoi. Gli altoparlanti diffondevano un pezzo di Ramazzotti, e io ho finalmente realizzato che la voce di Erosramazzotti è come il rumore di quando cammini con una gomma da masticare sotto le scarpe da tennis.

Ne ero talmente compiaciuto che ci ripensavo ancora adesso mentre mi si fredda il tonno&ceci. Mica mi tornava in mente quel signore minuto, parzialmente biancocrinito, che era talmente desideroso di mostrarsi jovanile da prendere la sua doccia inforcando un pajo di Rayban marroni a goccia mod. Aviator. E dovrai ammettere che un signore col pisello di fuori e i Rayban a goccia sotto la doccia è qualcosa che non si scorda facilmente.



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Quel Signore.
Quello sguardo beffardo, lenticolare.
Sarà stato dio?
Forse era dio.

domenica 3 gennaio 2010

Lavoratori.

Sarebbe bellissimo se ognuno sapesse individuare le proprie inclinazioni più profonde. Avremmo una società in cui ogni pezzo occupa la giusta casella dello scacchiere, di conseguenza ci sarebbe più facile azzeccare quacche mossa.

Io di inclinazioni penso di averne varie. Ne ho appena focalizzata una, per la quale non so immaginare nessuno che sia più abile di me.

Sarei il più grande ideatore e contrattatore di Follie.



Ora ti spiego. Metti che c'è un povero multimiliardario il quale, nella sua condizione di possessore di multimiliardi, notoriamente si annoja. Bene, che fa? Durante una delle sue passeggiate al parco, su una copia del Papersera del giorno prima scorge questo mio annuncio: “Ideatore e contrattatore di Follie, esperienza pluriennale, si propone come intermediario a vero miliardario – astenersi perditempo”.

Come Il Fruttivendolo deve il suo nome alla sua abilità nel vendere la frutta, come L'Emofiliaco lo deve alla propria inclinazione verso il mondo 'emo', così l'etimologia deL Multimiliardario va cercata nella scaltrezza che egli ha nel multiplicarsi i miliardi, non certo nella fantasia di dilapidarseli con gusto.

Ecco che quindi intervengo io con tutto un pacchetto di offerte, alcune delle quali anche last-minutes. Io vado da chi lui voglia, proponendogli una Follia. La Follia può essermi preventivamente indicata, qualora il multimiliardario in questione sia particolarmente predisposto, o inclusa nella mia tariffa, previa una piccola maggiorazione della quota da corrispondermi.





Poniamo il caso in cui si scelga il pacchetto 'Follia+contrattazione'.
Scegliamo quale esempio l'entrata da Intimissimi e la conseguente richiesta “Vorrei vedere dei reggipetti da uomo, per piacere.


Ora tu, in qualità di lettore di robe simili (ma nutro il sospetto che tu guardi solo le figure), alquanto disperato lo sarai senz'altro. Eppure, se ci pensi bene, ancora non sai quanti soldi vorresti per fare una sciocchezza simile. Come pure, non ne ho un'idea neanch'io.

Ma è qui che entra in gioco la mia proverbiale empatia. Con poche mirate domande, io riuscirei a far coincidere il massimo della tua soddisfazione economica col minimo esborso del mio mecenate, del quale non si conosce l'amore per la realizzazione di Follie ma solo quello per l'esiguità degli esborsi.

La chiacchierata partirebbe informale.

“Cosa ti piace”
Mettiamo, “andare a pesca”.

“Sembra divertente. Cosa ti servirebbe che ancora non hai”
“Niente in particolare, modestamente ho già quello che mi serve”

“Però magari, invece di svegliarti prima dell'alba e metterti in macchina, potrebbe fartela godere di più passare la notte in albergo direttamente in loco.”
“Eh, magari. Però mi verrebbe a costare un po' troppo rispetto a quello che risparmio mangiando ciò che pesco :D”

“Ma - come hai fatto a inserire uno smile nel parlato. Complimenti. Tornando a noi, ciò non toglie che qualche volta, farlo potrebbe essere carino. Concentrare le energie sul rapporto hemingwaiano che ti piace avere col pesce (sia detto senza doppi sensi) senza disperderle guidando per chilometri, perdipiù dopo un risveglio antelucano”.
“Sì, potrebbe essere carino. Ma spendere per farlo solo qualche volta non avrebbe senso. Ci vuole metodo e razionalizzazione, nella pesca. Regolarità nel bilanciare le entrate colle uscite, altrimenti come dici tu non hai la mente sgombra e il pesce se ne accorge”.

“È qui, se mi permetti, che intervengo io. Un ricco signore che rappresento sarebbe lieto di offrirti questa possibilità, occupandosi lui delle spese. Dovresti solo memorizzare una frase e ripeterla ad alta voce per lui, entrando in un negozio”.

(È risaputo infatti che i $oldi non procurano infatti la felicità, agli stolti. In questo lavoro non si deve offrire volgare pecunia, quanto piuttosto possibilità. Benessere. Relax. Valore aggiunto. E il servizio richiesto non dev'essere mai messo troppo in primo piano, ma diluito in una procedura astratta. Ogni riga dell'algoritmo deve confondere la parte più onerosa da sostenersi. Quello che per questo genere di cose è l'incipit più comune, ovvero “Quanti soldi vorresti per”, sarebbe in realtà il più clamoroso degli autogol. Sarebbe come andare in un suk dichiarando a gran voce di aver appena percepito il proprio mensile. L'approccio majeutico paga di più. Ma continuiamo.)

“Sarebbe magnifico. Ma, che negozio, e che frase.”

“Dovresti entrare un attimo in un negozio di biancheria intima che ti sarà indicato qualora tu accetti, e chiedere informazioni su un reggipetto da uomo come se occorresse a te personalmente, o per fare un regalo ad altri. L'importante chiaramente sarebbe non fare menzione del fatto che si tratta di un gioco. Perché di questo si tratta: di un gioco, una scommessa.”

“Ahah, che forza! ma... non posso dire una cosa del genere.”

“Perché no. Sono meno di dieci parole, pronunciate nella tua lingua madre. Nel contratto che stipuleremmo non si farebbe menzione del momento in cui eseguirlo, purché ciò sia fatto in un lasso di tempo ragionevole. Diciamo un'oretta. Potresti aspettare il momento in cui sei sicuro che nel negozio non ci sia nessuno che conosci, e andartene colla quasi-certezza di non incontrare mai più nessuno dei tuoi interlocutori, i quali peraltro ti ricorderebbero come un innocuo buontempone non del tutto sprovvisto di creatività. Potresti volgere a tuo favore le caratteristiche del franchising, e sceglierti un punto vendita fra i più fuori mano. In cambio di un attimo di Follia potresti vedere una volta tanto com'è il riservare ogni energia al tuo passatempo preferito.”

“Mah, non so, non mi convince. E... quanti alberghi pagati avrei, in cambio?"

“L'hai detto tu. Non avrebbe senso alternare volte in cui il viaggio in macchina dalla città al tuo posto segreto segua la tua levataccia a ben più comodi risvegli in un albergo locale comprensivo di prima colazione. Ma se l'esperimento è regalato (perché di regalo si tratta, praticamente), il giuoco vale la candela.
Dovrebbe essere una tantum, ne convieni? Tanto per provare una volta, e vedere com'è. Anche perché il problema non si limita ai costi di un pernottamento, pensaci. Per te sarebbe un problema destinare due giorni e una notte a un hobby solitario, che già mal si concilia con la tua condizione di [marito, fidanzato, padre, dirigente d'azienda, scegli tu ciò che più ti aggrada]. No-no, una notte secca per una frase secca, e già anche solo temporalmente fai un affarone, mi sembra.”

“E quale albergo sarebbe, quante stelle. Che colazione. A me piacciono quelle continentali a buffet, the, caffè, yogurt, fette biscottate, frutta fresca a volontà, sono un salutista io.”

“Risponderti è facile. Se uno è disposto a svegliarsi prestissimo senza nemmeno la sicurezza che abbocchino (ma mi dicono che tu sia piuttosto bravo), non è certo per la mollezza del riposo che bisognerà contrattare. Troppe stelle sarebbero inquinanti. Sobrietà, sobrietà ci vuole. Certo, anche il rispetto di certi standard qualitativi e igienici, perbacco. Quanto al tipo di colazione, niente da dire. Mi sembra che stiamo entrambi convergendo a un onesto tre stelle (equivalenti in certo nord Italia a due, senza voler fare del gratuito regionalismo). Orsù amico mio, qua la mano! Permettimi di lodare il tuo senso degli affari, un weekend da sogno dedicato al tuo hobby preferito in cambio di una spiritosaggine detta all'altro capo della città.”

E poi,

“Come vede, caro Commendatore, ce la siamo cavata con una trentina d'€cu, quando a parlare di soldi molto probabilmente non saremmo riusciti a scendere sotto i cinquecento. La ringrazio ancora per la differenza fra le due cifre che, come da accordi, finirà nelle mie tasche assieme alla mia parcella.”

Sigh. Roba da farsi mettere allegria anche dal suono della radiosveglia, quando la mattina ti alzi per andare al lavoro.

A questo punto, visto il tristo risveglio alla squallida realtà, vatti a sentire Mondo sogna e Verso Padova dei Cosi, e piangi per un motivo più bello.

domenica 20 dicembre 2009

In hoc signo vinces.

Dice Wikipedia che agli antichi Greci dell'epoca di Talete (storie di 600 anni indietroaccristo) era già nota l'Elettricità, nella persona dell'Elettrizzazione x Strofinio.

Bene, scusaci sai, ma tra te & Wikipedia io & Il Riccioletto diamo retta a Wikipedia tutta la vita. Quindi non è un bivio storico da scartare che gli antichi Romani, loro che erano così pratici, invece di puntare tutto sull'energia meccanica delLo Schiavo investissero piuttosto sull'Elettricità per i loro folli disegni di conquista del mondo. Presempio, prendendo Lo Schiavo e ordinandogli di lustrare una sedia di ambra finché non ne scaturisse il genio della Lambada che gli ridesse la libertà.
Per quel che ne sai poteva benissimo andare così.


Cioè, non mi sarebbe parso molto più strano che essi si friggessero i rei su di una sedia elettrificata per strofinio, piuttosto che squassar loro le casse toraciche in-crociandoli. Non ti è sempre sembrato un procedimento piuttosto farraginoso, quest'ultimo? Panta rei, lo dice pure il poeta.

Stai a capì? ancora no, eh? Voglio dire: ma te l'immagini se ad aprire qualsivoglia funzione religiosa f(x), dove (x) sta per (croce) del famoso “Segno della (croce)”, a quest'ora noi si stava facendo il “Segno della Sedia elettrica”?



>Bzzzzz< - faceva il celebrante fremendo di elettroni symulati & Perfetta Laetitia;
>BZZZZ< - avrebbe risposto l'uditorio solerte come sempre, e fiato alle danze.

Per non parlare di tutte le varie implicazioni.




A - I papponi necri rappers doltr'oceano a quest'ora al collo ciavevano i seggioloni d'oro cossopra er frikkettone a 24k.

B - Gli atei si imbizzarrivano e volevano levà dai muri della nostra Bella patria quelle cazzo de sdraie lettriche, che oltretutto consumavano un kasino. Essi erano capitanati da Peppegrillo, il quale aborre consumi che non siano quelli delle calorie che ingurgita. Ma purtroppo erano contrariati dai Leghisty, i quali addirittura volevano che sul Patrio Vessillo (che pure, loro osteggiavano da tempo) della sedia-sediòla ce ne fossero bene in vista le sbruciacchiature, come brasche di canna sulla tua T-shirt.

C - Fra 1 po', a Pasqua, si organizzavano le viecrucis elettro-statiche e non peripatetiche, da sempre così faticose per La Vecchietta. L'attore che faceva INRI se ne stava bello elettro-statico sulla sua sedia riscaldata, che a pasqua in genere fa ancora un bel freschetto. Il Centurione gli bagnava le tempie coll'aceto per meglio aderirgli gli elettrodi. Sì, purché però con i pessimi risultati rilevati dal necro enorme deL Miglio verde. Per abbreviare Segno della Sedia si poteva usare l'acronimo SS, forse appena un po' nazi, che vuoi, ma pensa Penetetto Zeticezimo come giuggiolava felice. E poi “Segno della Sedia” è molto carino, ricorda cose tenere quali ad esempio il "Gioco della Sedia" o il “Ballo della Mattonella”.


Ti vedo già, col gretto citazionismo che ti contraddistingue, a dire 'ma noi siamo scienza, non fantascienza'. Però a me tutto ciò mi pare alla portata. Le cose a quest'ora potevano benissimo essere andate così.

Se vuoi proprio deprecarmi le lettricità prima del tempo, allora accetta almeno il nodo scorsoio, la mannaja, la lapidazione. Cosa vietava all'Antico Romano di ucciderti l'oggetto di tante credulonerie in quei modi lì? Secondo me, anche quelli erano Segni che potevano venire benissimo. Pensa che ghiotte onomatopee, rispettivamente: “Ghhh”, “sSZzàck!”, “thud!”. Inoltre le catenine venivano benissimo pure loro, un bel kappietto aureo, oppure auree mannaje (“mannaja akKristo!”, ci stava già pure lo slogan), o magari un sacchettino di lapislazzuli benedetti pendèntiti dal collo boccalone. Anzi no! Facciamo 1 sacchetto di lapis rossi&blé, che in questa lugubre storia ce ne sarebbero tanti, di errori da correggere. La doppia punta puncica bene non solo in testa alle femmine vanesie, ma anche sul target di un'eventuale lapidazione.

In ognuno dei casi precedenti, nota bene, il tuo riottoso cervellino non si vede scritti sui monili tutti quei chilovolts anacronistici.


Ecco, devo convenirti che giusto il gas non andava bene. Per quanto secondo me anche Il Gas era benissimo alla portata di quei nostri geniali Antichi Concittadini, se essi sono ben stati capaci di affliggere generazioni di Ginnasiali con versioni di latino così difficili.

Non andava bene il gas, perché:

a – esso non si poteva sfoggiare al collo in quanto volatile

b – per quanto però c'era già bell'eppronto un ricco business di gas nobili e gas perfetti, ideale per incrementare il volume d'affari delle giojellerie. Specie in epoche come queste in cui c'è tanta carenza di buoni posti di lavoro

c – a maggior ragione, ti pare che lo si poteva attaccare al muro, l'omino strangolato dai gas? poi rimaneva lì solo l'omino a torturarsi il collo colle mani, il gas evaporava e sembrava che Vostrosignore si fosse suicidato e questo è peccato mortale che poi lo possono seppellire solo nella terra maledetta e già noi avevamo il nostro bel daffare a concepirgli la madre/figlia vergine e questo ennesimo mistero proprio no.

d – se il gas evaporava, come potevano avere il tempo di difenderne l'affissione ai muri delle ns. scuole i ns. strenui difensori della Fede? (dev'essere una gran gnocca questa Fede, peccato non ce la facciano mai vedé, fatecelavedé, fatecelatoccà, fors'èqquesto il Ray-Mysterio della Fede, tutta questa Gnoccaggine impossibile da fasselavedere&toccare, ma noi novelli Santommasi non desistiamo e non desisteremo mai! - capito? mai)
Dicevo, come facevano a inventariarcelo i ns. bidelli dei ns. Conservatorii Musicali? in questo modo balordo, si lasciavano vincere facile quei
permalosi di atei che non stanno mai allo scherzo, e noi pubblico impagabile non ci facevano divertire manco un po' nella tenzone teo vs ateo, e sì che san bene da ben prima di 6 secoli Avantiaccristo quanto noi si vada ghiotti di Panem & Circenses.

e - non centra niente, ma non sarebbe bellissimo costituirsi nell'ennesimo gruppo armato di Facebook rispondendo al nome di “Duomi militiaeque”?
Ahr ahr. Lo dico qui perché non voglio certo dover rispondere al citofono a quel scassaMaroni che viene a portarmisi via il modem di Fassweb. Non voglio correre di questi rischi, e poi Fecibook non lo apro da settimane anche x la paura che a quest'ora mi trabocchi di messaggi & piccioni morti, che una volta da piccoli siamo andati al mare al Circeo in una villa affittata che nella cassetta delle lettere era pieno di pulcini di piccioni morti e gusci dei loro ovetti, e videntemente non mi sono ben ripreso dallo sciòcc se ancora lo ricordo così vividamente, non ti sembra? Poi, ti pare che evito la società reale e mi comprometto cocquella virtuale, e ciò pure il cellulare spento da altrettante ere, ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo.


f – infatti, nessun commentatore ha rilevato l'evidenza di ciò che pepprimo & unico stoppeddire. Tutto è iniziato pellappunto dall'ultimo disco di quer violento Dibbattiato, dove con un apparentemente innocuo Inneres Auge (che vuol dire proprio occhio interiore) quer nasuto guerafondajo vuole in realtà lanciare un messaggio criptato ai pazzidituttoilmondounitevi che tradotto vuol dire: quasiciecategli un occhio esteriore.

g – anzi no, secondo me centrano sempre gli Antichi di Romaladrona, e in particolare quel quackuaraqquà di Cicero pro Duomo suo.

lunedì 21 settembre 2009

TuttE a casa. (capitolo III)























CAPITOLO III



Donnanuda 1: Bravo, bravo.

Io: Chi... chi ha parlato?

Donnanuda 1: Non importa “chi”; specie a te, a quanto pare. Visto che stavi per cestinarci tutte.

Io: (esitando) Non ricordo di aver premuto nessun tasto Play. Non ricordo di avere nessun filmato dove una di voi diceva queste parole, anche perché spesso vi guardavo col Mute attivo.

Donnanuda 1: Questo non ci stupisce. È ormai evidente che per te siamo solo marionette senz'anima, che ora che ti senti grande credi di poter gettare nel pattume, parli di noi già al passato... >sniff<

Io: Ma... che fai, piangi? no dai, non fare così (muovendo lentamente il mouse).

Donnanuda 1: (urlando) non provare a riavvolgermi! Vai fino in fondo piuttosto, cancellaci, tira fuori le palle, dal momento che sei così abituato a farlo, almeno davanti a noi... (ficcante)

Io: (riprendendomi) ma - come ti permetti? Certo che vi cancello, ci mancate solo voi a deridermi e sgridarmi. (girandomi) insomma, cosa diavolo è questo mugolio?

Donnanuda 1: Sono le tue Asian Deep Kiss. Vorrebbero dire la loro ma, ti ricordi? hai tagliato le parti dialettiche, tutte quelle che non riguardavano le loro acrobazie linguistiche.

Io: (sognante) ah, sì.

Donnanuda 2: Ricordi anche noi Chubbies? Hai sforbiciato via tutte le diete dalle nostre copie di Cioè senza minimamente preoccuparti che potessimo sfigurare davanti alle Skinny teens con cui ci fai condividere l'hard disk.

Donnanuda 3: E allora io, che dovrei dire? strappata al server ancora struccata solo perché al signorino garbano le Amateur.

Donnenude 4, 5 e 6: Siamo noi Lesbians quelle che qua dentro soffrono di più! Sai da quanto tempo non vediamo l'ombra di un Big black cock?

Io: (deluso) E io che credevo che aveste classe. Bella roba. È proprio vero, la madre delle sciocche è sempre Pregnant.

(Quand'ecco che dall'epicentro di quei milioni di Donnenude scaturisce una popolazione. Sono le capricciosissime Ladyboys.)

Ladyboys: (cinguettando isteriche) Sono anni che ci hai confinato tra queste sciacquette senza neanche concederci il terzo bagno che pure nella nostra terra d'origine ci spettava di diritto!

Io: (d'impulso) Che ci fate voi qui? Dovreste essere nella vostra Cartella Nascosta! (guardandomi intorno imbarazzato) Vi ho detto mille volte di non venirmi a cercare mai e aspettare che mi faccia vivo io... (risolini si levano da tutte le parti)

Donnanuda 7: (battendo le ciglia) ce l'hai anche con le tue Cheerleader, bel pelatone?

Io: (serio) La tua voce come il coro delle sirene d'Ulisse m'incatena.

Donnanuda 8: Ascolta me, mio signore. (dal mucchio si fa avanti una donna misteriosa, dal portamento fiero, avvolta in una tunica) Non serve la saggezza di una MILF per capire cosa stia succedendo. Il problema non è la tua ingratitudine. Noi siamo qui e siamo lì. Da sempre esistiamo. E saremo per sempre. Non è neanche una questione di spazi, in un epoca come questa in cui il Terabyte te lo regalano.

Io: (preoccupato) Ascolta. Non vi abbandono del tutto. Ho provato quelle cose lì, youporn. Redtube. Funzionano.

Donnanuda 8: Ah. Abbandoni anche tu lo slow food. Passi a una produzione massificata. Scegli di considerare la diversificazione dei sapori alla stregua di un costo rinunciabile. Vedrai cose scelte da altri per venire incontro ai gusti del grande pubblico. (ironica) Non temi la conseguente atrofia delle tue pupille gustative. Hai del fegato, complimenti.

Io: (merceologico) Posso darmi da fare e cercare le mie nicchie anche lì. La scelta sarà più limitata, ma il futuro è nei server. Non nelle memorie di massa che ti riempiono di roba inutile (senza offesa) gli hard disk e le mensole. A cancellare periodicamente cookies e file temporanei si fa presto.

Donnanuda 8: Non è questo il punto. Se hai la bontà di ascoltarmi, ora ti spiego.

Io: Parla pure.

Donnanuda 8: Grazie. Noi siamo il frutto di una selezione. Di una tua selezione. Forse l'unico lavoro che tu abbia mai fatto solo per te stesso.

Io: Non capisco. Che vuoi dire?

Donnanuda 8: Quando ti compri una maglietta ti chiedi se ti sta bene quel disegno o quel colore? Voglio dire, ti chiedi davvero se starà bene A TE? all'opinione che hai di te? o in quel momento speri piuttosto di compiacere gli altri?
E quando negli ultimi 30” cerchi la forza di colpire il sacco fino all'ultimo, lo fai davvero per la TUA salute? o è sempre per far vedere ad altri quanto tu sia tonico? (incalzante) Quando ti sei iscritto a Ingegneria, o quando stavi su un palco o dentro un televisore di fronte a tutta quella gente, davvero lo facevi per TE? o era piuttosto per ricevere in cambio il consenso che credevi ti sarebbe spettato di conseguenza?

Io: (terrorizzato) ...

Donnanuda 8: (trionfante) Noi siamo l'unico lavoro che tu abbia mai fatto nella tua vita per compiacere, per una volta infine, solo te stesso. Eppure mai, mai ti sogneresti di mostrarci a chicchessia. Qualche volta, è vero, di noi parli. Sminuendoci, però. Ogni tanto in società ammetti spontaneamente la detenzione di una modica percentuale. Credi che, se lo fai, nessuno penserà che hai qualcosa da nascondere. Né in qualità né in QUANTITÀ.
E ora vuoi cancellarci. Bravo. Non cancelli noi, tu cancelli te. L'unica vera, incontaminata, tua essenza. Non ti bastava continuare a diluirla tutti i giorni nelle tue sciocche puerili vergogne quotidiane.

Donnenude random: È vero!
Complimenti eh!
Siamo solo JPEG ipercompresse, eppure ci fai schifo.

Io: (farfugliando) non me ne frega niente... siete un fardello troppo pesante da mantenere... la vostra esistenza mi sottrae energie reali per ottenere qualcosa di meno grottescamente irreale...

Donnanuda 8: (maliziosa) Vieni qui, stupido. (Si scansa dal petto un lembo della tunica)

Io: Oh no. Puffy nipples.

Donnanuda 8: Bravo. Su, di' A-ahm. “Àaahm”. Dove va l'aeroplanino?



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Un magnifico esemplare.
Senz'altro.
Inimitabile prematuro generatore di nostalgie.

Ma il vedere materializzarsi uno, forse il più perfetto, degli oggetti delle mie fantasie, mi distoglie dal discorso che pure stava riuscendo a fregarmi. Avevo già deciso. Per tutte, Shift + Canc.
Ma... perché ora si fermano? E cos'è questo rumore?

Ticchettacche, ticchettacche.

No! Adesso no ! Ce l'avevo quasi fatta... posso ancora farcela, mi basta premere il pulsante Indietro sulla finestra del mio mastodontico casino binario, selezionare la cartella e comporre al volo la fatidica combinazione di tas >|<




NdV: sarà poi avvenuta, la cancellazione? sarà poi stata svuotata, la mensola?




mercoledì 16 settembre 2009

TuttE a casa. (capitolo II)






















CAPITOLO II




Tema: Il mio attuale computer.



Svolgimento:



l mio attuale computer, puttanamaestra, è poco performante. Parlo di quello destinato alla navigazione, che tutti gli altri li uso per generare musica e montare filmati, insomma, per far girare tutta una serie di nobilissimi e pesantissimi applicativi professionali che non sto certo qui a dirti.
Oppure sono combruti piccolissimi, che mi cantano la ninnananna dal grembo prima di addormentarmi. È evidente a tutti tranne che a te che sto parlando del combruto generico atto alla navigazione e allo scaricaggio. Di qualsivoglia sostanza, freeware o busyware, legale o illegale, gnuda o ignuda.

Esso (il mio attuale combruto navigabile) ultimamente s'inceppa. La ventola inizia a rantolare un ticchettacche più o meno lungo, dopo il quale due sono le cose. O il puntatore del mouse si blocca fino al prossimo ticchettacche, oppure si finisce nel riavvio di sistema.

Domanda: saranno state le Donnenude? Non so. Certo è che ciò gli hard disk (hard disk, sottolineo) pieni zeppi di dati. Magari è proprio tutta questa pienezza di contenuti a scaldare (sottolineo ancora: scaldare) lo hardware (sarà
chiaro il messaggio?). Come posso fare? – mi sono più & più volte chiesto. Ho eliminato tutti i file rinunciabili, ho trasferito su HD esterni alcuni di quelli irrinunciabili.
Ora, tornando alle Donnenude, un buon metodo per avere una stima del mio giro di Donnenude potrebbe essere quello di andare a vedere sul mio attuale computer, che tra tutti i miei altri a questo punto viene eletto per acclamazione Il Più Navigato.

Immagino che finché non soddisferò la tua insana curiosità tu non mollerai la presa. L'hai voluto tu. Andiamo.

Iniziamo coll'unire le due cartelle che so contenere della pornografia a buon mercato. Anzi no, che proprio per la scarsa performanza di cui testé parlavo rischio di innescare l'ennesimo ticchettacche impallatore di sistemi operativi.
Per potermi uccidere la coscienza e nel corso dell'operazione fare il vago, metto su nel lettore multimediale Non è poi così lontano dei Perigeo.

Dunque. La prima cartella, quella piccolina diciamo, dice 8,62 GB (9.265.774.592 byte).
Credevo peggio. Si chiama “df”, per inciso. Vatti a ricordare perché.


Passiamo alla seconda. Per quella vado a braccio: trattasi di Nuova cartella(3), e temo che peserà un tantino di più. Vado.
Ancora mentre sono qui a scrivere, sulla finestra Proprietà i numerini piottano. Brutto segno. Ecco, ha finito.
Gulp. 129 GB (139.306.627.805 byte) su 160 totali di uno dei miei due HD.

Quindi attualmente totalizzo 137,62 GB (148.572.402.397 byte). Dicasi 1.188.579.219.176 uni & zeri. Al cambio attuale (1 Donnanuda ~ 40 KB) fanno, fatti due conti, 3.627.255,918 Donnenude.

Sono più di tre milioni e mezzo. Troppe. Anche quella lì, da 0,918 in questo momento m'indispettisce non poco. Cosa era quel 0,082 mancante? Sarà stata una Hairy che si era da poco cavata dal pube le doppie punte? Bella roba, queste hanno preso il mio computer per il loro casino, e poi chi pulisce? Poi le doppiepunte si conficcano nella ventola e parte Ticchettacche, la famosa canzone.
Ah però! Aspetta. Alcune di loro stanno ferme immobili, le ho piluccate dalla rete tutte io una a una, e per loro la stima di 40 chilobyte è più o meno calzante. Molte però si muovono, le volte che io premo il pulsante Play. Magari che ne sai, la stima è sovrabbondante per causa loro.

Non so. Sono un po' triste, ma forse esagero. Certo è che neanche la visione del trailer di Italian Spiderman riesce a tirarmi per bene su, come le altre volte.

Piuttosto: come si chiamava il capellone di quel libro che a un certo punto sbrocca e inizia a fare piazza pulita di tutti gli scocciatori che gli infestano casa? Ah sì: INRI, o roba del genere. Voglio fare come lui, come INRI. È giunto il momento nella mia vita di fare un po' d'ordine, un bel repulisti è quel che ci vuole. Ora facciamo Shift + Canc su quella dannata topaja (sic) abusiva che mi rallenta le prestazioni (sic).

Lo sto per fare davvero.

“Lo sto per fare davvero?” Sarebbe incredibile. Come, come dimenticare alcune di loro? Conosco tipi (uno solo, in realtà) che per aver fatto cose del genere in momenti di debolezza (aver cancellato il loro Harem informatico) ancora ci si prendono a schiaffi.

Inizio quindi a pensare a loro come individue, non come mèri (per sempre) aggregati di cifre binarie. Alcune di loro le conoscevo per nome. Una per una. Rivado colla mente a Cleo, Autumn, Chloe, Aria, Veronica, Kerry, Tiffany. E tante altre brave ragazze, che lavorano veramente. Queste si facevano il mazzo (sic).

Ricordo benissimo, tanto per farti un esempio, una di quelle messe in scena con Chloe che faceva la maestra e Autumn che faceva la discola. Autumn era convocata a colloquio da Mrs. Chloe che la rimproverava; e lei che fa? mastica una cin-gomma. Allora Chloe le intima "sputa quella cin-gomma!" (in inglese, quindi dirai "che ne sai, tu"; ma la recitazione era così coinvolgente che pareva si esprimessero nella mia lingua madre). Ma Autumn, appena crede di cogliere Mrs. Chloe in un momento di distrazione enfatica del discorso, che ti fa? per la gioia di noi piccini, appiccica la cin-gomma sotto la cattedra.
Accortasene, Mrs. Chloe non può che punirla, questo lo capiamo perfino noi piccoli spettatori: in fondo, se l'era cercata lei! Quindi inizia a sculacciarla non fortissimo. Ma con suo grande stupore, ella (la discola) ride. "Essere sculacciata a te piace!", le fa. E la nostra eroina coraggiosamente ammette che in effetti sì, non le spiace mica. Sicché è tutto un conseguente riavvicinarsi del corpo-docente al corpo-studente. Le incomprensioni vengono superate. La concordia regna sovrana. Contenuti sempre attuali, ne converrai. Altro che Gelmini.

E io dovrei trascinarle nel cestino? Così, vigliaccamente, aprendo di cartella in cartella fino a spuntare la voce Visualizza cartelle e file nascosti?


Sì. Non c'è altra scelta.

Amiche mie, conoscervi è stato sssupèndo ma adesso devo spiccare il volo verso altri lidi, non so quali. Non è possibile. Siete troppe. Non ce la faccio più a mantenervi. Così tante è praticamente inutile. Non trovo mai quello che voglio, non provo neanche più a cercarlo. E a sfoltirvi ciò provato, tante volte. E siete comunque tutti quei giga.

No, non ce la faccio più, ricordarmi di 'tutti quei giga' mi ha ridato la determinazione che stavo perdendo. Ora o mai più: vi sto per cancellare. Adesso lo faccio. È come prima di un tuffo, il mio baricentro è ancora ben piantato sulla roccia. Ma quando tentennando sempre di più starà per uscire dal mio cono d'ombra, mi ricorderò di darmi slancio e salterò verso l'alto e mi butterò. Se quest'estate per la prima volta a trentott'anni ho imparato a farlo, e ora lo faccio voglio dire anche con un certo stile, figurati quanto mi risulterà più facile generare con il solo dito
un >click<.

Quand'ecco che da lontano sale flebile un vagito.


(continua & si conclude la prossima volta)


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