La cosa bella di Fare l'amore è che poi, indubbiamente, hai Fatto l'amore.
C'è qualcosa di nuovo, poi, nell'aria. Anzi: d'antico? Checcazzo ne so, io.
C'è qualcosa di nuovo, poi, nell'aria. Anzi: d'antico? Checcazzo ne so, io.
Io so solo che è molto molto diverso da ciò che si respira dopo altri piaceri. Dopo aver mangiato, dopo aver preso lo stipendio, dopo aver mandato affanculo uno che andava pianissimo sulla corsia di sorpasso.
A differenza di queste altre cose, più convenzionali, dovrei dire?, dopo aver Fatto l'amore, per molte ore a venire, hai la percezione di una normalità strana. Ti sei dato una sistemata. Guardi le facce, le stesse facce che coL Riccioletto ogni tanto ci diciamo “Ma hai visto che facce che ciànno, tutti quanti? tutti che fanno i vaghi, tutti che sembrano assolutamente non interessati al Fare l'amore, guarda come procedono al piccolo trotto sui marciapiedi, nei loro fasci di rette parallele eppure divergenti; tutti che cercano di ssimulare la loro gran voglia di Fare l'amore, eppure tutti che ivi si regolano le trajettorie. Guarda quel signore che ha appena comprato il giornale, sperando di leggerlo subito prima o subito dopo aver Fatto l'amore; o quel ragazzo là, che porta a spasso il cane nella speranza di attaccar bottone con qualche proprietaria di cane fino a Farci l'amore. Quell'adolescente che esce dal negozio coi plettri nuovi per schitarrare ai falò e cercare di Fare l'amore, o quella donna dal parrucchiere, a farsi un taglio che accresca l'imminenza del suo Fare l'amore. Tutti che fanno finta di niente, eppure tutti nati da tizi che hanno Fatto l'amore. Quanto amore, dio maldestro; e allora com'è possibile che su quelle facce serie non ci sia lo straccio di 1 indizio di amore Fatto o Fatturo?”
Io non lo so, ma quelle rare volte che poi Faccio l'amore, poi mi viene da ridere. Dopo aver Fatto l'amore mi guardo attorno, tutta quella gente che dissimula, e nella testa gli dico “ci credo che dissimuli, stavolta se c'è uno che ha Fatto da pochissimo l'amore e che per questo per un po' sta a posto, quello stavolta sono io. Ahr ahr, chissà da quando tu, o tu laggiù, non Fate l'amore. Che ne sapete voi: stronzi”.
Che ridere, dopo aver finalmente Fatto l'amore. Non so, ti viene mai da ridere a te, dopo aver mangiato qualche alimento, per quanto buono? provi forse il desiderio di correre e saltellare per tutta la città, dopo esserti dissetato coccqualche bevanda particolarmente fresca? Io non lo so, ti vedo sempre così poco preso dalle cose, così poco entusiasta. A me un amore Fatto mi basta per non so quanti mesi o anni di risate, poi però è vero, torno triste, e allora ho bisogno nuovamente di pensare a come riFare l'amore.
In questo, trovo che Fare l'amore sia veramente particolare. Anche se odio l'aggettivo “particolare”, mi sembra da decerebrati farne uso, troppo spesso la gente per darsi parvenze sofisticate (bleah) giudica una cosa particolare senza specificare per cosa, e d'altronde se lo specificasse non servirebbe a niente aver premesso la sua particolarità, che nel frattempo sarebbe diventata pleonastica. Eppoi ciò leva a me che non centr'o niente la serenità di definire particolare il Fare l'amore, e dimmi tu se non ho ragione a trovare particolare questa pratica così, come dire, particolare.
È particolarissimo, che tu lo voglia o meno, che un piacere poi sfumi e perduri in sensazioni così allegre. Io quando sono satollo di altri piaceri (“Groan! sono satollo”) sono contento, ma non è che ci trovi niente da ridere. Mentre l'amore, quando finalmente l'hai Fatto, è così esilarante. Ti rimette a posto, io non posso dire che il mangiare o il respirare “ti rimettano a posto”, perché più che altro se non li pratichi regolarmente, da un posto ti ci levano, e cioè dall'elenco dei vivi. Invece l'amore Fatto ti stende i lineamenti, ti spiana le rughe, ti fluidifica per bene all'interno e all'esterno, ti concede finalmente di concentrarti sulle cose senza più quel ronzio di sottofondo per cui stai sempre a rrovellarti sul come Fare l'amore.
Io non lo so, ma quelle rare volte che poi Faccio l'amore, poi mi viene da ridere. Dopo aver Fatto l'amore mi guardo attorno, tutta quella gente che dissimula, e nella testa gli dico “ci credo che dissimuli, stavolta se c'è uno che ha Fatto da pochissimo l'amore e che per questo per un po' sta a posto, quello stavolta sono io. Ahr ahr, chissà da quando tu, o tu laggiù, non Fate l'amore. Che ne sapete voi: stronzi”.
Che ridere, dopo aver finalmente Fatto l'amore. Non so, ti viene mai da ridere a te, dopo aver mangiato qualche alimento, per quanto buono? provi forse il desiderio di correre e saltellare per tutta la città, dopo esserti dissetato coccqualche bevanda particolarmente fresca? Io non lo so, ti vedo sempre così poco preso dalle cose, così poco entusiasta. A me un amore Fatto mi basta per non so quanti mesi o anni di risate, poi però è vero, torno triste, e allora ho bisogno nuovamente di pensare a come riFare l'amore.
In questo, trovo che Fare l'amore sia veramente particolare. Anche se odio l'aggettivo “particolare”, mi sembra da decerebrati farne uso, troppo spesso la gente per darsi parvenze sofisticate (bleah) giudica una cosa particolare senza specificare per cosa, e d'altronde se lo specificasse non servirebbe a niente aver premesso la sua particolarità, che nel frattempo sarebbe diventata pleonastica. Eppoi ciò leva a me che non centr'o niente la serenità di definire particolare il Fare l'amore, e dimmi tu se non ho ragione a trovare particolare questa pratica così, come dire, particolare.
È particolarissimo, che tu lo voglia o meno, che un piacere poi sfumi e perduri in sensazioni così allegre. Io quando sono satollo di altri piaceri (“Groan! sono satollo”) sono contento, ma non è che ci trovi niente da ridere. Mentre l'amore, quando finalmente l'hai Fatto, è così esilarante. Ti rimette a posto, io non posso dire che il mangiare o il respirare “ti rimettano a posto”, perché più che altro se non li pratichi regolarmente, da un posto ti ci levano, e cioè dall'elenco dei vivi. Invece l'amore Fatto ti stende i lineamenti, ti spiana le rughe, ti fluidifica per bene all'interno e all'esterno, ti concede finalmente di concentrarti sulle cose senza più quel ronzio di sottofondo per cui stai sempre a rrovellarti sul come Fare l'amore.
E poi e poi, din din, din din din din din din - c'è quel fatto che dopo, nello Zucchino d'oro in cui usualmente ti fai i ragionamenti, ti senti veramente furbo. Furbo, furbo, FURBO!
Furbissimo.
Se accetti un buon consiglio, cerca di Fare un po' di più l'amore. È l'unica cosa che ti solleva per 1 po' dal dover Fare sempre l'amore.