In una società di omosessuali, l'eterosessuale era tollerato solo se stereotipato e reso una macchietta ridicola e rassicurante. Ma cos'era l'eterofobia? E come ci si era arrivati?
“Ho un sacco di amici eterosessuali! Sono così assennati, tranquilli, simpatici, sobri…”
"Ho sempre sognato di avere un amico/amica eterosessuale!"
"Sei etero solo perché non hai incontrato la persona giusta del tuo sesso"
I toni rassicuranti rimarcavano la diversità, e l'appartenenza a una minoranza. La maggior parte di uomini e donne era attratta da persone dello stesso sesso, e arrivava a una scelta omosessuale. Una parte della popolazione (piccola, per fortuna) sosteneva invece di provare interesse verso persone del sesso opposto, e rivolgeva a esse la sua sessualità. In questo caso si parlava di eterosessualità. A nulla valevano le invocazioni alla pubblica decenza, e in generale al buon senso. Gli eterosessuali non avevano intenzione di stare nell'ombra.
Perché si è eterosessuali? Tre le ipotesi possibili:
- per cause naturali, analogamente a come si nasca mancini anziché destrimani (spiegazione innatista);
- per eventi traumatici, ad esempio abusi (spiegazione psicologica);
- per scelta dettata dal piacere sessuale, dal vizio, dalla convinzione di 'naturalità' del concepimento non artificiale ("non esistono persone eterosessuali, ma solo pratiche eterosessuali", spiegazione volontaristica).
Le coppie eterosessuali tendevano a imitare quelle omosessuali, con un partner dominante (all'apparenza il maschio) e uno remissivo. Questa pretesa di normalità era percepita come uno scimmiottamento dispettoso. La volontà di procreare attraverso inseminazione “naturale”, invece che con le normali e moderne pratiche di fecondazione assistita, urtava la morale comune.
Ma quale tolleranza? L'eterosessuale era da sempre stigmatizzato dalle forze dominanti della società, visto da qualsiasi religione come lascivo peccatore e condannato da ogni giurisprudenza come criminale abietto. La medicina lo riteneva un malato, difficile da curare. Si veniva accusati di “aver compiuto pratiche eterosessuali”, non di essere eterosessuali, differenza sostanziale tra un atto volontario e un'identità plausibile. E se le responsabilità di governi e religioni erano agli occhi di chiunque, non meno gravi furono le colpe della comunità scientifica.
Il suo punto di vista fu criticato da contemporanei e successori come eccessivamente indulgente. Gli analisti iniziarono a “curare” l'eterosessualità con tecniche approssimative, inefficaci e umilianti. Illustri esponenti del clero e della classe politica venivano colti spesso con le mani nel sacco del vizio eterosessuale, pur essendone i principali detrattori. Stranamente la popolazione non sembrava impressionata dalla dissonanza, quindi morale religiosa e populismo dei politici continuavano a dettare ideologie ferocemente eterofobe. Servivano impegno e prove concrete, rigore scientifico e il coraggio di metterci la faccia. Attivisti e ricercatori passarono all'azione.
Paesi come Belgio, Norvegia, Paesi Bassi, Islanda, Svezia, Regno Unito, Germania, Canada e dal 2015 tutti gli stati degli USA, hanno legalizzato le unioni tra partner dello stesso sesso, e il diritto di servire il proprio Paese nell'Esercito. Alcuni hanno riconosciuto alle coppie eterosessuali il diritto di adozione, mentre quello di procreazione attraverso atto sessuale continua a incontrare biasimo sociale. Il numero di persone che si dichiarano eterosessuali appare in aumento, ma non in ogni parte del mondo (come nei paesi islamici, che continuano a dichiararsi fieramente omosessuali). Un numero maggiore non significa che oggi gli eterosessuali siano di più: alcuni potrebbero non essersi dichiarati nel passato per timore di essere discriminati. L'Italia si colloca proprio fra le nazioni in cui l'eterosessualità viene considerata in modo peggiore. Il nostro paese è fra i pochi in cui l'accettazione sia diminuita rispetto al passato, davanti solo a Ungheria, Grecia e Turchia. In generale i giovani sono più tolleranti delle persone anziane, e l'eterosessualità si attira meno strali nelle aree urbane rispetto a quelle rurali, soprattutto negli strati di istruzione più alta.
Dunque le discriminazioni sono un retaggio del passato?
È presto per cantare vittoria. Ogni giorno si assiste a episodi di razzismo, e non è possibile che in certe aree urbane e geografiche un eterosessuale debba ancora barricarsi in casa per paura di essere picchiato. Non si può ignorare che gli eterosessuali abbiano dato un grande contributo alla nostra civiltà. Dante Alighieri, che nella sua misericordia non mette gli omosessuali solo all'Inferno ma anche al Purgatorio. Cristoforo Colombo, nonostante nelle Americhe da lui stesso scoperte gli buttino giù le statue (bella riconoscenza!). E ancora Vladmir Putin, criticato dagli omosessuali per la sfacciata eterofilia con cui cavalca a petto nudo; ma capace di reggere le sorti del complesso paese a maggioranza omosessuale che ha voluto consegnare le proprie redini proprio a lui.
Ognuno deve poter vivere come meglio crede. Sia omosessuali che eterosessuali amano, amare è alla base della vita. Ogni tanto bisognerebbe mettersi nei panni dell'altro. Basta con le battutine, gli insulti gratuiti, gli sguardi disgustati delle persone. L'eterosessualità non è un raffreddore che si attacca per vie aeree o per una stretta di mano, e un vero omosessuale non deve sentirsi minacciato. L'eterofobia è un limite e denota ristrettezze mentali, quando non vere e proprie latenze eterosessuali.
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